Senso civico e impianto etico

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LO SGUARDO PASTORALE

Senso civico e impianto etico

L’Italia sta attraversando una fase molto delicata: da paese di emigrazione a paese di immigrazione, con tutti i problemi e le conseguenze che questo processo comporta. Il problema più significativo sembra quello di un conflitto tra due posizioni apparentemente opposte. La prima riguarda l’esigenza di salvaguardare i nostri valori, le tradizioni, il raggiunto grado di civiltà e di democrazia, le regole di una convivenza pacifica e rispettosa, in altre parole la nostra cultura. La seconda riguarda la legge della carità, lo spirito di accoglienza e di solidarietà, la compassione verso chi soffre, è privo di ogni bene ed elemosina il riconoscimento della dignità rubata. Come venirne fuori? Come dissipare la nebbia dell’incertezza, della contraddizione, dell’unilateralità? Sono state queste le domande poste martedì 20 all’Auditorium S. Nicolò, dove abbiamo incontrato l’Ammiraglio Felicio Angrisano, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto e Guardia Costiera, invitato dal Comitato della Croce di Cavarzere. Era un incontro-dibattito per gli studenti della città, ma l’occasione di ascoltare l’esperienza ricca di umanità e coraggio dell’ammiraglio è stata colta purtroppo solo da alcune poche scolaresche. È emersa l’esigenza di evitare le risposte emotive, il più delle volte, purtroppo, violente e xenofobe. Quelle autentiche vengono dalla ragione e dalla coscienza. La ragione valuta che il fenomeno non è arrestabile, considera le reali possibilità, intravede il futuro con le sue positività. La coscienza fa appello ai valori su cui abbiamo costruito la nostra esistenza, quelli civili della democrazia, del riconoscimento dei diritti dell’uomo, della convivenza pacifica e della pace, e quelli religiosi dell’amore per i fratelli, del sacrificio di sé, della gratuità, del dono. Per favorire delle risposte autentiche, anche pastorali, sono necessari un maturo senso civico e un buon impianto etico. Maturo senso civico. Scriveva Nietzsche: “Colui che odia o disprezza il sangue straniero non è ancora un individuo, ma una specie di protoplasma umano”. Martin Luther King, pastore protestante, politico e attivista statunitense, pacifista come Gandhi, leader della non violenza, diceva: “Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno oggi!”. Era il 28 agosto 1963 a Washington. A noi compete il dovere dell’accoglienza, della solidarietà, e non solo perché siamo stati un popolo di emigrati, e questo non lo dobbiamo mai dimenticare, ma perché in definitiva ciò che contraddistingue l’animale dall’uomo è l’ospitalità, come ci ricorda. “Per questo – scrive il filosofo spagnolo Savater – l’obbligo di dare asilo è una delle poche tradizioni che possiamo qualificare, senza discutere, come realmente civili.

Quando Ulisse e i suoi compagni giunsero nell’isola dei ciclopi fecero le spese della loro brutalità subumana, in quanto questi non conoscevano le leggi dell’ospitalità e trattavano gli sventurati che il mare scagliava sulla loro costa come semplice bestiame. Ciò che distingue l’uomo dal bruto non sono le sue dimensioni, né la sua villosità, né il numero degli occhi, bensì la disposizione ad accogliere gli stranieri”. Un buon impianto etico. Papa Francesco sottolinea la contraddizione tra lo sviluppo sfrenato e le gravissime condizioni in cui versa buona parte dell’umanità. “Non si può ridurre lo sviluppo alla mera crescita economica, conseguita, spesso, senza guardare alle persone più deboli e indifese. Il mondo può migliorare soltanto se l’attenzione primaria è rivolta alla persona, se la promozione della persona è integrale, in tutte le sue dimensioni, inclusa quella spirituale; se non viene trascurato nessuno, compresi i poveri, i malati, i carcerati, i bisognosi, i forestieri”. E conclude con l’auspicio di passare “da una cultura dello scarto ad una cultura dell’incontro e dell’accoglienza”. 

don Francesco Zenna