“E voi, chi dite che io sia?”

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PAROLA DI DIO – “E voi, chi dite che io sia?”

Letture: Is 50,5-9a; Salmo 114; Gc 2,14-18; Mc 8,27-35

Is 50,5-9a. “Ho presentato il mio dorso ai flagellatori… Ecco il Signore mio Dio mi assiste”.

Il profeta Isaia ci presenta le caratteristiche del ‘Servo del Signore”, realizzato pienamente in Cristo Gesù, ma da fare proprie per ogni battezzato che nel battesimo accetta non solo di fruire della sua morte-risurrezione, ma anche di partecipare alla sua missione. Il Servo del Signore ha l’orecchio ‘aperto’, cioè ben disposto ad accogliere la Parola del Signore, di fronte alla violenza non si oppone e non si tira indietro di fronte alle esigenze della Parola. E’ infatti una parola che richiede il prezzo della coerenza di fronte a chi la rifiuta o addirittura la contrasta. La sorgente della forza del ‘Servo del Signore’ è la fede incrollabile che il Signore l’“assiste” cioè gli sta accanto, lo rende forte, gli indica la via perché non si lasci prendere dallo smarrimento. Egli sa che a tempo debito il Signore gli ‘renderò giustizia’, cioè renderà manifesto che egli era nella verità, perché a Dio appartiene la parola, il giudizio ‘finale’.

Salmo 114. “Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi”.

Il salmista coinvolge colui che prega questo salmo nel suo canto di ringraziamento. Egli nel momento della prova non si è rinchiuso in se stesso e non ha abbandonato la sua fede, ma si è rivolto con fiducia al Signore. Ora egli può raccontare la sua esperienza: era come “stretto da funi di morte…” stretto da “tristezza e  angoscia”, ma ha “invocato il Signore… pietoso, giusto, misericordioso… ed egli lo ha salvato”. Ecco perché può ora proclamare: “Amo il Signore perché ascolta il grido della mia preghiera” e rinnovare il suo impegno e la sua gioia di “camminare alla presenza del Signore”.

 

Gc 2,14-18. “Se non è seguita dalle opere la fede è morta”.

Ecco una semplice e concreta catechesi sulla fede, dell’apostolo Giacomo. Si tratta di due semplici criteri, uno di verifica e l’altro di manifestazione della fede. Quanti fanno professione di fede in Dio, Padre misericordioso, Padre che ama, in Gesù Cristo Salvatore che si è donato per noi e nello Spirito Santo fonte dell’amore e della santità? Ma, si chiede l’apostolo, questa fede basta a salvare? Cosa produce questa fede? Ecco il criterio di verifica: quale vantaggio porta il dire a chi soffre freddo e fame: “Andate, riscaldatevi e saziatevi? Nessun vantaggio! Così è della fede fatta solo di parole, come diceva già Gesù: “Non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio…”(Mt 7,21). La nostra fede dunque, ecco il secondo criterio, si mostra con le opere! Perciò, conclude l’apostolo, dove non ci sono le opere, la fede “è morta”, cioè non è vitale, non produce i frutti che la rendono viva e che la manifestano.

Mc 8,27-35. “La gente, chi dice che io sia?”.

Cosa dice oggi questa pagina del vangelo a noi che molto conosciamo di Gesù, che siamo convinti di seguirlo, camminando sulle sue orme? Di fronte alla domanda di Gesù anche noi, come Pietro, non esitiamo a rispondere: “Tu sei il Cristo”. Ma, forse, anche noi come Pietro fatichiamo poi a comprendere che riconoscerlo come il “Cristo”, cioè, l’ inviato da Dio, richiede di seguirlo sulle sue orme, per la sua strada e non quella che vorremmo noi. Camminare dietro Lui, percorrere con Lui la via della coerenza dell’amore, anche quando questo ci chiede sacrifico, rinuncia al nostro egoismo, ai nostri ‘sogni di gloria’, significa convertirsi alla fede in Lui. E non tirarsi indietro o cambiare strada neanche di fronte al rifiuto, all’opposizione e perfino al disprezzo e alla persecuzione o anche quando ci sembra che seguendolo ‘perdiamo la nostra vita’ o quello che ci attenderemmo da essa. Gesù ha seguito la via del Padre affidandosi a Lui con fiducia (prima lettura), ricorrendo alla preghiera fiduciosa (salmo), riempiendo la sua vita di opere di amore verso gli uomini, mostrando così i frutti della sua fede nel Padre (seconda lettura). Nella risurrezione il Padre gli ha “reso giustizia” (seconda lettura). E’ questo il Cristo che professiamo nella fede e dietro al quale vogliamo camminare?

+ Adriano Tessarollo