Finanza ed etica della persona

Facebooktwitterpinterestmail

Finanza ed etica della persona

L’obiettivo di ogni mass media è l’informazione. Ma ciò che lo caratterizza è la modalità con cui svolge questo compito. La stessa notizia, infatti, può essere presentata con linguaggi, intensità, sottolineature molto diverse, a seconda dello sguardo con cui la si approccia. Il settimanale della diocesi garantisce anzitutto l’obiettività, ma non si può svestire di quella sensibilità umana e di quella visione antropologica che derivano dal messaggio evangelico. Anzi, in ultima istanza, è proprio questo che gli sta a cuore, ne è strumento di comunicazione e di approfondimento, pur attraverso la lettura e l’interpretazione degli eventi, ecclesiali o civili che siano.

C’è uno sguardo ancora più specifico a cui mi piacerebbe dare rilevanza, ed è lo sguardo pastorale. La pastorale è l’arte di rendere attuale il contenuto e il significato della famosa parabola del pastore, raccontata da Gesù. Egli descrive una relazione di amore, di cura, di conoscenza, di ascolto, di reciprocità, che sostanzia la missione non solo dei presbiteri, cui è comunemente riconosciuto il ruolo di pastori del popolo di Dio, ma anche della comunità cristiana al proprio interno e nel suo rapporto con la storia. Lo sguardo pastorale si accende qui e si focalizza su ogni esperienza storica in quanto portatrice di senso per la comprensione dell’umano.

Riflettevo in questi giorni sull’evento balzato in prima pagina su tutti i giornali, il terremoto finanziario che ha il suo epicentro a Pechino. Per molti è un evento incomprensibile, perché giocato a livelli di competenze specialistiche. Una cosa però risulta chiara: l’esistenza di un potere che sovrasta coscienze, culture e religioni, e si impone decretando guadagni e perdite sulla testa delle persone, che rimangono pedine in una scacchiera dove è arduo svolgere un qualche ruolo da protagonisti.

 

Dobbiamo accettarlo fatalisticamente o possiamo intravedere qualche spiraglio di responsabilizzazione? La domanda è rivolta innanzitutto a quei battezzati che operano direttamente o indirettamente in questo settore. L’identità cristiana e il suo sviluppo ha a che fare con le scelte e le strategie che vengono poste in atto; anche questo ambito della finanza è interpellato da un’etica e postula una spiritualità. Papa Francesco stigmatizza così questa esigenza: “La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano. (…) La crisi mondiale che investe la finanza e l’economia manifesta i propri squilibri e, soprattutto, la grave mancanza di un orientamento antropologico che riduce l’essere umano ad uno solo dei suoi bisogni: il consumo” (EG 55). E dopo una puntuale lettura della logica sociale che idolatra il denaro e il potere, a scapito della persona e della sua dignità, conclude: “Vi esorto alla solidarietà disinteressata e ad un ritorno dell’economia e della finanza ad un’etica in favore dell’essere umano” (EG 58).

Non solo chi opera direttamente nel settore, però, ma ogni singolo cristiano è interpellato su ciò che è possibile e doveroso fare in questo contesto.

L’attenzione va posta sugli stili di vita, sulla modalità con cui si investono i sia pur sudati risparmi, sull’inequità vissuta anche nei rapporti primari, sull’individualismo e l’indifferenza che uccidono la speranza.

Lo sguardo pastorale provoca a dare delle risposte, a mettersi in gioco personalmente, a desiderare di conoscere, a promuovere delle alternative. La comunità cristiana non può restare passiva e anestetizzata, pena tradire la propria missione.

don Francesco Zenna