“Aiutami a spargere il tuo profumo ovunque io vada”

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SUORE SERVE DI M. ADDOLORATA. Ultimo saluto a sr. Flavia Penzo nella chiesa della Navicella

“Aiutami a spargere il tuo profumo ovunque io vada”

Suor Flavia Penzo Aldina il giorno 30 luglio, all’ora dell’Angelus del mezzogiorno, ci ha lasciato rispondendo alla chiamata definitiva del suo Sposo e, mentre la comunità cantava “Andrò a vederla un dì” nel saluto mariano, lei stava, di certo, già vedendo la Vergine Maria e dalla sua mano era presentata a Gesù, quale serva fedele.

Era nata il 15 gennaio 1945 a Chioggia.

All’età di 20 anni è entrata in convento accompagnata dal suo direttore spirituale don Luigi Frizziero.

Era giovedì Santo e nella cappella del convento, davanti a Gesù eucaristia, ha posto le basi della sua consacrazione e ha scelto di entrare in questo scambio amoroso con Gesù e di lasciarsi coinvolgere nel suo fluire.

Ha percorso le varie tappe della formazione e il 23 ottobre del 1973 ha fatto la professione definitiva dei voti.

Avviata allo studio nel collegio Barbarigo di Padova, ha conseguito il diploma in ragioneria.

 

Dopo gli studi le è stato affidato il servizio nella Libreria Cattolica di Chioggia e ha svolto il suo apostolato nei giorni festivi in varie parrocchie della diocesi.

Nel 1985 ha dato la sua disponibilità per la missione e, dopo una solida preparazione, il 5 dicembre 1986 è partita per la terra messicana dove ha trascorso il resto dei suoi anni nel fedele, silenzioso, prezioso e delicato servizio della formazione delle giovani alla vita religiosa, alle quali ha comunicato l’amore alla Congregazione.

Si è impegnata dunque a trasmettere il carisma dei fondatori, padre Emilio e madre Elisa, mediante la traduzione dei documenti in lingua spagnola per coglierne maggiormente la ricchezza spirituale.

Ha potuto celebrare in Messico il 25° anniversario di presenza in quella terra e dopo poco, a causa di un tumore al polmone che si è diffuso al cervello, è stata trasferita urgentemente in Italia, il 23 gennaio 2012.

Un trasferimento che le costò grande fatica, non perché fosse attaccata alla terra messicana, ma per l’imprevedibilità con cui è avvenuto, che non le ha permesso di riordinare e consegnare alle sorelle gli impegni che aveva.

Ha accettato la sua malattia dalle mani del Signore e l’ha offerta generosamente per il bene della Congregazione e della Chiesa lasciandoci in eredità una forte testimonianza.

Suor Flavia amava intensamente la Chiesa e nessuna vicissitudine di essa sfuggiva alla sua attenzione e preghiera.

Come maestra di novizie, si è sempre premurata di trasmettere alle giovani questo amore per la Chiesa intera e per il Santo Padre.

Considerevole il suo amore per la Chiesa e il seminario di Chioggia, perché nativa di qui, ma anche perché è la Chiesa madre della sua Famiglia Religiosa.

Per il Seminario di Chioggia aveva programmato per le novizie una notte di adorazione ogni primo sabato del mese. Si cominciava alle ore 21 e si concludeva con le lodi del mattino. Erano notti speciali che hanno aiutato le giovani a crescere amando la chiesa, i sacerdoti, ma soprattutto a riconoscere il valore inestimabile della preghiera. Si pregava per le vocazioni sacerdotali e religiose in genere, ma in modo particolare per i seminaristi di Chioggia.

Era donna ferma nei suoi insegnamenti e allo stesso tempo madre tenera. Tutte l’hanno conosciuta come sorella semplice, delicata e gioiosa; donna di discernimento e di sano equilibrio.

Mentre per le cose serie era seria e profonda, quando si trattava di far divertire le sorelle, non si tirava indietro e le ricreazioni con lei erano davvero divertenti.

Ha celebrato la liturgia funebre sabato mattina 1 agosto nella chiesa della Madonna della Navicella il vicario generale mons. Francesco Zenna assieme a don Simone, nipote di suor Flavia, e ad altri numerosi sacerdoti.

Il celebrante nell’omelia ha affermato: «La preghiera-testamento di Gesù, di cui abbiamo proclamato un brano, getta una luce confortante nel buio della nostra tristezza umana per la perdita di Suor Flavia.

Il primo raggio di questa luce viene dall’atteggiamento prima che dalla parola.  Gesù “alza gli occhi al cielo”, ad indicare che il significato di quanto sperimentiamo sulla terra proviene dall’alto, cioè da una dimensione trascendente.

Un secondo raggio viene dalle parole, e soprattutto dalla parola-chiave di tutta la rivelazione, pronunciata anche qui da Gesù: “Padre”. C’è tutta la dolcezza di un rapporto d’amore, di confidenza, di tenerezza, in questa parola, così come la forza di una consapevolezza, quella di appartenergli e di essere destinati a condividerne la gloria. Se è vero per ogni battezzato, è ancor più vero per una persona consacrata: i consacrati, infatti, sono “quelli che tu mi hai dato”, Padre – dice Gesù nella sua preghiera – quelli che ho attirato a me perché sperimentino lo stesso amore con cui “mi hai amato, prima della creazione del mondo”. In questo anno della vita consacrata ci è dato di contemplare questa verità nella testimonianza di suor Flavia».

Ora dal cielo, purificata e resa candida dall’amore misericordioso di Dio Padre, guarderà e continuerà a intercedere come ha sempre fatto per la Congregazione e per tutta la Chiesa.

Suor Pierina Pierobon