SOTTOMARINA. Parrocchia San Martin

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sottomarina. parrocchia San Martino

Nuovi chierichetti

Da Domenica 17 maggio 2015 la parrocchia di S. Martino a Sottomarina ha cinque nuovi, giovanissimi, chierichetti.

Alberto Chiereghin, Giovanni Cavallo, Matteo Gradara, Matteo Scarpa, Martino Scuttari, frequentanti la quarta elementare, sono stati nominati “ministranti” e la comunità li ha accolti nel corso della liturgia festiva, celebrando il loro ingresso in questa nuova funzione.

Dopo un periodo di formazione, assistiti da Stefano Bellemo, sostenuti dalle catechiste e supportati dai parroci don Pierangelo e don Simone, durante un’emozionante cerimonia, nella quale hanno indossato per la prima volta la tunica bianca, ciascuno di loro ha pronunciato a voce alta e decisa il suo “eccomi” all’invito del celebrante  a offrire la disponibilità del proprio servizio.

A vederli, ancora così bambini, la tenerezza predominava sulla solennità del loro ufficio e dopo la messa, mentre correvano a giocare nel campetto della chiesa, per essere festeggiati da amici e parenti, poteva venire da interrogarsi sulla misura della consapevolezza del loro nuovo ruolo.

Ministrante vuol dire servitore, colui che offre il proprio servizio per gli altri, che si fa piccolo per gli altri.  Deriva da “minus”, minore, più piccolo; contrario di “magister”, il maestro, più grande.

Nella nostra lingua, chi è ministro, dunque, deve farsi piccolo, umile, servitore per servire gli altri.

Diventavano allora illuminanti le parole pronunciata da Don Simone, durante l’omelia: “Gesù ci invita a ritornare bambini per entrare nel regno dei cieli”.

Il cuore di un bambino si offre senza interesse e convenienza. Nessuno meglio di un bambino può rendersi disponibile ad amare con lo spirito di Cristo, lo spirito della gratuità, lo spirito del dono!

Ci sorprendiamo, dunque, in questo giorno di festa, ad accorgerci come la disponibilità senza aspettative e riserve, senza troppi ragionamenti e sovrastrutture, di un bambino, incarni veramente, nella misura più perfetta e genuina, l’ideale del “ministro”, di colui che trova, -per utilizzare ancora le parole dell’omelia- il suo “posto” in mezzo agli altri unicamente per servire il prossimo, mettendosi a disposizione con umiltà e per il solo interesse della comunità.

Un ringraziamento, allora, a questi nuovi “piccoli” per il loro esempio e la loro spontaneità, ed un augurio affinché il cuore di chi “serve” possa rimanere sempre come quello di un bambino.

P. L.