Corso diocesano per animatori

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Corso diocesano per animatori

Alla Navicella con i Salesiani

E chi l’ha detto che gli adolescenti di oggi sono solo cellulare e videogiochi? Che le cose non vadano proprio così l’hanno dimostrato i ragazzi e le ragazze che si sono incontrati, domenica 8 marzo pomeriggio, alla parrocchia della Navicella per il Corso animatori, proposto dall’oratorio “Maria Ausiliatrice” e dalla Pastorale giovanile diocesana. Erano circa 130, delle vicarie di Chioggia, Sottomarina e di San Mauro di Cavarzere. “La prima felicità di un bambino è quella di sentirsi amato”, affermava don Bosco. Ed è proprio sull’attenzione ai più piccoli che gli animatori si sono confrontati. Una sensibilità che si matura con il tempo, grazie all’esperienza e alla conoscenza di se stessi. Una sfida che chiede a ciascuno di mettersi in gioco per cercare punti di forza e aspetti sui quali lavorare. “La vostra presenza fa la differenza.

Gli occhi dei bambini hanno grande memoria e assorbono come spugne quello che fate e quello che siete. Con il vostro esempio potete lasciare in loro qualcosa di bello”, ha affermato don Filippo Gorghetto della comunità salesiana di Mestre. Perché essere animatori all’oratorio vuol dire, prima di tutto, mettersi al servizio degli altri, anzi “Dare la vita per gli amici”, come si legge nel Vangelo di Giovanni. “Mettere i piccoli prima di noi stessi, il loro bene prima del nostro. Mettersi da parte non vuol dire scomparire, ma amare e scopriremo di essere cercati”, ha continuato don Filippo. L’incontro è stato pensato dagli educatori dell’oratorio salesiano che hanno voluto condividere la loro esperienza con gli adolescenti di Chioggia e dintorni. Una proposta dinamica che ha saputo coinvolgere i partecipai nel confronto e nei laboratori.  I modi di essere animatore possono essere tanti, quante sono le sfumature del carattere, ma il filo rosso che li lega tutti è la capacità di saper amare.

Filippo Greggio

“da Nuova Scintilla n.8 del 22 febbraio 2015”