PAROLA DI DIO – Un insegnamento nuovo

Facebooktwitterpinterestmail

PAROLA DI DIO – Un insegnamento nuovo

Letture: Dt 18,15-20; Sl 94; 1Cor 7,32-35; Mc 1,21-28

Gesù è all’inizio della sua missione, ha già scelto alcuni suoi discepoli che lo seguiranno nel cammino, entra in città a Cafarnao, città aperta e complessa, luogo di lavoro, di commercio e di incontro tra diverse culture, città di frontiera nella Galilea delle genti. Andare a Cafarnao per Gesù vuol dire uscire dalla natìa Nazaret, affrontare incontri e confronti, affrontare il nuovo, l’inedito, ciò che noi oggi chiameremmo la ‘complessità’ e il ‘pluralismo’. Gesù s’inserirà pienamente in questa città, nella sua storia, nei suoi problemi, tra le persone che la abitano, tanto che essa diverrà ‘la sua città’ (Mt 9,1).

E’ sabato, tempo sacro per gli ebrei e per Gesù. Ma vediamo diversi momenti che Gesù vive in questo sabato a Cafarnao, il modo tutto particolare di Gesù di vivere il precetto del riposo del sabato: la partecipazione alla preghiera nella Sinagoga (brano evangelico odierno), il pranzo a casa di Pietro con la guarigione della suocera, le guarigioni della gente in piazza, la preghiera notturna e la ripresa della missione (vv.29-39 che ascolteremo domenica prossima). Il mattino, dunque, appena giunge a Cafarnao, Gesù entra nella sinagoga e, di fronte alla comunità radunata per il culto, commenta il brano biblico del giorno. Improvvisamente un uomo, posseduto dallo spirito del male, lo interrompe, chiamandolo per nome e ponendo resistenza alla sua parola. Gesù reagisce con un semplice e forte comando, pronunciato senza nemmeno appellarsi a Dio, come invece facevano gli esorcisti giudei e libera il povero indemoniato. Ciò provoca stupore e ammirazione, che si trasforma in domanda: “Che è mai questo? Un ‘insegnamento nuovo’, impartito con ‘autorità’!”.

La parola dell’omelia di Gesù e la sua parola pronunciata sull’indemoniato che produce l’effetto della sua liberazione, costituisce la novità dell’insegnamento, dato ‘con autorità’. L’autorità di quella parola è riferita al fatto che realizza ciò che annuncia, forza che è propria della Parola di Dio. Dunque la parola di Gesù ha in sé l’autorità di Dio e la vittoria sul principe del male ne è la chiara dimostrazione. Questo fa la novità del suo insegnamento. Le parole di Gesù sono dunque di qualità diversa, realizzano ciò che dicono, e questo suscita la domanda: cosa sta accadendo? Chi è dunque Gesù? Si sparge subito la fama in tutta la regione e viene spontaneo il confronto tra la  ‘novità’ del dire e del fare di Gesù rispetto alla ‘vecchiezza’ del dire e del fare degli  scribi. A differenza di Gesù essi sono ripetitori delle tradizioni degli antichi, vi sono in essi incoerenze tra parola e vita, e le loro parole non manifestano la novità e la forza dello Spirito. In Gesù parola e azione coincidono. Egli annuncia la novità del Regno di Dio con la parola e con i gesti che mostrano che  attraverso di Lui libera l’uomo dalle schiavitù del maligno e del male.

Parole e opere: ecco l’insegnamento nuovo di Gesù dato con autorità. Con la parola e l’azione Gesù diventa scuola permanente di vita nuova. Questo fa nascere lo stupore della gente che si domanda: “Che è mai questo?”. Ecco l’interrogativo che accompagna il lettore del vangelo di Marco, spinto continuamente a comprendere Gesù, la sua identità e la sua novità. Lui è quel profeta che Dio ha suscitato in mezzo al suo popolo e sulle cui labbra ha posto le sue parole. “Se qualcuno non ascolterà le sue parole che egli dirà in nome mio, io gliene domanderò conto“, così abbiamo ascoltato nella prima lettura. Chi ha domande su Cristo, chi vuol sapere di lui, accetti di mettersi alla sua scuola, di mettersi almeno tra gli spettatori che inizialmente accettano di ascoltare e vedere. Mettendosi in ascolto della sua parola e lasciandosi trasformare dalla sua grazia si giungerà all’esito positivo di diventare davvero suoi discepoli. Una domanda: cosa sappiamo noi veramente di Gesù e del suo insegnamento? Se uno ci chiedesse: Cosa ha insegnato veramente Cristo? saremmo capaci di rispondere, non per dire tutto, ma almeno i punti salienti del suo messaggio, senza ridurlo a qualche regola morale? E’ serio dire di seguire o parlare di Uno che non si conosce? E quale esperienza abbiamo della sua forza che ci trasforma e ci converte?    

                   +  Adriano Tessarollo