25 GENNAIO – MARCIA DELLA PACE DIOCESANA

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25 GENNAIO – MARCIA DELLA PACE DIOCESANA

Non più schiavi…

Il mese di gennaio è tradizionalmente dedicato alla pace, da quando nel 1967, il grande papa, recentemente beatificato, Paolo VI, ha indetto il 1° gennaio come giornata dedicata alla preghiera della pace. Quest’anno papa Francesco, in continuità con il cammino da lui tracciato ha proposto come tema “Non più schiavi ma fratelli” riferendosi alla lettera di San Paolo a Filemone, ad indicare che la fratellanza in Cristo ci ha resi tutti uguali. Renderà bene lo stesso Apostolo questo concetto: “Non c’è più giudeo, né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28). Ecco che l’Azione Cattolica, che da sempre si è mossa per sensibilizzare i bambini, ragazzi, giovani e adulti, anche quest’anno ha proposto per la nostra Diocesi un dossier che sviluppa questo tema attraverso riflessioni, attività, materiale bibliografico, un repertorio di film e canzoni che possono aiutare ad approfondire la tematica proposta dal papa.

La tematica principale per questo 2015 è la schiavitù, tutte le tipologie di schiavitù che possono esistere. I bambini possono comprendere e farsi portatori di questo messaggio, in particolare la dipendenza dai mass media; il “diverso” come non conforme ai canoni e quindi la paura dell’altro; stili di vita, conformismo eccessivo, temi che verranno poi ripresi durante la tradizionale marcia lungo il corso di Chioggia. Legata alla riflessione teorica c’è anche un’attività ludica, in particolare abbiamo chiesto di costruire, attraverso la fantasia dei bambini e dei ragazzi, delle catene. La catena è il simbolo della schiavitù, della limitatezza, della prigionia; ma ha un’altra valenza: può essere anche qualcosa che unisce, i singoli anelli danno forza, sicurezza, e si può allungare all’infinito. Questo vogliamo essere noi: portatori a tutti gli uomini di buona volontà dell’invito a divenire operatori di pace.

Ecco che dopo il convegno pubblico del 17 gennaio nella Pinacoteca SS. Trinità rivolto ad un pubblico adulto (vedi servizio a parte, ndr), l’apice di questo mese è la marcia della Pace questa domenica 25 gennaio. Ecco a grandi linee il programma della giornata: ore 10.45, ritrovo presso il piazzale della chiesa di San Giacomo (Chioggia); ore 11, Celebrazione Eucaristica in San Giacomo; ore 12.15, uscita dalla chiesa e trasferimento all’oratorio Don Bosco e pranzo a sacco; ore 13.30, inizio attività e giochi; ore 14.15, inizio Marcia lungo il Corso del Popolo con il seguente tragitto: Oratorio don Bosco – Piazza Duomo – San Giacomo – piazza Vigo e conclusione in chiesa San Domenico: ore 16, testimonianza di un’esperienza missionaria della Comunità Missionaria di Villareggia e conclusione.

Il tragitto è un po’ diverso dal solito perché si vuole dare maggior visibilità alla marcia. Oltre alla condivisione dell’esperienza della comunità Missionaria di Villaregia, che si è fatta promotrice di un’opera di pace e riconciliazione nella sua missione in Costa D’Avorio in un contesto politico e sociale colpito da una forte crisi, parteciperanno i profughi presenti in Diocesi, sostenuti dalla Caritas che animeranno qualche momento.

Significativa la conclusione nel Santuario del Crocifisso di San Domenico. Lì, nel Crocifisso, vediamo colui che ha spezzato le catene più dure, quelle del peccato. Accogliamo il grido di papa Francesco nel suo ultimo messaggio: “Dobbiamo riconoscere che siamo di fronte ad un fenomeno mondiale che supera le competenze di una sola comunità o nazione. Per sconfiggerlo, occorre una mobilitazione di dimensioni comparabili a quelle del fenomeno stesso. Per questo motivo lancio un pressante appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, e a tutti coloro che, da vicino o da lontano, anche ai più alti livelli delle istituzioni, sono testimoni della piaga della schiavitù contemporanea, di non rendersi complici di questo male, di non voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità, ma di avere il coraggio di toccare la carne sofferente di Cristo, che si rende visibile attraverso i volti innumerevoli di coloro che Egli stesso chiama «questi miei fratelli più piccoli»”.

don Yacopo Tugnolo