I GIORNI – Papa Francesco: la novità da guardare

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I GIORNI – Papa Francesco: la novità da guardare

Insieme con il caloroso abbraccio delle folle e la simpatia di molti, papa Francesco si vede puntare addosso sguardi meno benevoli. Un giro di articoli attorno a Natale ha contrapposto commenti e contro commenti, approvazioni e contestazioni. Persino gli attentati di Parigi hanno dato occasione a strane accuse contro il papa. In Italia e in Europa piace molto discutere, e i social network sono autostrade di parole. In questo confuso dibattito, emerge più la visione di chi interpreta, che non il papa stesso. Inseguendo le ondate di approvatori e denigratori, si perde il senso della navigazione e si finisce sulla battigia.

C’è un metodo semplice per compiere il tragitto: guardare e ascoltare veramente il papa. Il quale parla davanti a tutti: ogni mattina alla messa nella chiesa della residenza Santa Marta; ogni mercoledì all’udienza in piazza San Pietro; la domenica all’Angelus e spesso a una celebrazione eucaristica; incontra rappresentanti del mondo ecclesiale e civile, con comunità e gruppi; scrive e telefona a persone e gruppi, cinguetta su twitter, e tutto un seguito di altre iniziative. Il papa vive la sua formidabile missione di responsabilità con l’inventiva di un uomo libero, non ricattato da schemi o regole prefissate. Dobbiamo interferire nella sua libertà personale e nella sua intraprendenza? Soprattutto in questi giorni in cui si esalta la libertà di pensiero e di parola, vorremmo negarla al papa? Papa Francesco, non diversamente da chi l’ha preceduto, non vuole e non può cambiare la dottrina della Chiesa, professa fedeltà al Vangelo e alla tradizione cristiana, riconoscendo ‘quello che c’è già’. Nello stesso tempo, decide in modo nuovo, apre frontiere, lancia iniziative piccole e grandi con una capacità di inventiva e di intraprendenza che molti ‘dirigenti’ (e magari anche qualche parroco) ambirebbero avere per sé; sorride e abbraccia bambini e malati e sa dialogare con il pubblico della piazza; regala vangeli e libri di preghiere, e non solo corone e pergamene. Che cosa fare dunque? Prima di discutere i commenti e le interpretazioni di altri, vale la pena guardare i gesti che il papa compie e leggere direttamente e interamente i suoi discorsi. Si guarda il papa come si guarda un maestro, come si ama un padre, come si segue il vicario di Cristo. Quando riconosciamo l’oggettività della sua funzione e accogliamo il carisma della sua personalità, scopriamo di avere molto da imparare e anche qualcosa da correggere. E’ accaduto con tutti i papi precedenti, con la semplicità audace di Giovanni XXIII, l’equilibrio di Paolo VI, l’irruenza di Wojtyla, la sapienza di Ratzinger. Con tutti e con ciascuno siamo stati condotti a riconoscere l’essenziale, la signoria di Cristo. 

don Angelo