Nel cuore di Roma

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I giorni

Nel cuore di Roma

Nella stessa giornata della Messa con il Papa ci viene presentata un’altra formidabile occasione. Don Vittorio Vianello, nostro ‘patron’ in questa ‘passeggiata’ romana, ci apre le porte per una visita alla Cappella Sistina e ad alcuni settori dei Musei Vaticani. Ci accompagna un giovane professore d’arte, a sua volta ‘figlio d’arte’, poiché il padre lavorava già nell’ambiente vaticano. Attraversando una fuga di sale e corridoi arriviamo ad alzare il capo e spalancare gli occhi sugli affreschi della Creazione del mondo e del Giudizio universale, sulle scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, sul volto dei profeti e delle sibille. Rimaniamo avvolti dall’intero dramma della storia del mondo.

Entriamo nel ‘sancta sanctorum’ della Cappella Clementina, dove il Papa appena eletto va a pregare. Percorriamo le stanze di Raffaello e il corridoio delle carte geografiche, tra le quali individuiamo l’antico territorio della Diocesi di Chioggia e la laguna veneta con la cordonata dell’isola di Pellestrina. Percorriamo quasi di corsa l’ultimo tratto tra la folla discreta dei turisti. Ci attende un’altra novità: il percorso nei corridoi degli scavi del sepolcro di Pietro. Non appena alle tombe dei papi. Più sotto. Una donna spagnola, che parla perfettamente italiano, ci conduce per i meandri della necropoli del colle Vaticano, a individuare i sepolcri pagani frammisti a presenze cristiane. L’imperatore Costantino fece infrangere tutte le coperture dei tempietti sepolcrali, imbonendone di terra gli spazi, per dare consistenza al terreno sul quale fece costruire la prima basilica di San Pietro. Proprio qui, facendo livellare un colle scosceso! Il tesoro rimase nascosto per sedici secoli. Il tesoro era ed è la tomba di san Pietro. Negli anni fortunosi della seconda guerra mondiale la chiaroveggenza di Pio XII fece liberare dall’enorme massa di terriccio tutta la vasta cavità, e sapienti archeologi individuarono il percorso e i segni che conducevano al sepolcro di Pietro. Da qui – dovessimo salire in linea retta – ci troveremmo sotto il baldacchino del Bernini nella Basilica di San Pietro e arriveremmo fino alla croce del cupolone. Così in alto è salito questo sepolcro, così in largo è cresciuta la sua estensione. In una preziosa mattinata abbiamo percorso un cammino a ritroso: dall’attualità vibrante dell’incontro con il Papa, alla magnificenza del rinascimento con Michelangelo e Raffaello, per raggiungere il cuore stesso del pescatore di Galilea, ucciso nella persecuzione di Nerone e incessantemente venerato come pietra fondante della Chiesa. È una roccia che segue, e anzi precede tutto il popolo di Dio. Tornando a casa, lo sguardo che si posa sugli ambienti familiari continua a intravvedere l’orizzonte nel quale cose e persone di ogni giorno emergono in una nuova chiarezza e svelano la memoria di un’antica origine. (don Angelo)

Nella foto: Musei vaticani. Davanti all’antica cartina della laguna veneta.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 48 del 21 dicembre 2014