“Venite, benedetti del Padre mio… Via, lontano da me, maledetti…”

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PAROLA DI DIO / Solennità di Cristo Re (del vescovo Adriano)

“Venite, benedetti del Padre mio… Via, lontano da me, maledetti…”

Letture: Ez 34,11-12.15-17; 1 Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46

Due esiti diversi preparati da due sentenze contrapposte, concludono la predicazione di Gesù nel vangelo di Matteo, brano che ascolteremo in questa domenica. Una grande scena di ‘Giudizio’ che Matteo ritrae: Gesù, Figlio dell’uomo, convoca tutte le genti che hanno popolato l’intera storia dell’umanità, per una sentenza definitiva (vv. 31-33). Gesù Giudice si rivolge a due gruppi: “posti alla sua destra” (vv. 34-40) e “quelli posti alla sua sinistra” (41-45). Una sentenza finale descrive la differente situazione definitiva dei due gruppi sottoposti a giudizio (v. 46). Colpisce che per quattro volte è ripetuto l’elenco delle sei opere di misericordia, il cui compimento viene approvato e il cui non compimento viene biasimato, e che è la causa delle due differenti sentenze e conclusioni finali.

Si noti che nella domanda rivolta al giudice dai due gruppi la ripetizione è abbreviata, specie nella domanda dei condannati: tutte le sei opere vengono poste sotto il solo verbo ‘servire’: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o infermo o in carcere e non ti abbiamo servito?”. Il rifiuto di ‘servire’ è la ragione della perdita della salvezza: è su questo che l’evangelo vuole ammonire. Ma servire o non servire chi? E’ questo il punto centrale del racconto messo in scena; è questo che provoca la meraviglia da parte di entrambi i gruppi. Il Giudice entra in dialogo con le parti giudicate, riconoscendo loro di averlo servito o di avegli rifiutato il servizio quando era nel bisogno. Con meravigliata sorpresa, tutti esclamano: “Quando mai ti abbiamo visto… e ti abbiamo servito” o “non ti abbiamo servito ?”. Nella sua risposta il Giudice identifica se stesso in quei fratelli poco importanti ai quali essi hanno prestato o negato il servizio, affermazione solenne marcata dalle parole “In verità vi dico…”; non si tratta quindi di una opinione, ma di una verità solenne. Un gruppo dunque ha provato compassione verso i fratelli nel bisogno e si è prodigato per portare loro soccorso: e trova la piacevole sorpresa di scoprire che il Giudice divino si è sentito da loro amato e servito in quegli uomini. L’altro gruppo non ha prodigato il suo aiuto a uomini bisognosi e adesso si sente dire dal Giudice divino che nel rifiutare l’aiuto a quei poveri essi hanno negato a Lui il loro aiuto. Ma perché non averlo saputo prima? Ora, a noi che leggiamo questa pagina, Gesù l’ha detto e assicurato con autorità. Ora sappiamo cosa dobbiamo fare e verso chi. Ma chi sono quei ‘piccoli’ per Gesù? Sono quegli affamati, assetati, forestieri, nudi, malati, carcerati, che Gesù incontrava sul suo cammino e che anche noi oggi incontriamo. In essi noi serviamo Colui che incontreremo quale nostro Giudice divino, Re e Signore dell’Universo.   (+ Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 44 del 23 novembre 2014