“Bene, servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo signore”

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LA PAROLA DI DIO / Domenica XXXIII per annum (del vescovo Adriano)

“Bene, servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo signore”

Letture: Pro 31,10-13.19-20.30-31;1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30

Il racconto completo della parabola (forma lunga) ne rivela compiutamente il significato, mettendo in risalto il senso dell’insegnamento di Gesù: ciascuno ha ricevuto il suo dono perché lo faccia fruttificare e sarà chiamato a renderne conto a Dio. Ma vediamo i tre momenti della parabola. Dapprima un signore chiama i suoi servi e consegna a ciascuno una somma sempre molto considerevole, anche se di quantità diversa, e se ne parte. Quel padrone è Dio che a tutti offre i suoi doni, pur nella diversità, e affida alla libertà e fantasia di ciascuno il modo di metterli a frutto. La parabola poi illustra il comportamento dei tre servi: due mettono a frutto il dono grande ricevuto, il terzo lo nasconde, lasciandolo infruttuoso.

Alla fine, nella terza scena, abbiamo il ritorno del padrone e l’invito ai servi di rendicontare come hanno fatto fruttare il dono ricevuto. Intanto il fatto che il padrone ritorni lascia intendere che quel padrone, Dio, non sparisce per sempre dalla nostra vita, ma ci dà un tempo dopo il quale egli si ripresenta. E si ripresenta per chiedere conto! Ne risulta allora che il dono è un affidamento di responsabilità, non un dono dato ‘a perdere’, né perché sia lasciato infruttuoso! Vigilare, vegliare, vivere nell’attesa significa essere operosi nel servizio, non vivere nella pigrizia, come diceva papa Francesco martedì 11 novembre scorso nella messa a Santa Marta. Nel ‘gran finale’ della parabola Gesù ci dice che in questa operosità nel servizio, attraverso la quale mettiamo a frutto ciò che Dio ha dato, anche se in maniera diversa, noi ci giochiamo il nostro futuro di salvezza o di condanna. Ognuno è chiamato a dare secondo quanto ha ricevuto. Una immagine che invita ciascuno a valutare e riconoscere i propri doni, tenendo conto che Dio li considera importanti per il bene e il servizio di tutti, sapendo che su questo ci giochiamo la nostra salvezza eterna.   (+ Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 43 del 16 novembre 2014