La signorina Salce

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Parrocchia S. Giacomo. Si è spenta dopo una lunga vita di servizio

La signorina Salce

Per me è stato davvero un dono averla incrociata lungo il percorso della mia vita. Sto parlando di Giovanna Salce o meglio, come tanti la chiamavano con tono di rispetto e venerazione, “la signorina Salce”. È morta a 90 anni il 23 ottobre scorso: l’ultimo saluto sabato pomeriggio nella chiesa di S.Giacomo alla messa concelebrata da una decina di sacerdoti, presenti i numerosi nipoti e la comunità riconoscente. Mi aveva colpito fin da giovane seminarista la sua intraprendenza, l’essere donna dal carattere forte e deciso, la sua presenza sia nel campo assistenziale e sociale come nella pastorale parrocchiale e diocesana, ma soprattutto ero stato toccato dal suo amore per Gesù Eucaristia.

In san Giacomo e nella chiesetta, prima della Santissima Trinità e poi in quella di san Francesco, aveva il suo posto fisso. La celebrazione dell’Eucaristia e l’adorazione eucaristica avevo capito che ritmavano la sua giornata. Aveva un amore forte per la sua famiglia e i suoi parenti. Mi raccontava spesso dei suoi genitori e dei suoi fratelli che ormai aveva tutti in cielo, ma anche come quell’amore fosse stato colmato dai suoi nipoti e pronipoti di Chioggia e Sottomarina, ma anche di Torino e di Roma. Con l’inclusione della famiglia che le abitava sopra e delle badanti che con grande dedizione in questi ultimi anni l’accudivano. Era gioiosa di aver scelto il Signore come Sposo della sua vita, essendosi consacrata a Lui nell’Istituto secolare delle Missionarie degli Infermi Cristo Speranza. Spesso il discorso andava sulla serva di Dio Germana Sommaruga che la aveva accolta personalmente nella fraternità religiosa e le aveva voluto un gran bene. Due volte all’anno un gruppo di sorelle veniva a Chioggia e per lei era una gran festa accoglierle nella sua casa offrendo loro un pranzo squisito. Le vacanze poi nella loro casa di Bosco diventavano motivo della nostra conversazione per tanto tempo. Aveva scelto la nostra città come campo del suo apostolato di annuncio del Signore e di carità verso i fratelli. Attiva nella catechesi, nell’Azione Cattolica, nell’Apostolato della preghiera, ministro straordinario della Comunione, presidente dell’Avulss per ben 25 anni e da ultimo animatrice del gruppo anziani della parrocchia. Donna dal cuore grande e con un forte spirito missionario. Chi andava a farle visita anche in questi ultimi anni, segnati dall’infermità, la trovava sempre con l’uncinetto in mano e ricoperta di fili di lana che con pazienza districava e aggiungeva nella tonalità giusta dei colori ai quadrati che poi diventavano coperte per i poveri delle Missioni. Aveva accettato gradualmente la sua condizione e aveva capito che la sua ultima “opera” consisteva nel pregare, lavorare e offrire tutto a Gesù che ogni mattina riceveva presente nell’Eucaristia. Ha atteso tanto la festa per i suoi novant’anni a settembre e poi ha capito che il tempo “di preparare la valigia” per il cielo era giunto. Più volte in questo ultimo mese mi ha chiamato per la confessione e dieci giorni fa per quella vissuta in modo generale. In segreteria telefonica mi lasciava spesso i suoi messaggi insistenti con quel suo particolare tono di voce: “Venga che ho bisogno”, “La aspetto quanto prima”, ma anche “Oggi venga a prendersi il pesce” o “Ci sono dei buoni gnocchi anche per lei”. Ha voluto tanto bene ai preti e al Seminario e a me in modo speciale. Quanto ci ha donato in esemplarità di vita e in vissuto evangelico ci resti in benedizione. Al buon giorno rispondeva sempre “per tutto il giorno”. Ora, cara Giovanna, che vivi nel Signore il giorno senza tramonto, continua a pregare per tutti noi. Arrivederci in Paradiso.                               (padre Cesare – monaco eremita di città)

 

da NUOVA SCINTILLA 41 del 2 novembre 2014