Adesso si fa, insieme!

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Adesso si fa, insieme!

Assemblea dei catechisti. Si parte tutti col nuovo cammino dell’I.C. con indicazioni precise

Una prima considerazione è da farsi: è confortante vedere quanti laici sono ancora disposti a mettersi al servizio di Cristo nella Chiesa, assumendosi in prima persona il compito dell’evangelizzazione. Si deve gratitudine al gran numero di catechisti (in maggioranza donne) che nella nostra Diocesi si mettono a disposizione della propria comunità parrocchiale per la catechesi, certo anche con sacrificio e fatica, ma soprattutto con un senso forte di corresponsabilità. Erano in circa duecento all’assemblea di domenica 26 ottobre, al “Buon Pastore”, a rappresentare anche quelli che non hanno potuto partecipare, e il vescovo Adriano li ha sinceramente ringraziati per l’opera cui gratuitamente si prestano, essendo un esempio per tutti, anche per i presbiteri, che per altro erano presenti in molti all’assemblea, a nome di tutte le Vicarie e di gran parte delle parrocchie o Unità Pastorali della Diocesi.

 

All’ordine del giorno era prevista la riflessione sugli Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia: “Incontriamo Gesù”, che i vescovi italiani hanno definito per il rinnovamento della catechesi.

Gli interventi del vescovo Adriano, di don Antonio Chiereghin, di padre Pietro Bettelli e in conclusione di don Danilo Marin, direttore dell’UCD, hanno definito alcune linee che intendono indirizzare la prassi catechistica nella nostra Diocesi, fondate su quanto appunto sostenuto negli “Orientamenti” stessi.

Il vescovo ricordava come questa fosse la 6ª assemblea che presiedeva e come ormai da sei anni si ragionasse sul rinnovamento dell’Iniziazione Cristiana, cercando di convincersi sulle ragioni del cambiamento. Due comunità, S. Mauro di Cavarzere e il Buon Pastore di Sottomarina, hanno iniziato per prime e lo scorso anno, altre comunità hanno seguito lo stesso percorso, i cui punti di forza sono: ispirazione catecumenale del cammino; coinvolgimento più pieno dei genitori; “ordine teologico” dei Sacramenti: battesimo, cresima ed eucaristia, con questi ultimi due da celebrare insieme tra il 5° anno della Primaria ed il 1° della Secondaria di I grado, ordine che, come sostenuto in molti autorevoli documenti e studi, meglio esprime il significato dell’Eucaristia come “culmen” della vita cristiana e dell’appartenenza alla Chiesa; coinvolgimento di tutta la comunità nel percorso; attenzione alla fase da 0 a 6 anni (cammini prima e dopo il battesimo) e alla mistagogia dopo la ricezione dei Sacramenti. Su questa ultima tappa si tratta di investire con fede, speranza e creatività, perché è in questa che si gioca la credibilità di tutto il cammino. Lo scopo del tutto è chiaro: fare incontrare Gesù agli uomini e alle donne del nostro tempo.

Padre Pietro ha delineato lo schema del percorso previsto in quattro anni (un anno di accoglienza e tre di catecumenato con la celebrazione dei Sacramenti nel quarto), cui segue la mistagogia; nello stesso tempo sono stati definiti i contenuti da affrontare e gli obiettivi da raggiungere. Strumenti essenziali del percorso rimangono i catechismi della CEI. Gli incontri con i bambini e i ragazzi restano settimanali, mentre almeno un incontro al mese è riservato ai genitori. Viene seguita la scansione dell’anno pastorale con celebrazioni collocate nei momenti forti. La sintesi del percorso con il materiale da utilizzare (schede per incontri e testi per le celebrazioni), si può trovare nel sito della Diocesi (www.diocesidichioggia.it) o chiedere all’UCD (danilo.marin@tin.it).

Si è toccato anche il tema della preparazione dei padrini e delle madrine, che dovrebbe essere maggiormente curata per renderli più consapevoli della responsabilità che si assumono, e si è ribadita la necessità di un cammino uniforme tra parrocchie, con decisioni in questo senso da prendere nei Vicariati e a cui attenersi, per evitare migrazioni di famiglie da comunità con percorsi più impegnativi ad altre con cammini più “elastici”. Il vescovo Adriano ha richiamato il valore del rimanere nella comunità di appartenenza territoriale, con eventuali eccezioni da concedere solo per particolari situazioni da valutare da parte del parroco.

Alla fine il mandato con la preghiera ha concluso un’assemblea che aveva lo scopo di sciogliere alcuni nodi che sembravano ancora irrisolti e che ha rincuorato in vista di un rinnovamento che non è rivoluzionario, ma punta ad un cambiamento di mentalità: la fede in Gesù non è solo da consolidare, ma anche da suscitare, nella logica di un primo annuncio che va continuamente rinnovato. (F. Marangon)                                

(Foto Donaggio)                      

 

da NUOVA SCINTILLA 41 del 2 novembre 2014