P. Raimondo, testimone

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Filippini. La messa mensile celebrata da mons. Cinzio Zennaro

P. Raimondo, testimone

Monsignor Cinzio Zennaro ha presieduto l’Eucaristia, celebrata con Padre Tommaso Sochalec, giovedì 18 settembre nella chiesa dei Filippini facendo memoria del servo di Dio P. Raimondo Calcagno, di cui la Chiesa sta ora esaminando l’abito virtuoso, al fine di offrirci un testimone qualificato della Verità con la sua vita interiore e lo stile sacerdotale fecondo. P. Raimondo – suggerivano le letture della Messa – si è rivelato un prete “santo” nel comunicare la Parola di Dio avendola interiorizzata con la preghiera eucaristica, che era il fulcro di ogni sua attività, che faceva breccia nel cuore di tutti, che trasformava, orientava, toccava l’animo…

Un prete “santo” per aver educato centinaia di fanciulli poveri e abbandonati della città con un progetto diuturno diretto alla formazione integrale della persona umana, nel rispetto della libertà e dell’autonomia individuale, attraverso il gioco, il catechismo, il canto, le fiabe a sfondo morale, con un linguaggio piano, persuasivo, amandoli fino alla fine. Un prete “santo” nell’esercizio del perdono incoraggiando i penitenti ad immergersi in Gesù Cristo “torrente della divina misericordia”, che cura, guarisce, conforta, prende per mano… Un’opera silenziosa, compiuta nella penombra, in uno specialissimo colloquio di salvezza durante il quale capiva le debolezze umane, sulle quali non si soffermava molto, mentre esortava alla preghiera. Un altro Curato d’Ars! Tre aspetti – secondo mons. Cinzio – presentati con la solita concretezza e con chiarezza espositiva che ben riassumono Padre Raimondo e delineano chi è il prete e quale deve essere il suo compito oggi, il messaggio di speranza da calare nei dubbi della quotidianità: annunciare la Parola, educare la gioventù, ridonare la vita divina. L’altare, il ricreatorio, il confessionale devono ridiventare i luoghi della santificazione per il prete, il religioso, il seminario, la comunità cristiana, la diocesi per poter coltivare nuove vocazioni (tanto necessarie), trasformando – come suggeriva Padre Raimondo – tutti i momenti della giornata in occasioni per amare Dio e servire con gioia i fratelli, spalancando le finestre della vita al vento azzurro della misericordia e della tenerezza nei confronti delle famiglie in difficoltà e delle persone emarginate e “periferie delle comunità cristiane”, donando ogni giorno corolle di bontà e raffiche d’amore, piegandosi su Cristo presente nel povero, nell’affamato, nella pecorella smarrita… (R. Chiozzotto)

 

da NUOVA SCINTILLA 36 del 28 settembre 2014