L’apertura alla Parola di Gesù, la volontà di un nuovo cammino

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LA PAROLA DI DIO / Domenica XV del tempo ordinario (del vescovo Adriano)

L’apertura alla Parola di Gesù, la volontà di un nuovo cammino

Letture: Is 55,10-11; Rom 8,18-23; Mt 13,1-23

Mt 13,1-23: “A voi è dato di conoscere i misteri del Regno dei cieli”

La parabola del “Buon Seminatore” è la prima delle sette parabole del capitolo 13 del vangelo di Matteo. Gesù utilizzava le parabole per portare i suoi uditori a capire e ad accogliere il messaggio e il dono di Dio che egli comunicava. Il riferimento all’esperienza quotidiana vissuta infatti doveva rendere non solo comprensibile l’insegnamento ma anche accettabile il cambiamento che Gesù proponeva. Sia Gesù che gli uditori avranno seminato tante volte il loro campicello. La semina veniva fatta in autunno, sui terreni spesso irregolari della Galilea. I campicelli erano sassosi, attraversati da piccoli sentieri che servivano da scorciatoie dal tempo del raccolto precedente fino alla nuova semina. Il seminatore prima spargeva la semente, dopo passava col piccolo aratro tirato da un asinello per coprire la semente.

Poi all’arrivo delle piogge di autunno il seme cominciava a germogliare. Nel tempo tra la semina, l’aratura e le piogge gli uccelli potevano mangiare qualche chicco di grano rimasto in vista nei piccoli sentieri che attraversavano il campo. Già con la rugiada della notte i chicchi di grano cominciavano a germogliare, ma dove c’erano sassi e poca terra le pianticelle, al calore del sole, si seccavano. Dove poi c’erano rovi ed erbacce, queste crescevano più in fretta delle pianticelle di frumento e le soffocavano fino a farle morire. Ma sul terreno “buono” le piante maturavano e le spighe diventavano cariche di chicchi di grano. Così è della Parola che Gesù annuncia: come il seme essa ha in sé la vita e la forza, cioè “ha in sé la capacità di portare frutto” in chi la accoglie. Gesù dunque vuole incoraggiare i suoi discepoli (gli evangelizzatori) a porgere instancabilmente tale dono agli uomini con fiducia in quella Parola donata.

Ma Gesù vuole anche attirare l’attenzione sulle condizioni necessarie perché la “semina” della Parola di Dio sia efficace. Le condizioni fondamentali sono due. Prima, l’apertura e l’interesse per Gesù e la sua Parola che soli permettono alla Parola stessa di essere efficace: “Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza”. L’incredulità fuori della Chiesa e la noia dentro la Chiesa nei confronti della Parola del vangelo la rendono inefficace. L’altra condizione è la volontà di fare un effettivo cammino nuovo di vita che permette alla Parola di mettere solide radici in noi: non basta ascoltarla solo superficialmente. La parola richiede solida coerenza anche di fronte alle necessarie prese di posizione che l’evangelo richiede. Bisogna infine non trascurare la Parola, presi esageratamente dalla “preoccupazione del mondo e l’inganno della ricchezza”. Con questa espressione Gesù intende una vita che non riesce a fare il debito spazio e attenzione per coltivare la nostra vita spirituale e religiosa, totalmente presi e abbagliati dagli affari e passioni terrene, senza concedersi lo spazio per l’ascolto della sua Parola. Solo a questa condizione la Parola, seminata su ogni terreno, può produrre i suoi frutti abbondanti per l’oggi e per il ‘domani’. (+ Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 28 del 13 luglio 2014