Rinnovato l’assetto alla cappella settecentesca dell’episcopio

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Rinnovato l’assetto alla cappella settecentesca dell’episcopio

Rivestita con un antico coro ligneo

Per la festa dei Ss. apostoli Pietro e Paolo è stato praticamente ultimato il nuovo assetto nella cappella dell’episcopio. L’ultimo intervento risaliva alla metà degli anni ’90, durante l’episcopato di mons. Magarotto. I restauri dell’episcopio eseguiti nel 2009 per l’arrivo in diocesi vescovo Adriano non avevano interessato la cappella: si era lasciato il riordino della cappella a discrezione del nuovo vescovo. Effettivamente in questi ultimi cinque anni il vescovo, se libero da impegni pastorali, ha concelebrato in cattedrale alla messa capitolare del mattino.

Finalmente in questi ultimi mesi si è presentata l’opportunità della sistemazione della cappella. E questo in seguito alla scoperta casuale (risalente al 2011) che il coro ligneo presente nella chiesa cinquecentesca di Brondolo era della diocesi.

Si sono espletate le pratiche di rito con la Soprintendenza, così il coro di fine settecento, dopo una semplice manutenzione ordinaria (antitarlo), è ritornato in Città, riposizionato nella cappella del Palazzo Vescovile.

È giusto dire che il coro è ‘ritornato’ in Città, perché inizialmente era stato creato per la chiesa di Nostra Signora in Chioggia, demaniata in epoca napoleonica. Ma nel 1882 il canonico penitenziere della cattedrale Felice Penzo aveva acquistato a sue spese – e con tutti i crismi – la chiesa, intenzionato a intestarla poi ai terziari francescani della Città, perché si continuasse a officiarvi. Sennonché prima di morire l’esimio canonico lasciò il tutto – con regolare atto notarile – alla domestica Nordio A. che, venutasi a trovare in strettezze economiche, intorno al 1929 vendette dapprima l’ala dell’oratorio delle Stigmate, poi anche la chiesa. Per non far cadere in mani profane l’arredo della chiesa (pulpito, orchestra, confessionale, sacrario, Via Crucis, ecc.), con il consenso del Capitolo la Nordio lo vendette a prezzo stracciato al rettore della chiesa di Brondolo, don Luigi Cesarin. Tra i vari oggetti dell’arredo, acquistati nel 1934 da don Cesarin, c’erano anche le due spalliere del coro in noce, che perciò a distanza di ottant’anni passano a ornare la cappella del Palazzo Vescovile. Sono state opportunamente riposizionate alle pareti della cappella episcopale e rivestono le tre parti libere dall’altare, conferendo un’aura di intimità alla piccola aula. L’arredo della cappella è stato completato con due dipinti provenienti dal deposito del Museo diocesano: collocati a mezza parete sopra le spalliere, aggiungono un ulteriore tocco di fascino. Sono il bozzetto della Decapitazione dei Ss. Felice e Fortunato di Marcantonio Franceschini (1728) e il quadro della Fuga in Egitto, pure settecentesco, attribuibile a pittore di ambito ferrarese (Bernardo Strozzi o Francesco Maffei). Così, ora la cappella è diventata più dignitosa, può accogliere meglio la preghiera liturgica e personale dei vescovi. Come pure è diventato più dignitoso il salone d’onore, completato con i due dipinti seicenteschi già in area astigiana, relativi al ciclo della Croce: Venerazione della santa Croce e L’Ultimo Giudizio di Cristo. Provengono da una raccolta privata. (G. Marangon)

La cappella dell’episcopio e il salone d’onore sono visitabili con guida (nella gratuità) dalle ore 21 alle 21.30, nei seguenti mercoledì di luglio: 9, 16, 23, 30. Punto d’incontro Giardinetti Sagraeto, area a sud della cattedrale.

 

da NUOVA SCINTILLA 27 del 6 luglio 2014