Parrocchia “turistica”

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ALBARELLA. Dalla Pasqua iniziative di accoglienza

Parrocchia “turistica”

All’insegna della “bellezza” dell’isola, l’ascolto e le proposte

Con la Pasqua è ripreso il servizio pastorale nell’Isola di Albarella di Rosolina. Si potrebbe dire che con la Pasqua anche il sacerdote risorge ad una vita pastorale nuova e diversa da quella vissuta in questi mesi, anche se importante perché sempre e nonostante tutto un servizio “alla” chiesa, “nella” chiesa e “per” la chiesa in “obbedienza” alla chiesa. Come vivere da cristiani questo periodo dell’anno? Come fare in modo che questi quattro mesi di tempo libero non equivalgano a tempo senza senso se non addirittura vuoto e sprecato? È la domanda che ritorna con una certa insistenza in chi è chiamato a fare pastorale in vacanza e con chi è in vacanza.

Una risposta penso sia quella, prima di tutto, di convincersi che le vacanze e l’estate non sono “nemici” della fede, a patto che abbiano un “centro interiore” che fa del tempo libero un “tempo liberato e liberante”, che rinforza e ricrea il corpo come lo spirito. Come arrivare a questo “centro”? La risposta può essere questa: fare parrocchia in una parrocchia “speciale” (fatta di parrocchiani che provengono da altre parrocchie) non significa proporre cose eccezionali ma vivere in maniera “eccezionale” le realtà pastorali più ordinarie: la liturgia eucaristica, la preghiera del vespero, la “lectio divina”… lo stare amichevolmente con la gente che si incontra per strada o al centro commerciale o al centro sportivo, o alla mensa degli operai e impiegati, o addirittura in spiaggia. Donare a tutti, ospiti, operai e impiegati nel lavoro balneare, un sorriso fraterno, un senso di familiarità, salutando sempre tutti anche quelli che non ti conoscono e che tu non conosci o addirittura parlano una lingua diversa dalla tua (ci si capisce “parlando” con i “gesti” del sorriso e dell’accoglienza). Essere pastori “premurosi” nell’ascoltare, nell’ospitare e accogliere tutti e qualsiasi, anche chi professa una fede diversa dalla tua. Accanto alla parola accoglienza il vocabolario della pastorale del turismo penso dovrebbe contenere la parola “bellezza”. Cosa intendo dire? Più che fare cose belle è importante rendere belle le cose e le proposte che rientrano nella “ordinarietà” della pastorale di tutti i giorni e settimane. Diceva da cardinale Joseph Ratzinger: “Affinché oggi la fede possa crescere, dobbiamo condurre noi stessi e gli uomini in cui ci imbattiamo a entrare in contatto con il bello e annunciare la verità della bellezza… La via della bellezza apre ad orizzonti sconfinati di senso”. Ad Albarella non è difficile incontrare il “bello”. Infatti si coniugano insieme e contemporaneamente il verde delle piante con l’azzurro del mare, la sabbia della spiaggia con la morbidezza dell’erba, la varietà dei colori al tramonto o all’alba con la simpatia dei volti che incontri, nel silenzio meditativo della chiesa e del bosco come nella confusione della folla e della musica delle feste e spettacoli programmati per i turisti … tutto è bello! Anche la liturgia, la presenza, il dialogo, “l’esserci” mi auguro sia bello e per questo mi impegno a renderlo tale. Un tocco di bellezza alla liturgia può essere l’aver introdotto uno strumento musicale che rende bella, solenne, vivace e festosa la celebrazione. Si capisce che a chi opera in una località turistica, non solo come Albarella, non viene chiesto un sovraccarico di lavoro pastorale ma piuttosto un ”atteggiamento” spirituale e mentale per far conoscere Gesù Cristo in un clima di fraternità, accoglienza, familiarità e ospitalità… suscitando lo stupore della bellezza in ciò che si fa e si propone. La comunità cristiana “è in vacanza” quando è in grado di “qualificare” spazi, occasioni e tempi già esistenti, come “luoghi” per conoscersi, conversare, ascoltarsi e interrogarsi…. Allora la vacanza diventa il tempo dell’”io” e del “noi” che gratifica realmente i bisogni più profondi della persona. Detto in altre parole: il Vangelo non va in vacanza, piuttosto è la vacanza che si tinge di Vangelo, pur mantenendo le sfumature tipiche della vacanza, della festa e del gioco. Per tradurre concretamente questa riflessione la prima proposta di pastorale del turismo è quella di tenere la porta della canonica sempre aperta per “ascoltare” e dialogare, scambiare qualche parola in un clima di familiarità, molto spesso un dialogo che, senza averne l’intenzione, diventa accompagnamento spirituale o addirittura si conclude con la celebrazione della stessa confessione anche al di là degli orari indicati. L’essere ascoltato, dispone il turista a mettersi in ascolto; la simpatia e la stima donata dalla Comunità, porta a ricevere altrettanta simpatia e stima.

Proponiamo ogni venerdì (dalle ore 21 alle 22) la “Lectio Divina” sul Vangelo della domenica. Ogni sera, a partire da giugno fino alla fine di settembre (ore 19), la celebrazione dell’Eucaristia con inserita la preghiera del Vespero, preceduta dalla preghiera del S. Rosario. Due SS. Messe domenicali e festive (ore 12.30 e 19) e quella prefestiva (ore 19). Quest’anno intendiamo offrire un segno di ospitalità e accoglienza ai numerosi fratelli e sorelle di rito ortodosso (prevalentemente russi e ucraini) che da qualche anno popolano l’Isola proponendo loro una domenica al mese la liturgia “russo-ortodossa” presieduta dal parroco rumeno Pr. Munteanu Julian, residente a Treviso (domenica 20 luglio e domenica 17 agosto). E così la parrocchia turistica diventa anche ecumenica.

Accoglienza, ascolto, simpatia, familiarità e accompagnamento sono rivolti ai genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli e ai fidanzati (che hanno l’abitazione nell’Isola) che celebrano il Matrimonio nel clima delle vacanze (per ora sono 9 i Matrimoni prenotati). Ai genitori doniamo il catechismo dei bambini “Lasciate che i bambini vengano a me”, con una personale dedica e dopo aver illustrato brevemente il suo contenuto con il relativo utilizzo. Un regalo che diventa non solo un segno di affetto ma quasi un “mandato” ad essere educatori alla fede contando su uno “strumento” (il catechismo) che li abilita a questo compito. Ai fidanzati doniamo la Bibbia come invito a costruire la casa del loro amore sulla “roccia”. Non mancano le occasioni per far sentire l’affetto pastorale a chi è ammalato o portatore di handicap: ogni anno l’Isola ospita associazioni che organizzano un breve ma intenso periodo di vacanza per questi nostri cari amici: sono occasioni di contatti di spontanea familiarità anche con gli organizzatori e animatori che arricchisce chi ospita e chi viene ospitato. Tutto questo (lo sottolineo) mai nella logica dello “strafare” ma nell’intenzione di essere parrocchia turistica che evangelizza offrendo all’ospite quello che “è” e quello che “ha” nella forma migliore e più “bella”: la sua fede, il suo servizio soprattutto ai più “poveri” (che non mancano mai anche in vacanza), la pratica sacramentale, la coltivazione della vita spirituale, la sua festa Patronale S. Nicolao De la Flue (3 agosto) con il triduo di preparazione, la sua bellezza artistica… ma soprattutto l’ospitalità, il dialogo, l’ascolto, lo scambio reciproco di tradizioni e di esperienze di fede vissute nelle parrocchie di origine. Questo non fa di Albarella una parrocchia straordinaria, anche se “speciale”, ma semplicemente una parrocchia turistica che tende ad esprimere la “Gioia del Vangelo”. (don Massimo)

 

NB. Il power-point annunciato nell’edizione cartacea al momento non è disponibile.

 

da NUOVA SCINTILLA 19 dell’11 maggio 2014