“Questi é mio Figlio… ascoltatelo”

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PAROLA DI DIO / II Domenica di Quaresima (del vescovo Adriano)

“Questi é mio Figlio… ascoltatelo”

Letture: Gen 12,1-4; 2 Tim 1,8-10; Mt 17,1-9

Il brano della ‘Trasfigurazione’ viene dopo l’annuncio che Gesù fa della sua passione e croce e dell’invito rivolto ai discepoli di seguirlo per quella strada. Cristo è giunto dunque al compimento della sua missione e vuole condurre anche i discepoli allo stesso compimento. Perciò bisogna ascoltarlo. Nel racconto della tentazione di domenica scorsa sull’alto monte (4,8) Gesù ha ricevuto la proposta seduttrice della ‘gloria passeggera del mondo’. Oggi sul monte della Trasfigurazione (17,1) Gesù anticipa la sua gloria definitiva della risurrezione. Ma alla gloria definitiva Gesù giunge attraverso la croce. Dopo la risurrezione i discepoli vedranno il Risorto “sul monte che Gesù aveva loro indicato” (Mt 28,16). E i discepoli sono coinvolti in tutta questa vicenda di Gesù. Anzi è discepolo di Gesù proprio chi si lascia

coinvolgere in questa vicenda e in questo cammino di Gesù. Ecco il ruolo dei tre discepoli che sono lì presenti: ciò che accade a loro vale per tutti. I tre discepoli sono gli stessi presenti al Getsemani (26,37), luogo e momento della grande prova che Gesù vive nella sofferenza. La Trasfigurazione di Gesù rimanda alla corporeità, trasfigurata e resa luminosa, degli uomini risorti da morte: “Allora tutti i giusti risplenderanno come il sole nel Regno del Padre loro” (Mt 13,43). I discepoli, cioè anche noi, siamo invitati a vedere in Gesù colui che apre la via, che conduce a questo compimento, a questa meta. Mosè ed Elia compaiono nel racconto per dire che, come scrive san Paolo (1Cor 15,3-5), la morte e la risurrezione di Gesù, anticipate nella Trasfigurazione, sono ‘secondo le Scritture’. Pietro desidera fissare la situazione che annuncia il punto di arrivo del cammino di Gesù e del discepolo. Ma ecco la voce di Dio, centro di tutto il racconto, proclamare Gesù “Figlio di Dio” e in quanto tale portatore di salvezza. Chi vuol giungere alla meta definitiva della sua esistenza, deve rivolgersi a lui e seguire lui. La visione di Gesù “trasfigurato, splendente come il sole con le vesti candide come la luce” è resa chiara e interpretata dalla parola: “Questi è il mio Figlio diletto…”. Lui bisogna ascoltare! Di fronte a questa grande esperienza di rivelazione i tre “cadono a terra, sbalorditi”. Gesù li fa uscire dalla ‘visione’ e le sue parole spiegano la ‘visione’ in riferimento alla sua “risurrezione dai morti”. (+ Adriano Tessarollo)

 

da NUOVA SCINTILLA 11 del 16 marzo 2014