Le badanti pregano per l’Ucraina

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In chiesa S. Francesco a Chioggia

Le badanti pregano per l’Ucraina

Entrando in questi giorni in chiesa san Francesco a Chioggia – qui dove si svolge l’adorazione eucaristica ogni pomeriggio – si rimane sorpresi. Che cosa sono quei sei ceri – tre da una parte tre dall’altra – e quei due drappi ornati, distesi come tovaglie sulle balaustre di fronte all’altare? Non sono ornamenti per una strana liturgia di carnevale. Sono invece i segni della preghiera che le badanti provenienti dall’Ucraina svolgono ormai da due settimane, da quando sono scoppiati i disordini nella piazza di Kiev, con tanti morti e feriti. Abbiamo visto in questi giorni sugli schermi televisivi, nei volti di alcune ragazze e di molti giovani, il volto e il cuore dell’Ucraina, drammaticamente espressivo del desiderio di libertà. Una

libertà per la quale si può ancora combattere e morire. E tuttavia è meglio vivere: vivere liberi e in pace. Non è solo opera di uomini la pace, ma è opera di Dio. Le donne si riuniscono in preghiera ogni giorno dalle 14,30 alle 15,30, l’orario che coincide per molte di loro con la pausa dal lavoro nelle nostre famiglie. Pregano per figli e parenti, per gli amici e per la loro nazione, perché ritornino serenità e pace. Pregano il rosario in modo accorato e ad alta voce, quasi una supplica gridata al Signore attraverso Maria, e la voce spesso è rotta dalle lacrime; lo intervallano con lunghe litanie cantate, nelle quali il lamento si fonde con la fiducia. Domenica scorsa hanno celebrato con padre Ivan la Divina Liturgia in suffragio dei defunti con grande solennità e partecipazione di cuore e di popolo; i gradini dell’altare erano strapieni di grossi ceri rossi. Don Cesare ha assicurato che gradualmente ciascun cero diventerà una lampada che arde davanti al Santissimo giorno e notte, come richiesta di pace per il popolo ucraino. Durante la giornata, quando escono per la spesa, le donne entrano in chiesa e sostano davanti all’altare della Madonna, accendono ceri e fanno lunghi inchini e segni di croce, secondo la loro usanza. Dal primo giorno, quando si sono presentate a chiedere di poter pregare, hanno detto che la loro fiducia non può essere riposta se non in Gesù e Maria. Le badanti che si riuniscono a pregare a Chioggia e in tante altre parti d’Italia, chiedendo pace e libertà per il popolo ucraino, rendono a tutti noi cristiani e al mondo una testimonianza di fede e di preghiera, a dir poco unica!   (a.b.)

 

da NUOVA SCINTILLA 9 del 2 marzo 2014