La carità vissuta, oltre l’elemosina

Facebooktwitterpinterestmail

UNITALSI. Epifania in casa di riposo a Cavarzere

La carità vissuta, oltre l’elemosina

Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, il personale dell’Unitalsi della Sottosezione di Chioggia è stato invitato ad animare la festa tenutasi in casa di riposo Danielato a Cavarzere. Con grande piacere abbiamo colto l’invito sapendo di rendere felici per poche ore gli ospiti. Per noi volontari è stato motivo di riflessione su quanto amore possiamo dare ad una persona, magari sola, anziana o malata che si trova a vivere i suoi ultimi anni in una struttura lontano dagli affetti dei suoi familiari o a qualcosa che per noi fa parte del quotidiano mentre per loro è rimasto solo un ricordo.

La testimonianza di una Sorella Unitalsiana

Epifania 2014 per capire che la carità non è elemosina. Tornando a casa pensavo quante volte mi chiedono l’elemosina e

metto la mano in tasca consegnando una moneta senza nemmeno sapere a chi l’ho consegnata perché non alzo lo sguardo per vedere gli occhi di chi mi sta davanti (come invece ci ha suggerito Papa Francesco) e sbagliando penso di aver fatto carità ma è solo un’illusione che mi fa comodo coltivare. Oggi ho cercato di fare carità in maniera diversa vivendo con gli amici dell’Unitalsi due ore nella casa di riposo Danielato di Cavarzere. In questo poco tempo c’è stato chi si è vestito da befana, oppure insieme abbiamo cantato, ballato, suonato, consegnato le calze, porto loro una semplice fetta di panettone o un bicchiere d’acqua. Posso dire che nei loro volti – sembrerà strano (per noi) – c’era tanta felicità; a volte noi pensiamo che serva chissà che cosa per fare carità e rendere felice una persona, ma basta veramente poco. Questi sono i veri talenti che ci hanno consegnato, non servono grandi cose e quindi dobbiamo imparare a farli fruttificare mettendoli a disposizione di chi non ne ha, oppure sono più fragili dei nostri perché parlano, camminano si muovono con un po’ di difficoltà. C’è una cosa da non sottovalutare: dobbiamo essere certi che un giorno Uno molto più grande di noi ci chiederà il resoconto: come hai investito i talenti che ti ho consegnato? E qui non posso rispondere come mi fa comodo ma devo dire la verità: sono stato egoista e ho investito poco o nulla.

 

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 5 del 2 febbraio 2014