Anche il Battista si converte…

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PAROLA DI DIO / III Domenica di Avvento

Anche il Battista si converte…

Letture: Is 35,1-6.8.10; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11

Solitamente sono due le domeniche di Avvento che hanno per protagonista Giovanni Battista, ma – lo sappiamo – per Maria abbiamo un debole e quindi solo nella terza quest’anno incontriamo il Precursore. Gli evangelisti, con sottolineature diverse, lo presentano immediatamente prima della nascita e prima della missione del cugino più importante, Gesù. Ma il Vangelo di questa terza domenica ce lo fa incontrare mentre si trova in prigione, “a motivo di Erodiade”, e in preda a una specie di dilemma o incomprensione su colui che aveva battezzato: “Sei tu colui che deve venire?”. Ma come? Giovanni, l’ultimo dei profeti, il più grande tra i figli di donna? Quali dubbi? Perché quel che senti non ti tranquillizza? Perché anche tu aspettavi un

Messia guerriero, liberatore; invece trovi uno che pranza con i pubblicani, parla con i centurioni, guarisce i lebbrosi. Quanto ci assomigli, Giovanni Battista! Anche noi vorremmo un dio che sia come diciamo noi. Che si lasci consigliare, che non mostri quella squisita amorevolezza, misericordia, comprensione di cui questo tempo ha grande bisogno. Eh, no: qui ci vuole un dio che sappia il fatto suo! Ma dov’è la scure posta alla radice? Dove nasconde il vaglio per pulire il grano? E Gesù rincuora gli inviati del Battista facendogli anzitutto un “complimentone” e chiedendogli di leggere con cuore rinnovato i segni della presenza del Regno. In un tempo dove tutto è scontato, dove lo stupore è rarità, tranne poche eccezioni, che bella questa pagina! Quanto possiamo venire rincuorati nei nostri dubbi e perplessità, e lasciarci raggiungere dal nostro Dio che sceglie di nascere come tutti i viventi da una donna, che abita nelle nostre vie fatte di lavoro, speranze e gioie. Grazie, Giovanni: non conosciamo la tua reazione al ritorno dei discepoli, ma sappiamo che hai pagato con il tuo sangue la fedeltà all’Agnello di Dio. È la domenica del “rallegratevi” e allora proviamo a vivere questo sentimento. L’Evangelii Gaudium non sia solo un documento da leggere (questo è un bel proposito, anche oltre questo tempo forte), ma sia l’esperienza della nostra adesione a Cristo, continuamente rinnovata dalla conversione personale ed ecclesiale! Buona settimana.   (Nicola Nalin)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 47 del 15 dicembre 2013