Incontro sul dono delle reliquie

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Anno di San Mauro. Testimonianza di mons. Pavan protagonista dell’evento di allora

Incontro sul dono delle reliquie

Sono ormai entrate nella fase culminante le celebrazioni solenni, promosse dalla parrocchia di San Mauro, in onore del suo patrono, San Mauro di Parenzo, per il 30° anniversario del dono delle reliquie da parte del vescovo di Parenzo mons. Carlo Nezic, il 22 novembre del 1983, in seguito al grande interessamento e al certosino lavoro di contatti con gli esuli istriani e con le Curie di Trieste e di Parenzo dell’allora arciprete mons. Umberto Pavan. Proprio mons. Umbero Pavan è stato il protagonista dell’incontro, che si è svolto la sera di venerdì 15 novembre in cappella del Crocifisso, sulla figura di San Mauro e sul dono delle reliquie. Dopo il momento di preghiera e il canto dell’inno a San Mauro, con musica di don

Mario Romanato e testi di don Giuliano Marangon, mons. Pavan si è dapprima soffermato sul significato delle reliquie per noi cristiani: oggetto di venerazione e di culto, segni visibili della sacralità del corpo dei Santi. Segni così importanti per una comunità cristiana tanto che anche Cavarzere aveva cercato, già con mons. Giuseppe Scarpa fin dal 1928, di ottenere delle reliquie del Suo Santo Protettore San Mauro, da conservare ed esporre in Duomo il 22 novembre, giorno del patrono. Oltre alle reliquie mons. Scarpa si era interessato per avere dei chiarimenti storici sulla figura di San Mauro. Scrisse lettere alla Curia di Roma e anche al direttore di “Civiltà Cattolica”, la rivista dei gesuiti, sperando di ottenere qualche risposta. Mons. Pavan, divenuto arciprete del Duomo, riprese la questione sia delle risposte in merito all’identità di San Mauro sia nel richiedere le reliquie. Ad Assisi, recatosi per gli esercizi spirituali, incontrò il parroco di Maniago (paese del Friuli che ha come patrono San Mauro) e, in quel periodo storico così difficile per la Jugoslavia ancora sotto il dominio di Tito, venne messo in contatto con mons. Luigi Parentin, esule istriano, canonico della Basilica di San Giusto a Trieste. Insieme a mons. Parentin, don Umberto si recò per la prima volta a Parenzo nel 1979 per incontrare il vescovo mons. Carlo Nezic Dragutin e richiedere le reliquie. Sempre tramite mons. Parentin, si ebbero le notizie storiche sulla figura di San Mauro, non il Mauro Africano, come da leggenda, ma il Mauro Parentino. Gli scavi compiuti nel 1847 sotto l’altare maggiore della basilica Eufrasiana di Parenzo, in occasione di un generale restauro, portarono alla luce un’iscrizione scolpita su una grande lastra di calcare, sicuramente una parte di una fronte di sarcofago. L’antico frammento (che si può datare tra la fine del IV secolo e l’inizio del V secolo) porta questa iscrizione: “Quest’arca santa contiene il candido corpo del martire Mauro. Questa chiesa primitiva fu riparata per le orazioni di lui. Qui egli fu degnamente trasportato, dove era stato fatto vescovo e martire, perciò in onore (di lui e di questa tradizione) fu raddoppiato il luogo…”. San Mauro è stato quindi il primo vescovo di Parenzo ed era istriano. I cristiani si riunivano segretamente nella sua casa che divenne così la prima chiesa. Probabilmente verso la metà del terzo secolo (253-260) o al più tardi verso l’anno 303, il vescovo Mauro e tutto il clero parentino – Eleuterio, Proietto, Acolito, Demetrio e Giuliano, per i quali non si sa se fossero laici o chierici – subirono il martirio. Nel 313 l’imperatore Costantino diede libertà alla Chiesa e molto presto i cristiani di Parenzo ampliarono il refettorio del vescovo e martire Mauro, aprendo la prima chiesa pubblica. Nella seconda metà del quarto secolo, nello stesso spazio, venne costruita la prima basilica nella quale vennero trasportati i resti del vescovo Mauro e degli altri martiri dal cimitero paleocristiano, situato fuori dalle mura cittadine, per collocarli nell’altare principale dell’episcopio, dove rimasero fino alla metà del XIV sec. Nel 1354 i genovesi in guerra con Venezia assediarono Parenzo e l’ammiraglio Paganino Doria, come bottino di guerra, trafugò il corpo di San Mauro, insieme a quello di San Eleuterio, che dal 1247 riposavano nella medesima arca. Le reliquie divennero proprietà della famiglia Doria che nel 1934, cedendo alle richieste degli abitanti di Parenzo, restituì il loro Santo Patrono insieme ai resti di San Eleuterio.

Le reliquie a Cavarzere

Il vescovo di Parenzo, in seguito alle richieste delle reliquie da parte della comunità di Cavarzere, le assegnò solo dopo l’esame scientifico delle stesse da parte di mons. Cleto Corrain, antropologo dell’Università di Padova, che lo eseguì nel dicembre del 1982. Il 22 novembre del 1983 il vescovo di Parenzo, con una solenne cerimonia nel Duomo di Cavarzere, donò alla Parrocchia di San Mauro le reliquie (parte dell’ulna e due schegge del braccio) del proprio Santo Patrono Mauro. Nel giugno del 1997, grazie al lascito testamentario di “Nino” Ferdinando Boso, venne inaugurato un maestoso altorilievo posto sulla facciata del Duomo, nella nicchia predisposta fin dalla progettazione, opera dello scultore cavarzerano Giorgio Longhin. Mons. Pavan si interessò, sollecitato da più parti per l’occasione del “Giubileo del Duomo di San Mauro”, a far comporre un “Inno” in onore del Patrono e l’8 novembre 2008 è stato eseguito, per la prima volta dal Coro “T. Serafin”, l’”Inno a San Mauro” con testo di mons. Giuliano Marangon e musica di don Mario Romanato.

I solenni riti conclusivi

Al termine dell’incontro l’arciprete don Achille De Benetti, nel ringraziare mons. Umberto Pavan per la presenza e per quanto fatto per la chiesa e la comunità di Cavarzere, ha fatto recitare ai presenti la “Preghiera a San Mauro” scritta in occasione di quest’anno giubilare dal nostro vescovo Adriano. Ha ricordato, inoltre, le solenni celebrazioni conclusive: venerdì 22 novembre alle ore 18, solenne pontificale con il vescovo Alfredo Magarotto e animato dal Coro “T. Serafin”; sabato 23 alle 21 il Concerto “Sacrae harmoniae” per cori e organo con il coro “T. Serafin” e il Coro della Cattedrale di Adria e all’organo Francesco Trevisan e Graziano Nicolasi; domenica 24 novembre S. Messa solenne alle ore 11 e alle 15, a conclusione dell’Anno della Fede, la grande processione presieduta dal vescovo Adriano Tessarollo per le vie cittadine con la statua e le reliquie di San Mauro, accompagnata dalla Banda Musicale Cittadina. (Raffaella Pacchiega)

(Foto di Giuseppe Cassetta)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 44 del 24 novembre 2013