“Madonna della Salute”

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Una festa voluta dalla Serenissima nel 1630

“Madonna della Salute”

Giovedì 21 novembre la Madre di Dio verrà ricordata con lo speciale titolo di Madonna della Salute. In particolare, nella chiesa del Patrocinio di Maria Ss.ma e di San Filippo Neri (PP. Filippini) in Chioggia le Messe, precedute dalla recita del santo Rosario, verranno celebrate alle ore 8, 9, 10.30, 15.30, 17.30 e 19. Grande solennità avrà quella delle ore 15.30, con la unzione dei malati e con i canti sostenuti dalla corale dell’Unione ex allievi don Bosco diretta dal m.o. Giorgio Voltolina.

 

La festa della Madonna della Salute trova la sua origine nel 1630 quando scoppiò una nuova pestilenza a Venezia. Le autorità disposero subito di isolare gli ammalati nei vari ospedali, mentre il patriarca Giovanni Tiepolo prescrisse preghiere pubbliche e processioni penitenziali. Le vittime nel solo mese di novembre furono oltre diecimila. Si pensò allora – quale voto solenne dell’intera comunità – di edificare un tempio, dedicandolo alla Madonna, sotto il titolo di Santa Maria della Salute e grazie all’intercessione della Beata Maria Vergine la peste finì. L’effige della “Madonna della Salute”, la taumaturga immagine della Madonna di Candia, la Mesopanditissa (mediatrice di pace), venne portata, quale ultimo trofeo e ricordo, da Francesco Morosini nel 1670 per essere venerata nel tempio del Longhena, dopo la cessazione della pestilenza del 1630-1631. Ricordiamo, a tal punto, che gli abitanti della laguna veneta hanno sempre riservato un particolare culto filiale alla Madre di Dio e Madre nostra. Basti pensare a Maria, Regina delle vittorie o “Nicopeja”, onorata nella basilica di San Marco in Venezia o a Maria, venerata con il titolo di “Praesidium Venetorum”, Presidio, baluardo dei Veneti, nel santuario di Pellestrina, o ancora alla “Madonna della Navicella”, solo per citare alcuni titoli. Come è d’uso per altre feste religiose, sul piazzale antistante la basilica della Madonna della Salute a Venezia – il 21 novembre di ogni anno – prospera il commercio degli ambulanti, con vendita di “pevarini, zaleti, bossolai e fritole”, oltre alle immancabili candele, quest’ultime da portare nel sacro tempio durante la tradizionale visita di devozione. La sera, in famiglia o nelle osterie, si ripeteva un rituale antico davanti ad una calda e profumata pietanza, la “castradina”, una zuppa di carne di montone, essiccata e salata, cotta più volte con foglie di verza. (G. Aldrighetti)

 

(Nella foto: L’immagine della Madonna della Salute venerata nella chiesa dei PP. Filippini in Chioggia.

 

 

 

 

 

 da NUOVA SCINTILLA 43 del 17 novembre 2013