Nuova avventura per “Titoli Minori”

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Porto Viro. Il 19 ottobre al teatro salesiano san Giusto si è svolto l’incontro inaugurale della nuova casa di accoglienza “Si può fare”

Nuova avventura per “Titoli Minori”

“Dietro ogni fatto c’è un diario, dietro ogni azione una biografia, dietro ogni comportamento una visione del mondo. È in queste narrazioni spesso silenziose e ancor più spesso inascoltate che vanno individuati gli indizi per un progetto educativo che partendo da queste storie riesca ad andare oltre.”

“Si può fare!” è realtà. È una casa. È accoglienza. È spazio ed è un tempo.

Sabato 19 ottobre 2013, presso il teatro salesiano “San Giusto” a Porto Viro erano tanti i presenti al momento di presentazione e riflessione, intitolato “Idea V.A.S.T.A.”, e finalizzato all’inaugurazione del progetto di prossimità e

integrazione “Si può fare!”.

Grande entusiasmo e partecipazione per l’apertura della struttura di accoglienza in via Salvo d’Acquisto; una casa tra le case, in centro a Porto Viro, dove, al termine dell’iter burocratico, verranno accolti minori allontanati provvisoriamente dal proprio nucleo familiare, ragazzi a rischio di devianza e persone diversamente abili che sperimenteranno la quotidianità della vita insieme.

La cooperativa “Titoli Minori” ha raggiunto un grande traguardo, ma allo stesso tempo è arrivata ad un nuovo punto di partenza, pronti per una nuova avventura, in cui da tempo si investono risorse, energie e pensieri; il progetto è frutto di un lavoro di anni, di una progettazione mirata; non si raggiungono gli obiettivi per caso bensì partendo dai bisogni e dalle necessità del territorio, avendo un’intenzione, avendo chiaro ciò che ci si prefigge, ed essendo consapevoli degli strumenti che si hanno a disposizione.

Tanti i soci e operatori che si sono messi in gioco e hanno creduto nella realizzazione di questo progetto; operatori formati che si sono adoperati nello studio e nell’approfondimento, nella ricerca di ‘senso’ del proprio lavoro, accettando una sfida, quella della sofferenza, del disagio e dell’educazione dei ragazzi più fragili. Proprio con questo si lavorerà tutti i giorni, con la sofferenza, il disagio, l’emarginazione; ma mossi dalla consapevolezza e convinzione che dal giovane al bambino, dall’abile al disabile, ciascuno ha diritto di lavorare sulle proprie sofferenze e fragilità, ciascuno ha il diritto di ricucire ferite e costruire ciò che non è stato possibile fare per le debolezze di altri, ciascuno ha il diritto di ricevere un’opportunità, di avere un’occasione per alzarsi, o rialzarsi e crescere.

Un progetto alto e ambizioso in cui la Cooperativa crede, un progetto innovativo sia per metodologia che per contenuti che ha avuto il plauso dei molti presenti all’inaugurazione, uno tra questi il prof. Turchi dell’Università di Padova che ha mediato la conferenza e che ha chiesto alla Cooperativa di presentare il progetto presso l’Università di Padova, alla Facoltà di Scienze della Formazione ed Educazione e alla Facoltà di Psicologia.

La mattinata di sabato è stata ricca di emozioni e testimonianze; la dott.ssa Valeria Tiozzo, presidente della Cooperativa, ha aperto i lavori presentando il progetto e ringraziando quanti hanno voluto partecipare e finanziare la realizzazione dell’opera; ha illustrato le motivazioni che hanno spinto a presentare il progetto partendo dalle relazioni quotidiane, che si esprimono attraverso “Idea V.A.S.T.A”.

V.A.S.T.A. è acronimo di Vedere, Ascoltare, Sentire, Toccare e Assaporare l’Accoglienza, la voglia di vivere, la necessità di relazionarsi all’Altro attraverso tutti i canali sensoriali. A seguire, Manuela Curina referente dell’area handicap della Cooperativa, ha dato voce alle parole della ministra per l’integrazione Cècile Kashetu Kyenge, che nei giorni precedenti all’inaugurazione ha inviato alla Cooperativa il suo augurio e incoraggiamento per la nuova sfida.

Presente il nostro vescovo mons. Adriano Tessarollo, presidente dell’Associazione “Orcio di Elia”, che ha testimoniato tutto il suo appoggio all’iniziativa e la fiducia nella Cooperativa per la gestione di un progetto di prossimità e integrazione come questo. Il vescovo e i soci dell’associazione Orcio di Elia hanno fortemente creduto nella realizzazione del progetto tanto da destinare lo stabile in comodato d’uso alla Cooperativa. L’intervento del prof. Turchi ci ha aiutato a spaziare tra le varie riflessioni, e a cogliere il senso dell’accoglienza attraverso i cinque sensi; varie le testimonianze; Carmen e Veronica con la loro esperienza di comunità educativa ci hanno fatto vivere e sentire con profonda partecipazione l’importanza di aver incontrato nel loro percorso di vita figure solide di riferimento, che le hanno fatte sentire accolte, volute e amate, semplicemente in quanto persone. Emotivamente coinvolgente il racconto di come anche nel tempo successivo all’inserimento in struttura tali figure si sono per loro rivelate fonte di sicurezza, porto sicuro dove rifugiarsi nei momenti di sconforto e difficoltà che la vita comunque ci riserva.

Poi ancora le testimonianze audio, brevi ma incisivi racconti sull’esperienza di essere accolti, raccontati dai bambini e dai ragazzi inseriti e seguiti nei nostri centri diurni.

Il percorso attraverso i sensi è stato ideato e creato dagli operatori e da ciò che ciascuno sa fare e sa donare agli altri: dall’accompagnamento musicale, alla raccolta di foto, dall’allestimento del teatro, alla gestione del rinfresco.

Niente lasciato al caso e tutto realizzato con l’apporto di ciascuno.

Presenti molte autorità del territorio, dai rappresentanti politici del Comune di Porto Viro con l’assessore al sociale Nicola Marinelli, la prof.ssa Marina Bovolenta presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 19, Marinella Mantovani assessore provinciale di Rovigo alle politiche sociali e alla famiglia, numerosi rappresentanti politici e tecnici dei comuni limitrofi afferenti all’Ulss 19 di Adria, della 18 di Rovigo e della 14 di Chioggia.

È stata data la parola ai rappresentanti di tutti gli enti finanziatori del progetto: tra cui Caritas Italiana, il cui rappresentante ci ha richiesto tutta la documentazione fotografica e progettuale per riportarla come “esempio” per i progetti 8×1000 a livello nazionale; la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con la presenza del dott. Fioravanti; Consvipo Adriatic LNG con il presidente Angelo Zanellato e la Fondazione Enel Cuore.

La conferenza si è conclusa presso la struttura in via Salvo d’Acquisto con il taglio del nastro, la benedizione da parte del vescovo e con la visita guidata all’interno della comunità.

A concludere l’inaugurazione e il percorso sensoriale, la possibilità per tutti i presenti di contribuire alla realizzazione del logo identificativo del progetto e l’invito ad assaporare l’accoglienza consumando il gustoso buffet, preparato dai ragazzi del progetto Gust-abile promosso dalla Cooperativa “Titoli Minori”.

La struttura in via Salvo d’Acquisto a Porto Viro è composta di due piani (nella foto qui sopra).

Al piano primo un appartamento, dove prenderà vita la comunità educativa ‘IN-Patto’, che accoglierà sei minori in età adolescenziale, allontanati temporaneamente dal proprio nucleo familiare. La comunità sarà gestita da un coordinatore e un’equipe di educatori professionali, e supervisionata da uno psicologo clinico, sarà aperta 24 ore su 24 e avrà la caratteristica della familiarità. Gli educatori non si sostituiscono alle figure genitoriali ma fanno da ponte nel lavoro con i minori e le loro famiglie di origine.

Al piano terra, l’appartamento ospiterà dal lunedì al venerdì un centro diurno, accogliendo quelle situazioni a rischio di devianza ed emarginazione; mentre il sabato e la domenica ospiterà il progetto “Friend’s”, progetto di vita indipendente per ragazzi diversamente abili, i quali potranno sperimentare le loro capacità nella gestione e cura personale e della casa, vivendo per 48 ore lontano dai genitori e dal contesto familiare, ma con la supervisione di un operatore.Quindi una struttura polivalente e di integrazione, in cui i ragazzi potranno condividere gli spazi e vivere momenti insieme.

Un lavoro importante sarà quello con la collettività e con il territorio, fondamentale il percorso di sensibilizzazione e condivisione con le associazioni e le istituzioni, in particolare con l’oratorio salesiano “San Giusto” con cui continua e si implementerà la proficua collaborazione, valorizzando la cultura dell’accoglienza e della prossimità. Spesso i ragazzi accolti nelle strutture sono persone fragili ed emarginate e la partecipazione alla vita della comunità li aiuta nella costruzione di un sé più forte e responsabile. Da questa convinzione la Cooperativa sta attuando un percorso di sensibilizzazione del territorio, per far conoscere la Comunità e rendere tutta la cittadinanza partecipe di questo progetto di accoglienza ampia e integrata.

La presidente della Cooperativa “Titoli Minori” esprime un ringraziamento particolare “a chi ha creduto fin dall’inizio nel progetto, a chi non ha mollato mai, nemmeno quando i tagli regionali e le direttive istituzionali andavano in un’altra direzione, a chi ha sempre operato nella convinzione che il fine ultimo era più importante delle resistenze che incontravamo. A chi con caparbietà e convinzione ha permesso che il Progetto ‘Si può fare!’ diventatasse realtà”. Un sentito grazie a Massimo Mantoan, referente della Cooperativa per l’area Basso Polesine e a Manuela Curina, responsabile dell’area disabilità.

Il sostegno e incoraggiamento di tutti va ora, in particolare, ad Alessandra Naccari, coordinatrice educativa della struttura.

V. Tiozzo

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 40 del 27 ottobre 2013