Un’esperienza entusiasmante da poter condividere con tutti

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ROMA. Dal pellegrinaggio internazionale dei catechisti per l’Anno della fede

Un’esperienza entusiasmante da poter condividere con tutti

In unione con le Diocesi di Padova, Vittorio Veneto e Concordia Pordenone, noi due catechiste della nostra Diocesi delle Unità pastorali di S. Martino-B. V. di Lourdes e Buon Pastore-Santo Spirito abbiamo partecipato a Roma alla Giornata dei catechisti il 28/29 settembre per l’Anno della Fede.

Vogliamo rendervi partecipi di quello che abbiamo vissuto e ricevuto raccontandovi questo che è stato un vero pellegrinaggio alla fonte della nostra fede.

Sabato mattina la giornata è iniziata con la visita alla Basilica di S. Croce in Gerusalemme e S. Giovanni in Laterano e con la preghiera insieme alle monache agostiniane ai Ss. Quattro Coronati.

 

A mezzogiorno il momento più importante: ci siamo recati a S. Pietro per la Confessio Fidei. È stato un momento molto intenso, preceduto da un percorso guidato in quattro tappe, dalla Piazza all’altare della Confessione, che ci hanno aiutato ad approfondire il senso, per un catechista, del pellegrinaggio alla tomba di Pietro, il legame che Benedetto XVI ha voluto tra questo Anno della Fede e il Concilio Vaticano II, l’affidamento a Maria “figlia del suo Figlio” nella contemplazione della Pietà e infine presso la statua di Pietro l’invito a essere catechisti portando la Luce della Verità di Gesù. Quindi il momento, simbolico e intenso, della professione di fede proprio lì, accanto all’altare della Confessione, sulla tomba di Pietro. È stato come se fossimo accanto a Simone quando Gesù gli chiese: «Mi ami tu?»… Nel pomeriggio altro momento importante: la Catechesi presso il santuario di S. Maria delle grazie al Trionfale, tenuta dal vescovo ausiliare di Roma centro mons. Matteo Zuppi, che ha sottolineato come nelle intenzioni di Papa Benedetto XVI l’Anno della Fede doveva servire a togliere le ragnatele e risvegliare la primavera dello Spirito del Concilio Vaticano II. Poi ci ha detto che per essere buoni catechisti bisogna prima di tutto che tra noi ci sia una vera comunione di amore ed amicizia e che più che insegnare regole con “piglio catechistico” dobbiamo fare innamorare, ma questo accadrà solo se anche noi siamo innamorati di Gesù. Papa Francesco, ha continuato il vescovo Matteo, dice a tutti noi di uscire, di andare nelle periferie: ebbene, i nostri ragazzi, senza adulti autorevoli che li seguono, li guidano e danno loro certezze per la vita, sono, per noi catechisti, le periferie esistenziali in cui dobbiamo addentrarci con tanto amore. Infine ci ha invitato a leggere e approfondire il Motu Proprio Porta Fidei e l’Enciclica Lumen Fidei con particolare accento sulla preghiera alla Vergine che la chiude.

La Catechesi si è conclusa con la concelebrazione della S. Messa per la Nuova Evangelizzazione; nell’omelia don Costa, sacerdote della Diocesi di Padova, si è soffermato su due parole del Vangelo di Lc. 4,14-22a – “Sedette” e “Oggi” – per dire che Gesù ci chiede che ogni giorno della nostra vita (oggi) i nostri occhi e il nostro cuore siano fissi su di Lui. Essere catechisti vuol dire prima di tutto stare con Gesù e fermarsi (sedette) ad ascoltare la Sua Parola per capire come ci interpella e poter essere poi specchio della Luce di Cristo per diffondere la Fede. Poi si può anche preoccuparsi di quali possano essere le varie modalità per preparare l’incontro.

Domenica mattina il momento più atteso: la Santa Messa con Francesco! Dopo aver ripreso l’immagine del ricco del Vangelo che, troppo legato alle cose, ha perso il suo nome: «… l’uomo che perde la memoria di Dio perde il suo volto e tutto si riduce a una sola dimensione: quella dell’avere… Chi corre dietro al nulla diventa lui stesso nullità” dice il grande profeta Geremia…», ha cominciato a parlare a noi catechisti dicendo:«Allora, guardandovi mi chiedo: chi è il catechista? È colui che custodisce e alimenta la memoria di Dio, la custodisce in se stesso e la sa risvegliare negli altri. E questo è bello, questo è fare memoria di Dio come la Vergine Maria …La Fede è memoria che contiene proprio la storia di Dio che si muove per primo, che crea e salva … la Fede è memoria della sua Parola che scalda il cuore» (vedi il discorso anche a pag. 13, ndr). Che sensazione indescrivibile ascoltare dalla viva voce di Papa Francesco chi è il catechista e cosa significa essere catechista: tutto diventa più profondo e dà al cuore una carica in più di entusiasmo, di impegno, di gioia, di forza e di speranza! Questa è stata per noi un’esperienza così arricchente ed entusiasmante che saremmo state veramente felici di poterla vivere insieme a molti altri catechisti della nostra Diocesi, soprattutto in questo inizio di anno pastorale che ci coinvolge tutti in nuova esperienza di catechesi. (Caterina Boscolo Bibi – Celestina Boscolo Fiore)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 37 del 6 ottobre 2013