L’esperienza della comunione

Facebooktwitterpinterestmail

I giorni

L’esperienza della comunione

Il mare accoglie tutto il sole che si alza in cielo e incombe implacabile sulla spiaggia di Sottomarina invasa da migliaia di ragazzi: si intrecciano e si confondono i dialetti di Chioggia, Vicenza, Padova e altre località. Questa piccola-grande convocazione dei giovani che al mattino invadono il Corso e le Chiese di Chioggia e poi in un lungo serpentone raggiungono la riva del mare, non vive di vita propria, ma si innesta nell’avvenimento della Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro.

 

Sullo schermo gigante della spiaggia come nel piccolo televisore casalingo, arrivano le immagini a mettere in comunicazione le due sponde di mare.

Dal palco ai cellulari ci lega un filo di luci e colori e volti che risale dal profondo di un’altra convocazione. Sulla riva di un altro mare Gesù ha radunato e inviato il gruppetto dei dodici apostoli e la piccola schiera dei settantadue discepoli.

Ora convoca milioni di giovani con Papa Francesco e migliaia con il Patriarca Francesco, li mette in comunicazione nella stessa fede, li convoca nella stessa Eucaristia, discepoli della stessa Parola e inviati nella stessa missione. Molti di questi giovani vengono dalle attività estive appena concluse o ancora in corso.

Un bisogno del cuore fa muovere braccia e gambe e fa amare la vita, desiderare l’amicizia, spalancare all’impegno.

Ciascuno sta davanti al Signore con la sua pena e la sua domanda, con il suo dramma e il suo ideale, con il suo ritmo e la sua personalità; ciascuno è proteso a un di più per la propria vita ed insieme esplode la gioia.

Il piccolo sentiero che ciascuno percorre, la breve esperienza delle singole comunità, partecipano all’avvenimento della comunione che fa capo al vescovo di Roma e trova un attracco nella comunità locale.

Questo è il miracolo della Chiesa Cattolica, dove il vincolo dell’unità attraversa le distanze e supera le fatiche, sbarazza le distrazioni e i contrattempi, ricompone le differenze e apre alla misericordia.

I colori che rimbalzano al sole dicono tutta la varietà e diversità delle situazioni, delle dedizioni, delle collaborazioni, dei giudizi e dei deficit.

Alla fine, a tutti viene affidato lo stesso compito, e ciascuno riprenderà il cammino con un nuovo sentimento di sé, una più vera coscienza di appartenenza, una percezione più viva dell’opera comune. Da una spiaggia all’altra, ciascuno di noi e tutti insieme “siamo il vero e proprio spazio di fede. Il Campus Fidei non è un luogo geografico: siamo noi”, annuncia papa Francesco.

Rifluisce l’onda dell’invito del Signore, che conduce il vascello della Chiesa fino ai confini del mondo: “Andate e fate miei discepoli tutti i popoli”. (don Angelo)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 31 del 4 agosto 2013