Nel 49° della morte di padre Calcagno

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FILIPPINI. Celebrazione eucaristica presieduta da p. Ermanno Caccia

Nel 49° della morte di padre Calcagno

All’alba del 18 luglio 1964, 49 anni fa, l’anima di Padre Raimondo Calcagno entrava nell’eternità a contemplare il volto di Dio che aveva tanto amato e cercato in vita. Il trascinatore di anime, che aveva saputo donare ogni giorno corolle di bontà e raffiche d’amore, era sereno, i suoi occhi rivolti in alto, il volto tranquillo, anche se il male aveva segnato irrimediabilmente la sua fine. Viveva gli ultimi scampoli della sua esistenza anelando a Dio (la “cerva assetata” dei salmi 42 e 63), sicuro che “la morte cristiana appare come una porta del cielo e infonde in noi stessi sensi di fede commovente, di gioia tranquilla, di pace sovrumana”.

 

Da queste espressioni ha preso lo spunto per la sua omelia padre Ermanno Caccia, novello sacerdote oratoriano (qui approdato dal bergamasco) presiedendo l’Eucaristia celebrata con padre Giacomo Kielbasa e il bresciano don Ivan Marcolini giovedì 18 luglio nella chiesa dei Filippini di Chioggia nel ricordo dell’anniversario della nascita al cielo di Padre Raimondo,   apostolo della gioventù che aveva voluto farsi santo servendo e pregando senza sosta tutti i giorni della sua vita.

Se è vero che si muore come si è vissuto, di Padre Raimondo Calcagno – sottolineava padre Ermanno – possiamo parlare di un ricercatore di Dio, di una vicenda di santità coerente con la propria fede, di una testimonianza evangelica coraggiosa, di un cuore disponibile alla mitezza e al perdono, perché Padre Raimondo era in continua “attesa fiduciosa” della salvezza eterna: credeva nel futuro e preparava la sua anima, i suoi “fioi”, i penitenti, i sacerdoti non a sperare in “qualcosa”, ma in “Qualcuno”, vivendo un autentico avvento in Cristo, come una entusiasmante sfida. L’esistenza terrena di Padre Raimondo, piccolo e grande uomo, diventa un invito per ciascuno di noi a seguire il suo esempio, il profumo delle sue virtù, la sua santità costruita giorno dopo giorno nell’eroicità della vita quotidiana, alimentata da una continua unione con Gesù nella preghiera eucaristica prolungata e fervorosa.

L’assemblea, numerosa e devota, ha vissuto, con la solenne celebrazione eucaristica dell’anniversario, due momenti particolari ed emozionanti: la benedizione da parte di padre Ermanno di un nuovo quadro sul nostro Servo di Dio (olio su tela di cm 175 x cm 100), indovinata opera dell’artista chioggiotto Aristide Bozzato raffigurante “Padre Raimondo Calcagno tra i so fioi”: essa trasuda l’amore – ricambiato – del caro Padre verso i suoi ragazzi dell’Oratorio; “fuori programma”, la presenza della soprano Cosetta Tosetti, che – accompagnata all’organo da Ismaele Salvagno – ha cantato (bella voce, espressiva e corposa), “O mio Signore” di F. Haendel e “Panis angelicus”, il celeberrimo inno di C. Frank . Che il Signore ci conceda di poter avere presto pubblicamente riconosciuta dalla Chiesa la vita santa di Padre Raimondo Calcagno. (R. Chiozzotto)

Foto Donaggio: la benedizione del nuovo quadro.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 30 el 28 luglio 2013