“La mia gente è povera. Non dimenticatelo!”

Facebooktwitterpinterestmail

Osservatorio

“La mia gente è povera. Non dimenticatelo!”

Come abbiamo appreso dagli studi scolastici, il continente americano è stato, fin dall’Ottocento, una valvola di sfogo per le migliaia di disoccupati italiani. Nel gennaio 1929 la famiglia Bergoglio salpò da Genova, sulla nave “Giulio Cesare”, con destinazione Buenos Aires. Purtroppo il pensiero dei “migranti” era spesso rivolto ad una nave (la “Principessa Mafalda”), che due anni prima si era inabissata vicino alle coste brasiliane e ben 314 migranti italiani erano periti nel naufragio. Divenuto adulto, Francesco Bergoglio beneficerà del carisma salesiano ed amerà i poveri

fin da quel lontano 1949, che lo porterà ai confini della terra per diffondere il Vangelo. Fin da allora rivelerà quelle qualità che lo renderanno caro a quanti avranno la fortuna d’incontrarlo. Proverbiali ormai sono divenute la sua semplicità (unita a generosità), che fanno risaltare il suo amore per il prossimo (da Cardinale capitava spesso di vederlo nella metropolitana, evitando così di usare l’auto di rappresentanza). Si sa che gli piacciono il calcio e il… tango. Inoltre, capitava anche che, chi lo incontrava, non credesse di avere di fronte un cardinale; tale è la sua modestia. E indubbio che egli ci ha colpito (per la sua semplicità), fin dalla sua prima apparizione in pubblico. Anche adesso, per denunciare il dramma di coloro che rischiano la vita in mare per sfuggire alle persecuzioni ed alla miseria, ha preferito portarsi a Lampedusa per una cerimonia semplice, tutta tesa ad un colloquio diretto con quei poveri immigrati, partendo da una sua spontanea richiesta di scuse. Papa Francesco dà l’impressione di voler restare estraneo a qualsiasi crociata che possa costringerlo a compromessi col potere. Già successe qualcosa di simile coi militari golpisti: e non tutti vescovi argentini seppero mantenersi indipendenti dai militari. Questo Papa, voltando le spalle alla mondanità vaticana, ha saputo saltare il concerto nella sala “Paolo VI” e si è portato a Lampedusa per far sentire alle centinaia di profughi che il Papa è con loro. E, alludendo alle centinaia di morti in mare (nel tentativo disperato di salvarsi dalla miseria), ha esclamato: “La strage degli innocenti deve finire! E cessiamo di piangere per i morti!”. A questo punto, fu commovente il gesto di quel giovane eritreo, che gridò all’improvviso: “Voglio farmi prete!”.  (Anton Maria Scarpa)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 29 del 21 luglio 2013