Un vero regalo alla città, cioè a me!

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Chiesa di S. Pieretto

Un vero regalo alla città, cioè a me!

C’è una storia lunga dietro la facciata dal caratteristico coronamento semicircolare, una lunga storia di grazia, la storia della volontà di un uomo, Pietro Mazzagallo, di lasciare tracce della misericordia ricevuta. Così ci spiega don Giuliano con una affabulazione che conquista tutti coloro che sono intervenuti all’inaugurazione. È una storia di uomini che continua oggi: lasciare tracce, tracce del passaggio, tracce per arrivare al senso del nostro cammino. Ma quanti uomini e donne stanno dietro questo mistico gioiellino architettonico: uomini che l’hanno voluto ed edificato allora, uomini che lo hanno custodito dopo le infinite peripezie e il degrado, e uomini che hanno deciso di restituirlo oggi. È una restituzione quella che avviene e ce ne rendiamo conto nelle parole del nostro Vescovo Mons. Adriano che traccia la storia recente di una volontà di collocare la croce in un luogo a tutti accessibile. Una croce cercata da lui stesso che s’è fatto pellegrino per trovarla così grande e bella. Mi

sorprende constatare che ora, come allora nel passato, tutto è fatto coralmente da un popolo. Mi vengono in mente le costruzioni delle cattedrali di un tempo, la pazienza degli scalpellini, l’organizzazione del capocantiere, la ricerca dei benefattori. Cambiano i tempi, i metodi, si usano altri termini oggi (fund raising) ma rimane integro il significato: c’è ancora un popolo dietro questa facciata sormontata da una palla di cannone su cui è piantata la croce. Sono tanti i nomi che non è possibile citarli: ma essi sono inscritti in quelle pietre antiche, ripulite una ad una, a ricreare il drappeggio di cotto che abbraccia la grande croce, perfetta per dimensioni, fattezze, collocazione. Una croce che aiuta a tirare su lo sguardo volgendo gli occhi a Colui che abbiamo trafitto. Una croce che grida silenziosamente il senso di tutta la vita. Entrando in un esercizio commerciale parlo con entusiasmo della chiesetta e ne ricevo un rimprovero del tipo: potevano darli ai poveri quei soldi! Cerco di far capire che non c’è povertà più grande di quella di chi non riconosce più il senso del suo vivere. Dunque quella croce, quella chiesa sono per i più poveri che possono esserci anche tra noi… Occorre custodire il senso del vivere e del morire e quella chiesetta, quella croce lo fanno con il loro muto messaggio. Il giorno dopo l’inaugurazione entro, sono solo, e penso che quella croce, quella chiesa sono un regalo per me! Davvero i muri sono appesi alla croce non viceversa e questo capita oggi lì, nella chiesetta di San Pieretto! Grazie, mio vescovo! Piergiorgio B.)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 27 del 7 luglio 2013