Quanto sono amabili le tue dimore, Signore (Sal 84)

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Quanto sono amabili le tue dimore, Signore (Sal 84)

E’ morto sabato 4 maggio don Mario Trivellato, ospite in Seminario, per molti anni parroco a Volto e a S. Giuseppe

La sua vita per il Signore e per la Chiesa

Don Mario Trivellato, dopo un breve tempo di malattia, è salito al cielo sabato 4 maggio circa alle ore 12, lasciando i suoi famigliari, i confratelli sacerdoti e quanti lo amavano in una dolorosa costernazione per questo addio così inaspettato. Nel cuore di quanti lo hanno conosciuto scorrono ora tanti bei ricordi di anni lontani, trascorsi insieme, vissuti e passati con compagni di un unico fantastico viaggio, ogni giorno in cammino per entrare nelle “amabili dimore del Signore”. “L’anima mia anela e desidera gli atri del Signore” si recita nel salmo 84: don Mario bramava questi atri santi perché il Cielo lo gustava già qua sulla terra, nella “Casa di S. Giuseppe”, situata nel cuore del suo bel Seminario, nella sua amata Chioggia, circondato da tanto affetto, da tante delicate attenzioni e da tanti amici. Amava il Sacerdozio e nella omelia per il suo Giubileo, diceva che ogni vocazione sacerdotale è un grande mistero che supera infinitamente l’uomo. “Dio ci ha

salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia” (2 Tm 1,9); “per questo motivo – continuava – dobbiamo agire sempre con tanta umiltà”.

Ho conosciuto don Mario dopo la sua seria malattia e ho visto la sua ripresa, risvegliarsi in lui la serena speranza della guarigione, la rinascita di una giovinezza interiore, una grande voglia di vivere e di comunicare la sua gratitudine al Signore. Ricordo don Mario nella piccola cappella del Seminario, autorevole durante le celebrazioni eucaristiche, attento ai segni, puntualissimo sull’orario d’inizio. Umile e serio, ma sempre pronto al sorriso, alla battuta scherzosa, elegante e sommessa. Amava la bellezza della natura, l’aria fresca che, anche se pungente, affrontava senza né sciarpa né berretto, gli piacevano la fotografia, la musica, la preghiera, le cose belle e buone, amava Gesù Cristo e Maria Santissima, Padre Calcagno e chissà quanti altri santi amici.

Grazie ,don Mario, per la tua vita donata al Signore e offerta per il tuo gregge! Ora che sei nella gloria del Cielo, tra le braccia di Dio Padre, con lo Spirito Santo in Gesù e Maria SS. continua a volerci bene, a benedirci e a pregare per noi. Noi intanto, pregando con te, quaggiù proclamiamo: “La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è o morte il tuo pungiglione? …Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!” (1 Cor 15, 54-55.57).

A Dio, caro don Mario!                   (Maria Luisa Fidone)

 

 

 

La sua vita per il Signore e per la Chiesa

I funerali di don Mario si sono svolti in cattedrale martedì 7 maggio – presenti i parenti con i fedeli delle comunità da lui servite -, concelebrati da 50 sacerdoti e presieduti dal vescovo Adriano con accanto il vescovo Alfredo e il vicario generale, il quale ha introdotto il rito tratteggiando una sintetica biografia del defunto che riportiamo di seguito.

“Ci siamo raccolti insieme attorno all’altare del Signore per la liturgia di commiato del confratello don Mario Trivellato. Don Mario era nato a San Pietro Viminario (Pd) il 25 aprile 1936 e fu ordinato sacerdote a Conselve il 23 settembre 1962 da mons. Piasentini. Iniziò subito a svolgere il ministero pastorale come cappellano festivo a Spirito Santo di Sottomarina e coadiutore nella segreteria della Curia. Nel 1963 divenne vicario coadiutore in Cattedrale con la cura pastorale di Borgo San Giovanni, quartiere che cominciava allora a dare qualche segnale del suo futuro sviluppo. Nel 1972 fu nominato parroco di Foresto di Cona e insegnante di Religione. Nel 1983 mons. Corrà lo nominò parroco di Volto di Rosolina e amministratore parrocchiale di Rosolina mare, dove rimase 16 anni. Nel 1999 mons. Daniel lo nominò parroco di S. Giuseppe di Cavarzere dove esercitò il suo ministero fino all’ottobre del 2011, quando si è ritirato per motivi di salute. Dopo diversi mesi di ospedale si è trasferito in Seminario, presso la “Casa San Giuseppe”. Qui conobbe un anno di buona ripresa che lasciava sperare addirittura nel pieno superamento del male che invece lavorava di nascosto. Visse mesi di grande serenità, culminati nella celebrazione del 50° di sacerdozio il 23 settembre dello scorso anno. “La storia della mia vocazione sacerdotale – disse nell’omelia di quel giorno – la conosce soprattutto Dio che mi ha chiamato al sacerdozio. Nella sua identità più profonda ogni vocazione sacerdotale è un grande mistero, è un dono che supera infinitamente l’uomo”. È morto sabato 4 maggio verso le 12 all’ospedale di Chioggia dove l’avevamo ricoverato per un repentino calo di forze psico-fisiche solo quattro giorni prima. Ho raccolto i suoi ultimi respiri ma nessuna espressione verbale perché era caduto subito in uno stato di semi-incoscienza e nelle ultime ore di coma profondo. Ci uniamo a quanto esprimeva il vescovo in una lettera che gli ha fatto pervenire nel giorno del suo 50°: “Grazie, don Mario, a nome della Chiesa di Chioggia per i lunghi anni di servizio. Invoco su di te, per l’intercessione della B. V. Maria e di San Giuseppe, la benedizione del Signore”.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 19 del 12 maggio 2013