Una proposta semplice…

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Servizio diocesano di pastorale familiare. Ritrovarsi dopo il Corso di preparazione al Matrimonio

Una proposta semplice…

Ritrovarsi insieme, ad una certa distanza di tempo, dopo aver concluso il Corso di preparazione al Matrimonio…. Ritrovarsi per vivere una breve esperienza di preghiera e di confronto: l’abbiamo definita una mattinata di spiritualità. Non c’è niente di nuovo in tutto questo; è abbastanza normale che nelle parrocchie al termine del Corso si chiuda con la proposta di una mezza giornata di ‘ritiro’. La novità, se così possiamo considerarla, era che attestati di frequenza al Corso, ricordi e istruzioni per il Rito del Matrimonio, erano già stati consegnati. La proposta si giocava nella incondizionata libertà che le persone avevano di partecipare, senza che questo precludesse o la consegna dell’attestato o una benevola lamentela della parrocchia per non aver partecipato in pieno alla proposta formativa per fidanzati. Tutto qua. Altro non c’era. Conclusi i

cammini di preparazione al Matrimonio che il Servizio di Pastorale Familiare aveva proposto per il Vicariato di Sottomarina, al Buon Pastore nei mesi di novembre 2012 – gennaio 2013 e alla Navicella nei mesi di gennaio – marzo 2013, le coppie sono state ricontattate per dire che, se volevano, se interessava loro una proposta spirituale con le modalità espressive dei Corsi appena conclusi, ci si poteva trovare domenica 7 aprile dalle suore della Navicella per una (mezza) mattinata di spiritualità. Guida è stata la lettura dell’icona di Rublev (foto in alto) nei vari aspetti stilistici e contenutistici. Nel considerare l’icona della Trinità un vero e proprio testo sono emerse alcune parole/chiave all’interno del testo visivo: la circolarità delle immagini, gli sguardi, i colori, gli oggetti…  A queste oggettivazioni le coppie presenti hanno collegato, in un primo momento nel dialogo di coppia e poi durante il confronto comunitario, i loro sentimenti, emozioni, desideri a pochi mesi (o settimane) dalla prossima celebrazione del Matrimonio.

La spiritualità, è emerso, non significa solo ‘dire le preghiere’, ma far entrare il senso di un Altro, dentro la quotidianità della vita. Alla luce della icona Trinitaria ha preso nuovo significato il brano biblico di Abramo che accoglie i tre stranieri, punto di partenza per la lettura iconografica. La spiritualità di coppia allora viene percepita come una molteplicità di forme a cui accostarci: la preghiera tradizionale (Ave Maria, Padre Nostro prima di coricarsi) ma anche in forma più innovativa come sostare insieme davanti all’immagine sacra, leggere un brano della sacra Scrittura, celebrare un salmo, lasciando che la coppia possa essa stessa trovare sempre nuove forme di preghiera/spiritualità, anche con modalità corporee proprie della coppia (tenersi per mano, guardarsi negli occhi). Ne valeva la pena? A detta delle coppie partecipanti che dopo la messa hanno scambiato qualche impressione con le coppie animatrici, sembra proprio di sì… Certo, è anche vero che nella proposta senza condizioni, così come si configurava, su ventitré coppie hanno risposto in sei (due si sono scusate all’ultimo momento) ma forse anche questa è una strada da percorre, anche modulando in maniera nuova le proposte del dopo Matrimonio, dove il gruppo sposi di una comunità il più delle volte è la maturazione del gruppo giovani (quando c’era…). Forse è da ripensare accanto alle proposte tradizionali, anche a qualche incontro di accompagnamento per il primo anno di Matrimonio sullo stile di momenti brevi, ma molto ‘compressi’ di attività e di proposte. Quanto più la proposta è libera, tanto più tale proposta dev’essere appetibile e motivata e quindi ‘densa’ di contenuti e di provocazioni. Ma forse questo vale per i cammini di preparazione a tutti i sacramenti. Noi ci abbiamo provato. È andata bene. (mc)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 15 del 14 aprile 2013