Santa Messa in memoria di Padre Raimondo Calcagno

Facebooktwitterpinterestmail

Padri Filippini. Il ricordo mensile

Santa Messa in memoria di Padre Raimondo Calcagno

Anche quest’anno, nella chiesa dei Filippini – come da tradizione – la Messa del 18 febbraio in memoria di Padre Raimondo Calcagno è stata animata dalla Comunità di S. Giacomo, intendendo così ricordare l’intitolazione del Patronato di Calle Malanni al nostro Servo di Dio, avvenuta il 16 febbraio 1992, alla presenza del vescovo Alfredo Magarotto, del parroco don Ugo Bordin, di autorità civili e di molti genitori, ragazzi ed educatori. Una lapide, all’interno di quelle mura che risuonano ancora della sua voce, rammenta ai posteri la sua dolce figura, l’appassionata opera di intelligente pedagogo e di fantastico novelliere e invita a pregare il Signore perché conceda alla nostra chiesa locale di veder presto riconosciuta la vita santa di Padre Raimondo Calcagno. Il parroco moderatore dell’Unità pastorale mons. Vincenzo Tosello, che presiedeva l’Eucaristia celebrata con padre

Gontrano Tesserin e l’assistenza del diacono don Ermanno Caccia, prendendo lo spunto dalle letture del giorno, ha affermato che quello fu il luogo dove Padre Raimondo (dopo aver fondato nel 1914 l’Oratorio-ricreatorio san Filippo Neri di Calle Luccarini), ha esercitato in maniera straordinaria (“eroica”) la virtù della carità verso il prossimo, della pazienza, della speranza, della prudenza, del servizio umile ma estremamente importante, del distacco totale degli onori e dai beni terreni spendendosi per quasi trent’anni (1921-1947) per i ragazzi poveri, orfani, abbandonati della nostra città. Lì si conquistò la fama di santità. La sua unica aspirazione era quella di servire il Signore, ripetendo di giorno in giorno il suo “sì”, insegnando attraverso le favole, le immagini, le metafore che avevano un grande valore morale e didattico e comunicando, alla domenica, il Vangelo con un linguaggio più vicino e più confacente alla gente: il dialetto, anticipando così la riforma liturgica del Concilio Vaticano II. “Rendiamo grazie al Signore – concludeva mons. Tosello – per averci dato questa figura di santo sacerdote, di apostolo della gioventù, le cui proposte educative – anche se i ritmi sono cambiati – diventano credibili nel momento attuale, contrassegnato dalla confusione e dall’incertezza dei modelli pedagogici”. (R. Chiozzotto)

 

da NUOVA SCINTILLA 8 del 24 febbraio 2013