Speciale diaconato

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Speciale diaconato

Liturgia, predicazione e carità

I tre candidati

La testimonianza di Agostino De Grandis, diacono permanente

 

 

 

 

Liturgia, predicazione e carità

Questa domenica 17 febbraio 2013 tre uomini adulti sposati saranno ammessi tra gli aspiranti al Diaconato permanente.

Attilio, Sandro e Luciano saranno lettori e accoliti per un periodo propedeutico

 

In questa Domenica, prima di Quaresima, nella celebrazione eucaristica delle ore 17 in Cattedrale, presieduta dal nostro vescovo Adriano, tre adulti sposati, che da alcuni anni sono in cammino di discernimento verso il Diaconato Permanente, saranno ammessi tra i Candidati all’Ordine del diaconato.

E’ un momento assai significativo per la nostra Chiesa locale: il vescovo accoglie, infatti, la domanda di tre persone che desiderano, con l’Ordine del diaconato in forma permanente, mettersi a servizio della nostra diocesi.

Sono tre i diaconi permanenti presenti nella nostra Diocesi: Franco Laurenti della Unità Pastorale Buon Pastore e Spirito Santo , Guido Sfriso della Comunità di San Giovanni Battista e Agostino De Grandis della parrocchia di Rosolina. I primi due sono diaconi da più di 25 anni, Agostino da diciotto. Tutti e tre hanno svolto il loro ministero in varie Comunità della nostra diocesi.

Ma chi è il diacono permanente? Come è nata questa figura nella Chiesa?

E’ stato il Concilio Ecumenico Vaticano II che ha restaurato il diaconato come ministero permanente nella Chiesa e poi con il Motu Proprio “Sacrum Diaconatus Ordinem”, il Papa Paolo VI ha posto in atto la decisione conciliare. Il testo della Lumen Gentium al n. 29 delinea anche le mansioni proprie del diacono sia per colui che viene ordinato in vista del sacerdozio come anche per chi viene ordinato in forma permanente: “In un grado inferiore della gerarchia stanno i Diaconi, ai quali sono imposte le mani « non per il sacerdozio, ma per il servizio ». Infatti, sostenuti dalla grazia sacramentale, nella «diaconia » della liturgia, della predicazione e della carità servono il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio. È ufficio del Diacono, secondo le disposizioni della competente autorità, amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l’eucaristia, assistere e benedire il matrimonio in nome della Chiesa, portare il viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali, presiedere al rito funebre e alla sepoltura. Essendo dedicati agli uffici di carità e di assistenza, i Diaconi si ricordino del monito di S. Policarpo: « Essere misericordiosi, attivi, camminare secondo la verità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti ». E siccome questi uffici, sommamente necessari alla vita della Chiesa, nella disciplina oggi vigente della Chiesa Latina in molte regioni difficilmente possono essere esercitati, il Diaconato potrà in futuro essere ristabilito come proprio e permanente grado della gerarchia. Spetterà poi alla competenza dei raggruppamenti territoriali dei vescovi, nelle loro diverse forme, di decidere, con l’approvazione dello stesso sommo Pontefice, se e dove sia opportuno che tali Diaconi siano istituiti per la cura delle anime. Col consenso del Romano Pontefice questo Diaconato potrà essere conferito a uomini di età matura anche viventi nel matrimonio, e così pure a dei giovani idonei, per i quali però deve rimanere ferma la legge del celibato”.

L’ammissione tra i candidati all’ordine del diaconato avviene attraverso un apposito rito liturgico, “grazie al quale colui che aspira al diaconato manifesta pubblicamente la sua volontà di offrirsi a Dio ed alla Chiesa per esercitare l’ordine sacro; la Chiesa, da parte sua, ricevendo questa offerta, lo sceglie e lo chiama perché si prepari a ricevere l’ordine sacro, e sia in tal modo regolarmente ammesso tra i candidati al diaconato”.(48)

Con l’ammissione tra gli aspiranti al diaconato inizia, per Attilio, Sandro e Luciano un periodo propedeutico durante il quale saranno istituiti anche Lettori e Accoliti. È un periodo in cui gli aspiranti saranno introdotti ad una più approfondita conoscenza della teologia, della spiritualità e del ministero diaconale e saranno invitati ad un più attento discernimento della loro chiamata che noi tutti accompagniamo in modo particolare con la preghiera.

(don Danilo, delegato diocesano per il Diaconato Permanente)

 

 

 

I tre candidati

 

– Attilio Gibbin è nato a Porto Tolle 47 anni fa. E’ coniugato con Giancarla Serra ed ha 3 figli: Agnese di 12 anni, Giuseppe di 7 anni e Michele di 4 anni. Diplomato presso l’Istituto Tecnico Industriale “F. Viola” di Rovigo. Attualmente frequenta l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Padova, collegato alla Facoltà Teologica del Triveneto, per conseguire la laurea in Scienze Religiose. E’ impegnato nella comunità parrocchiale, sia come animatore della liturgia, sia come catechista sia con altri compiti. Da qualche anno presta servizio nella nostra Caritas diocesana.

Ad Attilio abbiamo posto questa domanda: Perché la scelta di essere diacono permanente?

C’è stato un momento nella mia vita in cui ho ricevuto da parte di un giovane prete la proposta di iniziare il cammino verso il diaconato permanente. Proposta che lì per lì ho accantonato, non ritenendola consona alla mia storia e alla mia situazione.

Con il tempo, però, quell’invito ha silentemente lavorato dentro di me ed è maturata la consapevolezza di dover vivere la santità battesimale in modo più specifico. Pian piano questa sensazione ha preso forza e ho compreso che poteva trattarsi di una vera e propria vocazione. Consapevole che questa vocazione porta con sé responsabilità specifiche e compiti di una certa importanza all’interno della Chiesa, ho chiesto di iniziare pian piano un cammino, comprendente anche il discernimento, verso l’ordinazione diaconale e con il consenso di mia moglie, ho intrapreso quest’avventura. Ringrazio il vescovo Adriano di aver accolto questa mia domanda. (Attilio Gibbin)

 

 

 

 

– Luciano Tiveron è nato a Palazzolo dello Stella (UD) il 28/03/51, sposato con Antonella Reuspi da 36 anni ed ha una figlia Marta di 34 anni. Attualmente è in pensione. Ha lavorato per 43 anni nell’edilizia: è geometra con diploma di laurea in Foto Luciano TiveronUrbanistica, sta conseguendo il Baccellierato in filosofia teoretica e poi teologia presso lo Studio Filosofico Domenicano in Bologna, affiliato alla Facoltà di Filosofia della Pontificia Università “San Tommaso d’Aquino” in Roma. E’ laico domenicano da otto anni, ultima professione nel convento di San Domenico in Bologna.

Anche a Luciano abbiamo chiesto: Cosa ti ha portato a chiedere il Diaconato permanente?

Non c’è una ragione particolare. So soltanto che Gesù Cristo è il migliore amico che ho e che quando un vero amico ti chiama è impossibile non rispondere. Nell’amicizia, tutto confluisce e si completa. Amo intensamente la vita, amo tutte le cose della vita. La scelta del diaconato per me è la scelta del tutto e l’abbandono del nulla! (Luciano Tiveron)

 

 

 

 

– Sandrino Pavani, nato 55 anni fa a Porto Tolle. Risiedo nella parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Ca’ Tiepolo. E’ sposato con Stefania da 24 anni e ha due figlie: Laura di 22 anni e Sofia di 17. Lavora in Poste Italiane come vice direttore dell’ufficio centrale di Porto Viro dopo quasi trent’anni trascorsi in provincia di Ferrara.pavani

A Sandrino chiediamo: Cosa provi soprattutto in questi giorni?

Mi sto appressando in questi giorni alla data importante in cui con grande gioia potrò rispondere di fronte al popolo di Dio e al vescovo Adriano il mio “eccomi” dinnanzi al Signore e chiedere di essere ammesso al percorso che mi porterà a ricevere il Sacramento dell’Odine come Diacono permanente. Affronto tutto questo con grande gioia e trepidazione. Gioia perché da molto desideravo questo momento e trepidazione perché sono consapevole della mia inadeguatezza di fronte a ciò cui sono stato chiamato. Non molto tempo addietro ho trascorso un periodo di afflizione per una grave malattia che mi ha colpito e so che tanta gente ha pregato per me. Mai avrei superato quei momenti senza la preghiera di molti , senza la presenza della mia meravigliosa e adorata famiglia e così ora letteralmente non posso permettermi di avere paura perché nulla sono, e lo so, ma so anche che il Signore usa chi come me non vale nulla per compiere ciò che vuole. Sono commosso e stupito per il Suo amore e grato per tanta immeritata e gratuita bontà che Egli ha riversato e continua ancora a riversare nella mia vita. Se il Signore mi vuole non ho che da dire il mio ”sì” e a Lui affidarmi con tutto il mio essere. (Sandrino Pavani)

Alla moglie di Sandrino abbiamo chiesto di dirci il suo stato d’animo…

Ho scelto, di fronte al Signore e chiedendo il Suo aiuto, di condividere con mio marito tutti gli aspetti che la vita ci avrebbe posto davanti. Ci sono stati momenti belli e momenti di difficoltà in cui ci siamo trovati sempre uniti nel credere e confidare nella forza del Sacramento che avevamo ricevuto. Desidero essere anche adesso unita a mio marito, certa che stiamo iniziando a vivere un momento di grande grazia e che tutto ciò è per il bene della Chiesa con la quale sarò felice di condividere mio marito. (Stefania)

 

 

La testimonianza di Agostino De Grandis, diacono permanente

E’ dal lontano 25 marzo 1995 che la Chiesa clodiense non “ordina” più diaconi permanenti. Non per mancanza di candidati, ma forse per una carenza di richieste da parte delle comunità parrocchiali, dove il diacono permanente di norma svolge il suo ministero. Attualmente in diocesi siamo solo in tre: Franco Laurenti, Guido Sfriso e il sottoscritto. Qualcuno potrebbe pensare che lo Spirito Santo abbia smesso di soffiare sulle vele della nostra chiesa particolare o che manchino le vocazioni. Potrebbe anche dipendere dal fatto che il vescovo, con il suo presbiterio, non veda la necessità di un servizio diaconale in Diocesi?

Eppure non è così. Da alcuni anni altri aspiranti al diaconato si sono aggiunti al nostro gruppo per un cammino di formazione liturgico-pastorale e di discernimento e in questa domenica, tre di loro, saranno ammessi ufficialmente tra i candidati al diaconato. Questa notizia è stata come una ventata di aria fresca, anzi la vedo come un dono dello Spirito Santo che arricchisce la Chiesa.

Ho ripensato alla mia preparazione prima di essere ammesso al diaconato. Agli anni di studio ma soprattutto a coloro che mi hanno seguito e incoraggiato fino al giorno tanto atteso dell’ordinazione in Cattedrale per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo Alfredo Magarotto.

Subito dopo l’ordinazione, il vescovo mi ha incaricato di svolgere il ministero diaconale nella mia parrocchia di Rosolina. Già da tempo ero impegnato in parrocchia come catechista, lettore e ”ministro straordinario della comunione”. Fu durante un ritiro di preghiera a Sant’Anna che conobbi i due diaconi Franco e Guido, e accettai di unirmi a loro per conoscere meglio il loro ministero. Tutto ebbe inizio da qui. Mi unii a loro per gli ”esercizi spirituali” annuali per aspiranti e diaconi e partecipai a diversi altri convegni. Ho capito che il diaconato permanente è una risorsa donata da Dio per la missione della Chiesa. A ben pensarci ci sarebbe da spaventarsi per essere investiti di così grande responsabilità. E’ lecito chiedersi: “Sarò in grado di svolgere con costanza e competenza i miei doveri di diacono? Troverò il tempo, dopo il lavoro e la famiglia, per la preghiera con la ”Liturgia delle ore”; per l’aggiornamento costante sulla dottrina della Chiesa? Ricordo sempre con gratitudine profonda le parole del mio vescovo di allora: ”Agostino, tu non sai il grande dono che Dio ti fa. Sappi prima di tutto che non ti è richiesto di “fare tante cose” ma quello che conta è “quello che si è”. Con gli anni si impara a servire la Chiesa, la comunità, i più bisognosi… Se prima facevo un servizio come buon cristiano, ora come diacono posso offrire qualche cosa di più qualificato con la Grazia che mi deriva dall’ordine sacro.

Quando in diocesi arrivò il nuovo vescovo Angelo Daniel, ci convocò per conoscerci e fu in quella circostanza che mi affidò il delicato incarico di accompagnarlo nelle parrocchie della diocesi per le cresime e per altri viaggi, anche fuori del nostro territorio. Nel frattempo continuavo il mio servizio in parrocchia come prima e prestando anche il mio servizio come segretario dell’Ufficio catechistico diocesano. Terminato il mio servizio in diocesi con il vescovo Angelo, (per il compimento del suo mandato), il vescovo Adriano Tessarollo ha ritenuto opportuno che continuassi il mio ministero nella Comunità parrocchiale di Rosolina. Vorrei concludere con una citazione della Lumen Gentium, 29, poi ribadita da Giovanni Paolo II al Convegno dei diaconi permanenti promosso dalla C.E.I.: “I diaconi, sostenuti dalla grazia sacramentale, servono il popolo di Dio – in comunione col vescovo e il suo presbiterio – nel ministero della liturgia, della predicazione e della carità […]. Il diacono nel suo grado personifica Cristo servo del Padre, partecipando alla triplice funzione del sacramento dell’ordine: è Maestro,[…]; è Santificatore, […]; è Guida”. Il Signore Gesù, che ha lavato i piedi ai suoi discepoli, sia per tutti noi, già diaconi e per i tre candidati, di esempio, di aiuto e sostegno anche nei momenti della prova. (diacono Agostino De Grandis)

 

 

 

dal NUOVA SCINTILLA 7 del 17 febbraio 2013