Il giornalismo e i valori della vita

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Ucsi-Rovigo. I giornalisti hanno festeggiato il loro santo patrono San Francesco di Sales

Il giornalismo e i valori della vita

Possiamo immaginare un presbitero di raffinata cultura che fu anche vescovo di Ginevra, procedere con diligente costanza alla pubblicazione di fogli volanti, che egli stesso faceva scivolare sotto gli usci delle case o affiggeva ai muri, meritandosi per questa attività il titolo di santo patrono dei giornalisti. Ci riferiamo a San Francesco di Sales e alla sua predicazione in un territorio calvinista che avveniva cinque secoli fa, ma di quell’umiltà, di quello spirito di servizio e dedizione al risveglio delle coscienze, considerati antesignani delle moderne comunicazioni sociali, oggi non restano che labili tracce. Lo scorso 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales, l’Ucsi di Rovigo, Unione della stampa cattolica, ha organizzato un incontro nel Palazzo Vescovile per rinnovare il valore dell’ancoraggio etico della comunicazione, sul presupposto che si pone una

relazione stretta fra giornalismo e adesione democratica, partecipazione e responsabilità. “Il ruolo del giornalismo è la formazione di coscienze critiche – ha affermato il vescovo Lucio Soravito de Franceschi durante la Messa che ha preceduto la tavola rotonda con i giornalisti dell’Ucsi don Bruno Cappato, Giovanni Boschetti, Donato Sinigaglia, Gabriele Cappato, consigliere nazionale dell’Ordine. Ospite e moderatore del convegno, don Vincenzo Tosello, direttore del settimanale diocesano di Chioggia “Nuova Scintilla” che ha polarizzato il suo intervento sulla centralità del rispetto della persona nella raccolta e divulgazione delle informazioni: “Occorre valutare la bontà del contenuto dei comunicati – ha precisato – e se le notizie diffuse deprimono l’opinione pubblica o la fanno crescere. È indispensabile, inoltre, la rettitudine delle intenzioni nel modo di trattare le notizie. Va evitato ciò che è tendenzialmente ingannevole nelle informazioni, nelle fotografie, in tutto ciò che è veicolato da stampa, radio, Tv”. Se il mondo dei media somiglia spesso purtroppo ad una grande kermesse con l’informazione che viaggia a due velocità su carta stampata, più chiamata al vaglio delle notizie e per questo più lenta, e web, rampa di lancio rapida e vastissima di ogni circostanza notiziabile, nel guazzabuglio delle parole, fra l’orrido e i lustrini serviti a cena con i Tg e i discorsi patinati di vario genere, l’etica resta un sussurro sommesso ma tenace. Un forte contributo alla discussione su questi temi è venuto dai responsabili di alcune delle testate giornalistiche locali. Gianluca Salvagno, caposervizio del “Gazzettino”, ha posto l’accento sulla necessità del rispetto delle norme deontologiche: “È un paradosso il rovesciamento completo del modo di informare ma la crisi dell’editoria, il trend negativo delle vendite, inducono ai titoli strillati, al sensazionalismo considerati più attrattivi. La Carta di Treviso sui minori, l’osservanza delle regole codificate per lo svolgimento della professione giornalistica rappresentano, però, dei paradigmi indefettibili. Credo, ad ogni modo, che carta stampata e web possano andare avanti di pari passo”. Irene Lissandrin direttore di “Rovigo Oggi”, il quotidiano on line che raccoglie moltissimi visitatori, ha aggiunto: “Ciò che si muove in internet è caratterizzato dalla tempestività e rimane nella rete per sempre. L’attenzione a ciò che si immette nei circuiti informativi on line deve per questo essere massima e anche l’intento formativo-educativo verso il lettore-utente non dovrebbe essere mai trascurato”. Cristiano Draghi, direttore della “Voce” si è soffermato sulla distinzione fra i mezzi di informazione: “Cerco di trovare ogni giorno l’angolo delle buone notizie e non è semplice, anche se molti fatti positivi sono attingibili dalla grande realtà del volontariato. Al contrario, il fatto di cronaca nera non potrebbe mai finire, ad esempio, in un social network che accoglie contenuti più emozionali e edulcorati”. L’informazione è un universo frastagliato e in evoluzione, ma, come hanno osservato sia il vescovo Soravito che don Vincenzo Tosello, dovrebbe contribuire ad arginare qualunquismo e omologazione culturale avvalorando il diritto di ricerca alla verità dei fatti, secondo i postulati della “Caritas in Veritate” dell’insegnamento di San Paolo ricordati nella lettera-enciclica di Papa Benedetto XVI. (Daniela Muraca)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 5 del 3 febbraio 2013