Un anno dal suo transito pasquale

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Don Vittorino Gianni

Un anno dal suo transito pasquale

Un anno già è trascorso dal termine della vita terrena di don Vittorino Gianni, vissuta come una Messa terrena, nello spirito eucaristico di offerta delle proprie gioie e sofferenze. 26 Dicembre 2011, nel giorno natalizio di S. Stefano, nel giorno in cui il Natale del Signore si è misteriosamente fuso con il martirio del Natale del diacono S. Stefano. Visitandolo all’ospedale di Adria, ho visto, un paio di volte, lacrime dai suoi occhi, senza parola alcuna. Erano lacrime eloquenti che manifestavano sofferenza fisica, ma pure altre sofferenze, affrontate lungo il percorso della sua vita. Facilmente ci comprendevamo, pur senza parole.

Pur nella distanza di età, siamo cresciuti assieme a S. Mauro di Cavarzere avendo avuto come maestro e pastore l’arciprete mons. Giuseppe Scarpa. Ad un anno dal suo transito pasquale oso rievocare l’eredità testamentaria lasciatami, penso, come pure ad altri, senza alcuna parola scritta. Don Vittorino fu anzitutto un presbitero di preghiera, e preghiera contemplativa, adorante; bastava vederlo come pregava. Preghiera umile, timida secondo la sua natura, laudativa con il canto del cuore. Nel canto aveva scoperto l’anima dei salmi, dei cantici, della stessa Liturgia eucaristica. È vero, si stentava a comprendere questa forma

laudativa del canto. Eppure, bisogna ammettere, il suo modo era un gradino più alto del nostro. Non era né sentimentalismo, né stravaganza. Il suo obiettivo era di rendere viva, coinvolgente, elevante, ogni celebrazione liturgica. Don Gianni era dignitosamente povero nello stile di vita. Ha amato la povertà nello spirito del Vangelo, nel sincero distaccato dalle cose terrene. Bastava entrare nella sua canonica e ci si accorgeva subito. Per natura schivo, parco di parole. Il dialogare con lui richiedeva clima di fiducia, di confidenza. Allora la conversazione si animava con interesse. Carattere fermo non per cocciutaggine ma per competenza specialmente nelle materie liturgiche, musicali, di canto, di catechesi, di pastorale. Presente in modo attivo a frequenti convegni nazionali, fossero al nord, al centro, al sud, nessuno lo tratteneva, anche se la sua auto era alquanto scassata. Una volta, mentre si recava in Puglia ad uno dei convegni, lungo l’autostrada l’auto si era bloccata, il motore non funzionava più. Fu necessario l’intervento della polizia stradale. I convegni lo tenevano aggiornato e gli hanno permesso una rete di amicizie con scambio di esperienze con organisti, compositori musicali, direttori di cappelle di varie cattedrali d’Italia: Milano, Bergamo, Brescia, Vicenza, Ravenna, Ferrara, Firenze, Roma, e giù nel meridione. Lo testimoniano le partecipazioni di cordoglio giunte nella sede “Associazione S. Cecilia” in Roma alla notizia, purtroppo giunta in ritardo, della sua morte, e la celebrazione eucaristica di suffragio svoltasi a Lonigo, nel luglio scorso, durante il convegno annuale per organisti e compositori musicali. L'”Osservatore Romano”, quotidiano cui era abbonato, lo teneva bene informato ed aggiornato. È spiegabile la sua preparazione per ogni iniziativa in materia. L’ufficio liturgico diocesano della Cattedrale di Adria per le celebrazioni pontificali, in particolari circostanze, chiedeva informazione a lui per l’adattamento di determinati canti liturgici, a mezzo dell’organista m° Graziano Nicolasi, al quale va particolare gratitudine per l’affettuosa ed attenta assistenza prestata a don Vittorino durante la sua malattia. Era aperto a composizioni moderne, equilibrate, di canto liturgico per giovani, anche per chitarra. Bastava avvicinarlo e ci si accorgeva subito. S. Andrea in Chioggia e specialmente B. Vergine del Carmelo di Bonelli e Gorino Sullam, sono le comunità che ricordano con entusiasmo e gioia don Vittorino. Il suo metodo di essersi fatto “piccolo con i piccoli” quell’abbassarsi tra i fanciulli e ragazzi, nel gioco, nella catechesi, innervata di canto e musica, sono state sementi educative che hanno coinvolto in simbiosi grandi e piccoli. A Bonelli aveva istituito la scuola di musica e canto, entusiasmando i ragazzi con la conoscenza ed il suono dei vari strumenti musicali, pure a percussione. Don Gianni si è sforzato di essere umilmente “lievito nella farina” secondo la parabola evangelica. Nelle frequenti visite all’ospedale di Adria ho incontrato un paio di volte accanto al letto di don Gianni due coppie di genitori, abbastanza giovani, di Bonelli, con le lacrime agli occhi: con voce stentata – avendo chiesto la loro provenienza – mi dissero: “Sapesse quanto bene abbiamo ricevuto da don Vittorino. Non lo potremo mai dimenticare”.

A don Vittorino Gianni la mia gratitudine ed affetto. Credo, però, di tanti. (don Umberto Pavan)

Venerdì 28 dicembre, alle ore 9.30, nel Duomo di S. Mauro, S. Messa in memoria e suffragio di don Vittorino Gianni, sacerdote e parroco, nel 1° anniversario della morte, concelebrata dai sacerdoti del vicariato e da quanti lo desiderano.

 

 

dal numero 48 del 23 dicembre 2012