La porta aperta sul territorio

Facebooktwitterpinterestmail

Centro di ascolto di Sottomarina

La porta aperta sul territorio

“Grazie davvero, perché vediamo che le cose cambiano nella nostra vita”. Questa frase, pronunciata da uno degli “assistiti” del centro d’ascolto di Sottomarina, che chiameremo Laura, fa perfetta sintesi della sfida che il centro stesso si è posto. Questa nuova “porta aperta sul territorio” vuole aiutare le persone nel bisogno a crescere in autonomia, senza dare loro la soluzione, ma rendendole capaci di camminare con le proprie gambe. Ci piace dire che le accompagniamo, che cerchiamo di fare un percorso insieme, sempre personalizzato e mai teorico. L’errore che spesso si fa, quando si è alle prime armi come

volontario, è quello di non leggere al di là delle parole che vengono pronunciate da chi si rivolge al centro. Con l’esperienza, invece, si capisce che è importante scavare nella vita di queste persone, capire quali altri malesseri esistono e che spesso il disagio che viene espresso al primo colloquio nasconde un insieme di povertà e complessità che hanno bisogno di tempo e di fiducia reciproca per emergere. Finora si sono incontrate una sessantina di persone, ma ovviamente ascoltate più e più volte a seconda dei casi e delle urgenze. C’è ancora molta strada da fare e tutti i volontari, circa una ventina, che si alternano durante il mese, ne sono consapevoli: il centro è nato solo nove mesi fa, esattamente il 19 marzo 2012. Il nostro prossimo obiettivo è di coinvolgere in questo cammino la realtà ecclesiale, quindi le parrocchie della vicaria di Sottomarina e le realtà civili del nostro territorio. Abbiamo capito da subito che non deve essere il singolo volontario a “caricarsi” dei problemi e, a volte, anche dei drammi di chi è nel bisogno, ma attraverso le reti e le sinergie che riusciremo a costruire, con le istituzioni (Comune, Provincia, Regione), i servizi del territorio (ufficio per l’impiego, servizi sociali, ecc.), le associazioni di categoria, i sindacati, le aziende, le parrocchie, allora sarà l’intera comunità a far fronte alle difficoltà dei nostri “fratelli” più deboli e indifesi ed è solo così che una comunità può dirsi tale. E in più, poiché i volontari del centro sono espressione della realtà ecclesiale locale, non vogliono e non possono dimenticare la frase di Gesù nel Vangelo di Matteo: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ero forestiero e mi avete ospitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. (…) In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (Sara Laurenti, volontaria del centro d’ascolto di Sottomarina)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 48 del 23 dicembre 2012