Immigrati: persone da accogliere

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Immigrati: persone da accogliere

La presenza a Chioggia e Sottomarina e le iniziative adottate nell’ambito della Caritas diocesana.

A colloquio col volontario prof. Bruno Perini

È sempre vivo il problema di coloro che per lavoro, per cercare condizioni di vita migliori, lasciano il proprio paese ed emigrano in paesi che sembrano offrire questa prospettiva. Il fenomeno emigrazione esiste anche da noi, sia pure in proporzioni, tutto sommato, abbastanza limitate.

Ne aabbiamo parlato con il prof. Bruno Perini che se ne interessa nell’ambito della Caritas Diocesana.

“È questo – ci ha detto – un periodo abbastanza particolare. Come conseguenza della guerra in Libia si

trovano attualmente nella nostra città una cinquantina di extracomunitari quasi tutti provenienti da questa nazione che attualmente sono alla ricerca di un lavoro.

Il Prefetto li aveva fatti sistemare alla “Lepre” (una quindicina) e in “Val d’Ostreghe”, dove c’erano già emigrati dall’Africa sub sahariana (Nigeria, Mali, Costa d’Avorio, Senegal). La nostra Caritas, di cui è responsabile don Marino Callegari, per favorire la non facile integrazione, aveva messo loro a disposizione un gruppo di insegnanti volontari per un primo, indispensabile approccio alla nostra lingua e per una azione in generale di accompagnamento. Successivamente si è prospettato il prolungamento, oltre il termine inizialmente previsto, della loro permanenza. Sono stati quindi trasferiti, mediante precisi accordi con le autorità scolastiche, in questo caso il direttore del 2° Circolo di Sottomarina dr. De Perini, con lo scopo di realizzare un corso strutturato presso la scuola “G. Pascoli”, in collaborazione anche con la Caritas di Venezia, corso nel quale sono stati seguiti da due mediatrici culturali. Attualmente frequentano corsi di avviamento presso il Cfp. Alcuni di questi immigrati sono stati trasferiti, dalla Prefettura, in altre località e sono in attesa che la Commissione regionale si pronunci sulla loro richiesta di Asilo politico. La Caritas clodiense, tramite un gruppo di docenti volontari, continua l’opera di accompagnamento ed integrazione, puntando soprattutto sull’apprendimento della nostra lingua, dei principi costituzionali e dei servizi erogati dagli Enti pubblici.

Sono presenti anche altri profughi richiedenti Asilo politico provenienti da varie nazioni (Afghanistan, Pakistan, Eritrea) e una minoranza linguistica armena. Questi non godono comunque delle stesse condizioni previste per i rifugiati provenienti dalla Libia.

Il loro numero varia in continuazione perché, dopo un periodo di qualche mese di permanenza, vengono trasferiti in altri centri di accoglienza o altre strutture della Caritas. L’intento dei volontari Caritas non mira solo all’apprendimento della lingua, fornisce indicazioni sui diritti e doveri dei cittadini e sull’assistenza sanitaria. Si cerca, in ogni caso, di sviluppare una interrelazione che rispetti la dignità della persona cercando un rapporto sul piano umano per farli sentire accolti, abbattendo il muro dell’indifferenza. I corsi che si stanno svolgendo presso i locali dei pp. Cavanis, da loro messi gentilmente a disposizione, si rivelano un arricchimento umano anche per i volontari tramite il confronto delle diverse culture. (G.V.)

 

 

da  NUOVA SCINTILLA 48 del 23 dicembre 2012