“Ero forestiero e mi avete ospitato”

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“Ero forestiero e mi avete ospitato”

La Comunità Missionaria di Villaregia ha accolto nove profughi iracheni

Nove ragazzi irakeni che hanno lasciato la loro terra natia dove ha imperato per molti anni la dittatura e fatica a radicare la democrazia, dopo quindici giorni di fuga attraverso la Turchia e la Grecia, hanno raggiunto l’Italia sbarcando in Puglia e per loro è significato aver raggiunto la possibilità di cambiare vita. Alcuni hanno deciso di chiedere asilo politico e altri no, ma tutti hanno come obiettivo lasciare l’Italia e raggiungere dei parenti in Germania e Svezia. Poche ore dopo il loro ritrovamento, nella Comunità Missionaria di Villaregia, dove sono stati accompagnati dai Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Adria e da altre pattuglie del territorio e dove hanno ricevuto una accoglienza

sorprendente, la loro vita è cambiata. “Non abbiamo fatto nulla di eccezionale – hanno detto padre Giancarlo Piovanello e padre Antonio Perretta della Comunità Missionaria – perché abbiamo soltanto applicato il Vangelo “ero forestiero e mi avete ospitato”: queste parole di Gesù fanno da guida ad ogni gesto di amore che si fa accoglienza dell’ospite, dello straniero, dell’uomo che si presenta alle porte delle nostre città, del nostro paese, delle nostre case! Come non riconoscere nel volto di nove profughi irakeni, affamati, sporchi e stanchi per il lungo e avventuroso viaggio clandestino, il volto di Gesù povero e sofferente che chiede accoglienza, ma soprattutto amore fraterno”. “Noi missionari – continuano padre Giancarlo e padre Antonio – sentiamo di non aver fatto nulla di straordinario rispetto a ciò che, come cristiani, siamo chiamati a fare: offrire accoglienza al malcapitato che il Signore pone sul nostro cammino. Dopo che i nove fratelli irakeni hanno fatto la doccia e la colazione, vestiti a nuovo con i doni della Provvidenza (biancheria intima, camicie, pantaloni, giubbetti, giacconi, calzini, scarpe e altro ancora) è stato bello vedere sul loro volto riapparire il sorriso e rifiorire la speranza di essere riconosciuti come uomini e non come “stranieri”. Del resto – concludono i padri missionari – siamo tutti stranieri in questo mondo e quindi siamo tutti chiamati a riconoscerci fratelli gli uni degli altri”. La Comunità Missionaria di Villaregia, dallo scorso mese di maggio 2011, su richiesta del precedente Prefetto, Romilda Tafuri, ospita pure, in una loro struttura a Ca’ Pisani, quattro giovani profughi ghanesi, già in Libia per lavoro; il deposto e trucidato colonnello Gheddafi li fece gettare a mare ma si salvarono. Questi giovani sono in attesa di una decisione amministrativa per la loro posizione in Italia ma intanto sono aiutati sia dal Comune di Porto Viro che dalla Comunità Missionaria dove, spontaneamente, si mettono a disposizione per i vari servizi quotidiani. Anche questa è la Comunità di Villaregia! (Giannino Dian)

Nella foto (inviata da Bruno Girotti): Padre Giancarlo e Padre Antonio.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 46 del 9 dicembre 2012