Conoscere la fede per vivere

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Presentato a Chioggia il Catechismo della Chiesa Cattolica

Conoscere la fede per vivere

Che cosa attendono i nostri cristiani? Due sere di proposta di fede netta e decisa per l’annuncio dell’Anno della Fede e per la presentazione del Catechismo della Chiesa Cattolica – a cura del Vicariato di Chioggia, Pellestrina, Sottomarina – hanno visto il ‘tutto esaurito’ e una fitta attenzione in sala San Filippo Neri a Chioggia. Ancora di più nella seconda occasione. Il ‘Catechismo della Chiesa Cattolica’, continuamente richiamato dagli interventi del Papa e dei Vescovi per l’Anno della Fede, sdogana la catechesi degli adulti e la apre a nuove prospettive. Risponde a un desiderio e a un’attesa che non possono venire trascurate. Come e perché un Catechismo ‘universale’? Venerdì 23 novembre 2012 don Angelo Busetto è

partito da lontano. La fede è da conoscere e imparare proprio perché rimanda a un avvenimento accaduto: Dio è venuto, ha parlato, ha percorso le nostre strade; è una storia che si può conoscere attraverso la comunicazione, anzi, una rivelazione. Fin dall’inizio i contenuti della fede cristiana sono stati raccolti nella sintesi di un symbolum, dapprima il Credo apostolico, poi il Credo Niceno Costantinopolitano. Alla fine del primo secolo ci imbattiamo nella Didaché: un ‘insegnamento’ per un pagano che domanda di diventare cristiano. In seguito alla libertà religiosa concessa da Costantino nel 313, aumenta in modo impressionante il numero dei cristiani e si impone una grande opera di evangelizzazione con il catecumenato. Sant’Agostino scrive ‘De catechizandis rudibus’; la vicenda prosegue con le catechesi dei Padri della Chiesa e dei vescovi. Nel secolo XIII S. Tommaso predica in dialetto napoletano il Credo, il Padre Nostro, i Comandamenti, i Sacramenti. Nel 1563 il Concilio di Trento approva la decisione di un catechismo rivolto ai parroci; grande diffusione e popolarità aveva avuto il catechismo di Lutero. Dal 1905 il catechismo di Papa Pio X gode di una grande diffusione e viene adottato da gran parte delle diocesi italiane, circolando anche all’estero. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un vuoto di conoscenza e a un disorientamento dei cristiani, non più istruiti con il catechismo degli adulti.

Una nuova proposta del catechismo si è fatta più urgente dopo il Concilio Vaticano II. Il Sinodo dei Vescovi del 1985 che celebrava i 20 anni del Vaticano II, ritenne necessario preparare un compendio della dottrina cattolica da proporre a tutti i cristiani. Si sviluppò immenso lavoro collegiale, con l’apporto di tutte le comunità cristiane del mondo. Nel 1992 il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica era pronto. Con il titolo ‘Catechismo’ si esce dall’ambito della letteratura specializzata in campo teologico; non una scienza accademica, bensì l’annuncio. La struttura del Catechismo è quella di grande Cattedrale nella quale si raccoglie la fede e la vita della Chiesa e dei singoli fedeli. La Chiesa universale è un popolo adunato nell’unità del Padre, Figlio, Spirito Santo e fa una proposta unitaria a un mondo diventato ‘villaggio globale’. Il Catechismo presenta con fedeltà ed in modo organico l’insegnamento della Sacra Scrittura, della Tradizione vivente nella Chiesa e del Magistero, come pure l’eredità spirituale dei Padri, dei santi e delle sante, tenendo conto degli sviluppi che nel corso dei tempi lo Spirito Santo ha suggerito alla Chiesa; occorre poi illuminare con la luce della fede le situazioni nuove e i nuovi problemi. Il contenuto del Catechismo della Chiesa Cattolica si articola in quattro parti: il Credo; la sacra Liturgia, con i sacramenti in primo piano; l’agire cristiano, esposto a partire dai comandamenti; ed infine la preghiera cristiana. L’impianto è sotteso da alcuni principi, il primo dei quali è quello della gerarchia delle verità. Ci sono alcune verità-realtà fondamentali attorno alle quali ruotano e derivano tutte le altre: il mistero della Santissima Trinità, evidenziato non solo nella parte propriamente teologica, ma anche in quella sacramentale-liturgica e in quella morale, oltre che nella preghiera; il fondamento cristocentrico: Cristo è il centro storico e teologico. La fede cristiana ha un contenuto oggettivo, che poi il catechista e il cristiano applicano alle varie condizioni di vita. Il Catechismo non riflette le opinioni di un gruppo, ma la fede della Chiesa. Autore ne è la Chiesa nel suo insieme, con il Papa e i suoi collaboratori: opera collegiale e opera papale, in una interazione tra primato e collegialità. La prima stesura è stata redatta in lingua francese; l’ultima, quella ufficiale di riferimento, in lingua latina.

Al Catechismo è seguito il Compendio nel 2005, auspicato dai partecipanti al Congresso Catechistico Internazionale dell’ottobre 2002: una sintesi fedele e sicura del Catechismo della Chiesa Cattolica. Una sorta di vademecum che consente alle persone, credenti e non, di abbracciare, in uno sguardo d’insieme, l’intero panorama della fede cattolica.

Nel 2011, ecco una proposta per i giovani. You Cat viene pubblicato e diffuso per la Giornata della Gioventù a Madrid. Nella presentazione Papa Benedetto dice ai giovani: “Studiate il catechismo! Dovete conoscere quello che credete; dovete conoscere la vostra fede con la stessa precisione con cui uno specialista di informatica conosce il sistema operativo di un computer; dovete conoscerla come un musicista conosce il suo pezzo”.

Come usare il Catechismo della Chiesa cattolica? Se ne può fare un uso per la lettura personale, a gruppi, nelle comunità. È il punto di riferimento di ogni elaborazione di altri catechismi e del loro metodo. Se ne possono proporre dei tratti a memoria. Il Catechismo ha bisogno di almeno tre integrazioni: attraverso la storia della Chiesa, che i cristiani devono ampiamente recuperare; attraverso un approfondimento biblico teologico; attraverso uno svolgimento e un’applicazione nella vita e nelle questioni di attualità.

A un vescovo anziano, molto stimato per la sua erudizione, venne inviata una delle ultime redazione del Catechismo prima della pubblicazione, allo scopo di avere un suo giudizio. Egli restituì il manoscritto con una espressione di gioia. “Sì – disse – questa è la fede di mia madre”. Egli era lieto del fatto che la fede che aveva appreso da bambino e che lo aveva guidato per tutta la vita si trovava riformulata nella sua ricchezza, nella sua bellezza e anche nella sua semplicità e nella sua indistruttibile verità. È la fede di mia madre: la fede di nostra madre, della Chiesa. A questa fede ci invita il Catechismo.

 

 

da NUOVA SCINTILLA 46 del 9 dicembre 2012