Santi e Avvento

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Santi e Avvento

– San Nicola. Patrono di Bari, da lui derivano tutte le versioni di Babbo Natale.

– B. V. M. Immacolata. Maria “donna vestita di sole”, in Chioggia è venerata con molti titoli

– Messe “Rorate” nella chiesa dei Filippini

 

 

 

Patrono di Bari, da lui derivano tutte le versioni di Babbo Natale

San Nicola

Ogni anno, con l’inizio dell’Avvento, ci vengono proposti dei Santi particolarmente cari alla pietà popolare; tra questi vogliamo ricordare san Nicola, la cui festa liturgica ricorre il 6 dicembre. Nel territorio clodiense antichissimo è il culto per tale santo; ne è insigne testimonianza la omonima chiesa in Chioggia – ora auditorium comunale – eretta alla fine del XIII secolo e officiata dall’Ordine degli Eremitani di S. Agostino sino alla seconda metà del XVIII secolo. San Nicola nacque a Pàtara, nell’Asia Minore, nel 250 d. C. e venne eletto vescovo per le sue doti di pietà e di carità. Durante la persecuzione di Diocleziano, risulta in carcere sino all’epoca dell’Editto di Costantino; la morte lo coglie a Mira, sempre nell’Asia Minore, il 6 dicembre del 326 d. C. Nell’iconografia san Nicola è riconoscibile perché – vestito in abiti pontificali – tiene in mano un libro sopra il quale figurano tre palline d’oro. Racconta la leggenda che un padre, non avendo i soldi per costituire la dote alle sue tre figlie e farle così sposare convenientemente, avesse deciso di mandarle a prostituirsi. Il vescovo Nicola, venuto a conoscenza di questa malsana idea, fornì tre sacchetti di monete d’oro che costituirono quindi la dote delle fanciulle, salvandone la purezza. I resti mortali di Nicola vennero portati a Bari da sessantadue marinai pugliesi il 9 maggio 1087, dove venne innalzata una grandiosa basilica in onore del Santo che divenne patrono della città.

Ricordiamo, con l’occasione, che tutte le versioni del Babbo Natale moderno derivano da san Nicola. La leggendaria storia della sua vita – che racconta la sua generosità per i poveri e per i piccoli – è alla base della grande festa olandese di “Sinterklaas” (il compleanno del Santo) che, a causa di una cattiva pronuncia da parte degli americani, divenne “Santa Claus”. In particolare nei Paesi Bassi, in Belgio, Austria e Germania, San Nicola viene ancora rappresentato a cavallo (vedi foto) – nelle numerose feste che precedono il santo Natale – con paramenti vescovili di rosso e con la lunga barba bianca. Con il passare del tempo, molti non desiderarono più festeggiare San Nicola quale esempio di generosità e carità cristiana, così ogni nazione inventò il proprio “Babbo Natale”. Per i francesi era “Père Noel”, in Inghilterra “Father Christmas” – sempre dipinto con ramoscelli di agrifoglio, edera e vischio – e la Germania creò “Weihnachtsmann” (l’uomo del Natale), mentre in Russia lo chiamarono “Il Grande Padre del Gelo”, quest’ultimo non con il consueto abito rosso, ma di color blu. L’ultima e più importante incarnazione di Babbo Natale la si ha nel 1931 quando Haddon Sundblom disegnò la famosa immagine di Babbo Natale per la pubblicità della Coca Cola. Questo è il Babbo Natale che anche noi conosciamo, con la sua lunga barba bianca, il suo inconfondibile abito rosso, con gli stivali, la cinta di cuoio e l’immancabile sacco carico di doni per i bambini. (G. Aldrighetti)

 

 

 

 

 

B. V. M. Immacolata

Maria “donna vestita di sole”, in Chioggia è venerata con molti titoli

Sabato 8 dicembre la Chiesa ricorda la solennità della B.M.V. Immacolata, di Colei che è chiamata Madre di Dio. Il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria è stato proclamato l’8 dicembre 1854 dal beato Pio IX che definì Maria “donna vestita di sole” esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata. Fu un atto di grande fede e coraggio, che suscitò gioia tra i fedeli e indignazione tra i nemici del Cristianesimo. Ma quattro anni dopo, le apparizioni di Lourdes risultarono una prodigiosa conferma del dogma che aveva proclamato la Vergine priva di ogni macchia del peccato originale. Nel tempo d’Avvento la Madre di Dio viene particolarmente venerata, poiché Maria è l’Aurora che precede il Sole, Gesù Cristo. Al pari di altre località, sempre viva è stata la devozione del popolo di Chioggia per la Madonna; a tal riguardo, riportiamo i vari titoli con i quali la si onorava e la si venera attualmente nelle varie chiese dismesse o aperte al culto nel centro storico. Nella chiesa della S. Croce, a due piani – attualmente in uso alla Guardia Costiera – la si venerava come B.V.Maria, mentre l’annesso monastero era composto da suore benedettine cassinesi. Nel vicino santuario di San Domenico, Maria si è sempre amata, invece, con il titolo di Regina del santo rosario, soprattutto promosso dai frati predicatori. Nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea ap.lo la si onorava con i titoli di Santa Maria, B.V. dell’Annunciazione e dal sec. XVIII con l’appellativo di Addolorata. Proseguendo nel nostro percorso, nella duecentesca chiesa agostiniana di San Nicolò – ora auditorium civico – si venerava la Madonna della Consolazione, chiamata anche della Cintura, con una statua vestita e con annessa l’omonima confraternita. A piano terra del palazzo del Granaio, figurava dedicata alla Madonna della Navicella la cappellina posta nel secolo XVI – dietro vive premure dei presuli clodiensi. Con il titolo e la devozione di Madonna della Salute si trova nella chiesa di Santa Caterina, anche in ricordo della cessazione della pestilenza del sec. XVII. Nella vicina chiesa dei padri Filippini, si venera, invece, con il titolo di Patrocinio di Maria Ss.ma; attualmente vi si celebra anche la ricorrenza votiva della Madonna della Salute. Nella precedente chiesa della congregazione – ora sala per le conferenze – era, invece, venerata con il titolo di Purificazione di Maria, nella Presentazione di Gesù al tempio. Oltrepassato il ponte, nella vicina chiesa della Trasfigurazione (Ss.ma Trinità), la troviamo con il titolo di Madonna dell’asinello, nel ricordo della visione avuta nel 1615 dal cappuccino fra’ Adamo da Rovigo. Nella basilica di San Giacomo ap.lo, Maria è glorificata come Madonna della Navicella, facendo così memoria dell’apparizione mariana nel Lido di Chioggia avvenuta il 24 giugno 1508; nei tempi passati si usava anche il titolo di B.V. delle Grazie. Proseguendo lungo il Corso, nella chiesa di San Francesco, in vulgo delle muneghette, la Madonna era ossequiata come B.V. dell’Annunciazione e Addolorata; nel tempo ha preso il sopravvento il titolo di Immacolata. In questa chiesa la categoria dei “molecanti” (pescatori addetti alla pesca dei granchi nel periodo della muta) venerava come patrona la B.V.M. con il titolo di Madonna del Buon Consiglio (del molecante) che, probabilmente, proveniva dalla chiesa di san Nicolò. Sempre con questo appellativo si conserva – attualmente nel museo diocesano d’arte sacra – un’antica effige. Nella cattedrale – dedicata a Maria Assunta in cielo e, nella primitiva chiesa, a Maria Madre di Dio con festa l’8 settembre, – speciale culto viene riservato anche alla Madonna del Carmine. Nella chiesa del Seminario – nell’omonima calle – Maria era venerata prima con il titolo di Immacolata e nel sec. XX con quello di Madonna di Lourdes, mentre nella chiesa di San Martino, attigua alla cattedrale, la Madre di Dio era onorata con lo speciale titolo di Madonna di Loreto. La B.V. Maria era venerata pure nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo ap.li, in vulgo “san Piereto”, e con il titolo di Madonna dell’Oratorio nell’attigua chiesa di Nostra Signora. Nella chiesa dei Salesiani, presenti in Chioggia dal 1899, Maria viene ricordata con i titoli di Immacolata e di Ausiliatrice. Infine, nella chiesa di San Francesco fuori le mura – ora museo civico – Maria veniva onorata come Immacolata e B.V. degli Angeli, mentre la chiesa dell’Istituto Cavanis (scuole di formazione professionale) porta il titolo di Immacolata. (Giorgio Aldrighetti)

Nella foto: L’Immacolata.

 

 

Messe “Rorate” nella chiesa dei Filippini

Nella chiesa dei padri Filippini di Chioggia – dedicata al Patrocinio di Maria Ss.ma e a san Filippo Neri – le sante Messe “Rorate”, precedute dalla recita del Santo Rosario, verranno celebrate alle ore 6.30 del mattino, nelle giornate di giovedì 6, 13 e 20 dicembre. Il particolare termine “Rorate” – con il quale si designa tale Liturgia Eucaristica celebrata all’aurora, al sorgere del sole, nel tempo di Avvento – proviene dalla salmodia responsoriale, un tempo usata per le Rogazioni all’inizio della santa Messa, che recita: “Rorate coeli dèsuper … Aperiatur terra et germinet…” (Cieli, calate la rugiada… La terra s’apra e germogli). Quasi dicesse: il cielo mandi la neve e dalla terra spunterà il pane… Quale pane attende la Chiesa, che così prega, e sotto quale neve si nasconde? È questo, infatti, anche per la Chiesa, tempo di attesa… La Messa “Rorate” è la Liturgia Eucaristica votiva della Beata Vergine Maria; infatti, con l’invocazione “Ave, Maris Stella” (Ti saluto, Stella del Mare), l’inno della Chiesa esalta la Madre di Dio, che sta al fianco dell’uomo, indicandogli la via. Dato che nella sua esistenza storica essa precede il sole Cristo, come l’aurora precede la luce del sole, così Maria diviene la stella del mattino. Questa presenza di Maria nel tempo di Avvento ha un profondo senso escatologico. Maria è la Maestra nell’attesa, come figlia di Israele, come Madre del Signore Gesù, come Madre della Chiesa. Con Israele attendeva il Messia, e quando l’angelo Gabriele Le annunciò che avrebbe concepito e partorito il Figlio, l’Emmanuele, il Dio con noi, si rimise alla volontà dell’Altissimo, aspettando la Vita, che meravigliosa cresceva in Lei. Insieme con la Chiesa attende ora la gloriosa, seconda venuta del Signore Gesù.

G. Aldrighetti

Nella foto: La chiesa dei PP. Filippini, Chioggia.

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 45 del 2 dicembre 2012