Gli occhi e il cuore dell’Avvento

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Le riflessioni di don Angelo Busetto, vicario foraneo di Chioggia

Gli occhi e il cuore dell’Avvento

Per iniziare bene e vivere meglio il periodo di Avvento, abbiamo scambiato qualche parola con il vicario foraneo di Chioggia, don Angelo Busetto. Questo periodo di attesa si innesta nell’Anno della Fede: desideriamo, dunque, che porti frutti abbondanti.

1) L’Avvento è…

L’Avvento è il primo raggio del sole che spunta sulla storia dell’uomo. Lo si può scorgere aprendo almeno una fessura del nostro cuore. Quest’anno l’Avvento cammina tra due sponde: la crisi che stringe da ogni parte le

famiglie e l’Anno della Fede. Ci sentiamo richiamati ad accogliere con nuova attenzione e nuovo desiderio l’Annuncio dell’Avvento: “Il Signore viene”. Guardiamo avanti con speranza. Dobbiamo scrollarci di dosso le attese inutili, che non servono alla vita e non fanno felice nessuno. Nella prima luce dell’Avvento guardiamo verso le cose vere e buone con l’occhio della fede, il cuore della carità, lo slancio della speranza.

2) Qualche suggerimento pratico perché l’Avvento si traduca nella vita di ogni giorno.

Vivere la fede, la speranza e la carità: sono le virtù teologali del cristiano, che aggiustano il nostro atteggiamento nei riguardi della vita e delle cose che accadono. L’Avvento ci suggerisce di viverle nella forma dell’attesa e della vigilanza.

Fede: attendiamo Gesù ogni giorno. Un gesto di preghiera quotidiano. Potrebbe essere l’Angelus all’inizio della giornata o anche a fine mattina e alla sera, quando ci si mette a tavola con la famiglia. Può essere la partecipazione a un gesto settimanale di ascolto della Parola di Dio, come l’incontro del Vangelo, o di partecipazione a una catechèsi, o a una Messa feriale, oltre alla Messa della Domenica.

Speranza: dalla fede nasce la speranza. Domandiamo uno sguardo di fiducia sulle persone e di fronte ai fatti che accadono. Educhiamo il nostro sguardo all’attenzione verso le persone vicine e verso quelle che incontriamo nella giornata. Educhiamoci alla serenità e al sorriso.

Carità: dedichiamo una parte del nostro tempo ogni settimana a chi è nel bisogno; facciamo compagnia a qualche persona anziana, accompagniamo a scuola l’amico di nostro figlio, teniamo un bambino piccolo, visitiamo una persona in ospedale… La crisi del lavoro permette a molte persone di avere più tempo a disposizione: usiamolo per qualche azione di carità.

3) Le ‘cose’ da non dimenticare?

Facciamo attenzione alle occasioni indicate in questo periodo dalla Liturgia della Chiesa, dalla Diocesi e dalla nostra parrocchia. Questa domenica non dimentichiamo di partecipare con il nostro contributo al Fondo di Solidarietà proposto dalla Caritas; avremo poi occasione di partecipare alla Novena; potremo fare un piccolo presepio in casa o nel luogo di lavoro… Gesù viene, per tutti e per ciascuno. Un animo attento e vigilante prepara la sua venuta anche oggi, come hanno fatto Maria e Giuseppe. (a cura di Viviana Terzulli)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 45 del 2 dicembre 2012