La liturgia del Vaticano II

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“FINESTRA LITURGICA”. L’ufficio liturgico diocesano apre una rubrica settimanale di riflessione e proposta

La liturgia del Vaticano II

Se entrando in due librerie, non proprio con fini pastorali, ti vedi messi in bella mostra i Documenti del Concilio Vaticano II, nei formati più diversi e con accanto qualche altro libro che li commenta, pensi che la cosa interessa, e magari supera il sapore di una mera ricorrenza per i soliti. Sono nato alla vita, e anche al sacerdozio, dopo il Concilio. E nel nostro percorso di formazione umana e teologica i dettami conciliari erano già aria che si respirava. Non posso dimenticare alcuni insegnanti come Luigi Sartori che settimanalmente ci “obbligava” a leggere la Costituzione “Lumen gentium”. O Pierantonio Gios, docente di Storia della Chiesa, che proponeva sempre qualche racconto più casareccio della vita romana dei Padri conciliari. O

ancora di come qualche compagno, proprio sui testi della “Sacrosanctum Concilum”, abbia fatto la sua tesina di Baccalaureato. Se preti e moltissimi laici hanno letto le 4 Costituzioni, i 9 Decreti e le 3 Dichiarazioni, viene da domandarsi se sia bastato leggere. Preoccupa a volte più il fatto di capire se la comunità dei figli di Dio fosse contro o a favore dell’umanità stessa, che ricordare che è il primo Concilio della storia che non lanciò nessun anatema come nel passato. Preoccupa più capire se il Concilio abbia abolito il latino nella liturgia, che capire se la riforma liturgica abbia portato i frutti tanto sperati nelle comunità parrocchiali. Viene da chiedersi se tante voci che si innalzano con la bandiera del tradizionalismo assoluto o dell’inevitabile progresso, anche per la Chiesa non abbiano colto il valore più profetico che risolutivo delle tante e molteplici realtà con le quali la Chiesa è chiamata a dialogare. Un’immagine che incontro più volte e in diversi ambiti è quella del “passaggio del mar Rosso”: credo si possa applicare ad una lettura della storia della celebrazione dall’inizio del Concilio. Lasciato il contesto e il concetto di una chiesa prigioniera di se stessa e dei suoi apparati (schiavitù d’Egitto), incoraggiata da più fattori (Movimenti Liturgico e Movimento Biblico in particolare) e sostenuta da voci diverse ma capaci di speranza (Eugenio Pacelli e Angelo Roncalli), con il Papa Buono si è cercata la libertà. Attraverso l’affluire di tutti i vescovi del mondo e periti si è percorso il cammino su terra asciutta perché sostenuti dalla luce dello Spirito e della Grazia. Non sono mancate fatiche, incomprensioni, “non placet”: uomini si rimane, anche se spinti dall’azione di rinnovamento! Le grandi acque risospinte dal vento di Dio hanno protetto il faticoso lavoro di tre anni da annegamenti secessionisti. E siamo ora a considerare come questo evento abbia spinto e motivato tante scelte in questo percorso di 50 anni: riforma liturgica, Sinodo dei Vescovi, nascita della Caritas, approccio più pacato e desideroso di comunione tra le confessioni cristiane (vero grande scandalo ancora vivo). Superficiale e non obbiettivo è dire che si dovrebbe fare un nuovo Concilio. Ancor più pericoloso, tirare le parole di questo o quel cardinale, per rivendicare o un passato glorioso o un futuro solo con finalità assistenziali. Più volte Paolo VI, Giovanni Paolo II e Papa Benedetto hanno ricordato che il frutto migliore del Vaticano II è la fedeltà al Vangelo, vissuto e annunciato. Una fedeltà che s’incontra con la storia dell’umanità, tutta, perché Dio in Cristo Gesù vuole salvare tutti gli uomini. Il nostro vescovo ci invita a scelte concrete, come quella di pubblicare qualche parte della Costituzione sulla Liturgia o sulla Chiesa nel mondo nei foglietti parrocchiali; proporre ai Consigli pastorali la lettura del Programma diocesano e degli scritti conciliari; mettersi in contatto con i diversi Uffici diocesani per approfondire la portata profetica di quell’evento: la celebrazione di quest’anniversario deve essere non solo ricordo grato ma impegno per il futuro. L’Ufficio Liturgico diocesano offrirà ai sacerdoti e ai fedeli una serie di articoli nei prossimi numeri del Settimanale diocesano, attorno ai seguenti temi:

– Nuovo Rito delle esequie (struttura e teologia pastorale che sostengono il nuovo rito).

– Rapporto tra celebrazione liturgica e vita della comunità.

– Giovani e Liturgia.

– Alcuni passaggi fondamentali sulla liturgia indicati nel Sinodo Diocesano.

(don Nicola Nalin)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 41 del 4 novembre 2012