Benedetta la statua in bronzo di don Sandro Dordi

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Taglio di Donada – Porto Viro

Benedetta la statua in bronzo di don Sandro Dordi

La statua del missionario martire bergamasco che operò in Polesine, figura in bronzo fuso a cera persa, è stata eseguita nei laboratori dello Studio d’arte Demetz di Ortisei in plastilina e poi fusa in bronzo in una fonderia di Vicenza. Altezza totale 180 cm e peso 200 kg. La bicicletta è quella che don Sandro usò: è stata un’impresa quella fusione!

Don Sandro Dordi della Comunità missionaria Paradiso (chiamata così perché la sede era ed è in “Via Paradiso) è arrivato a Taglio di Donada nel 1954 all’indomani dell’alluvione del ’51 insieme a don Antonio Locatelli ed altri confratelli per dare assistenza spirituale, morale e sociale nelle nostre zone, prima come parroco a Taglio di Donada e poi come direttore del Centro professionale San Giuseppe Artigiano a

Donada. Nato nel 1931 ha percorso il nostro Delta (affidato alla famiglia di Paola Cattuzzo) con l’entusiasmo e la fede di giovane prete diventando persona di riferimento non solo per i fedeli. Forte carisma di simpatia e lavoratore-operaio nel senso letterale della parola. E poi quegli spostamenti in bici con la sottana Sandro Dordi 25.01.04trattenuta ai bordi dai “ciappini” e quei capelli biondi al vento che lo hanno reso un mito. Lascerà il Delta (Donada e dintorni) nel 1965 per andare in Svizzera. Di qui nel 1980 in Perù, dove nel 1991 verrà assassinato, in odio alla fede e al suo impegno sociale, dal movimento maoista “Sendero luminoso”. Oggi è venerato come martire.Statua don Sandro Dordi 1

Quasi un rendimento di grazie da parte di Taglio di Donada che gli ha dedicato (2 luglio 2011) la piazza del sagrato; piazza ora impreziosita da una statua in bronzo in grandezza naturale che lo vede in piedi accanto alla bici, opera dello Studio d’arte Demetz di Ortisei. Alle ore 18 del 25 agosto 2012, in una chiesa gremita, il vescovo di Chioggia con il vescovo emerito di Bergamo Lino Belotti ha celebrato una S. Messa solenne, concelebrata dai “nostri” don Lino e don Alfonso ex parroci della frazione, don Sergio Bergamo, don Rino, il vicario foraneo don Agostino, l’attuale parroco don Corrado e con i preti della Comunità missionaria Paradiso don Giacomo Cumini, don Gino Rossoni, don Achille Bellotti, don Carmelo Pelagatti, don Arturo Bellini, don Ernesto Belloni e don Giuseppe Castellani giunti con alcuni parenti. La cerimonia è stata impreziosita dal coro interparrocchiale con all’harmonium Mattia Tessarin, presenti il sindaco con gli assessori Marinelli, Veronese, Mancin, S. Tessarin, il maresciallo dei Carabinieri Zingale, il comandante dei VV.UU. Mantovan, la presidente della pro Loco Antonella Ferro. Durante la celebrazione don Corrado ha riconosciuto in don Sandro la persona impegnata nell’istruzione “che fa più paura delle armi”. Il vescovo Tessarollo ha sottolineato che il martirio di don Sandro suggella la sua coerenza di vita per andare verso la mèta, mentre il vescovo Belotti riporta le parole di don Sandro: “Bisogna camminare con il popolo anche se va piano, verso la promozione e l’emancipazione”. Usciti sul sagrato, brevi parole di circostanza e poi lo scoprimento e benedizione della statua, mentre il sindaco sottolinea la straordinarietà dell’occasione. E poi il buffet per i presenti. Forte la convinzione che per le nostre strade è passato un “santo” che ha seminato tanto per cui si stanno raccogliendo i frutti come testimonia pure l’esistenza in loco da qualche anno della “Cooperativa don Sandro Dordi”, presieduta da Paolo Perazzolo a favore di persone con qualche disabilità. E poi diverse persone che conservano qualche scritto di don Sandro come una “reliquia”. (Francesco Ferro)

 

 

Chi lo ha conosciuto lo ricorda così

Statua don Sandro Dordi messaProprio alla vigilia del giorno in cui si ricorda sant’Alessandro, patrono della città di Bergamo da cui ha avuto origine il carisma dei sacerdoti missionari del Paradiso, è stato inaugurato a Porto Viro il monumento in memoria di un altro Alessandro, don Sandro Dordi, che ha prestato il proprio servizio in Polesine nei difficili anni che seguirono all’alluvione del ’51 e, come il santo del III secolo, è tornato al Padre come martire dopo quarant’anni, assassinato dai terroristi del Sendero Luminoso in Perù. La statua in bronzo raffigura un prete con la mano sul manubrio di una bicicletta da uomo in perfetto stile anni cinquanta, con la veste talare mossa dal vento. Ha il volto radioso e la mano asseconda lo sguardo indicando la mèta del cammino. Un monumento per raccontare la gratitudine di una generazione, testimone della dedizione infaticabile dei preti della Comunità Missionaria del Paradiso, in particolare di don Sandro Dordi, collaboratore di mons. Antonio Locatelli, primo prete bergamasco insieme a don Pietro Balzi a condividere il dramma del Polesine alluvionato. All’inaugurazione della statua, che si erge nella piazza già intitolata al sacerdote martire originario di Gromo San Marino, era presente mons. Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, che ha presieduto la celebrazione della messa solenne evidenziando nella parola di Dio e nell’eucaristia le fonti che alimentano il dono di sé, in ogni ambito di vita, proprio come ha fatto don Sandro Dordi in Polesine e negli altri luoghi dove ha svolto il suo ministero, fino al martirio a Santa in Perù. Prima della benedizione finale, il vescovo mons. Lino Belotti, superiore della Comunità Missionaria del Paradiso, ha rievocato il martirio del sacerdote bergamasco avvenuto proprio la vigilia della festa di Sant’Alessandro del 1991. Don Sandro era sulla lista nera di “Sendero Luminoso”. Lo sapeva. Ma non volle fuggire, persuaso com’era che “vivere a fianco dei poveri e partecipare realmente alla vita dei poveri è la condizione indispensabile per sperare di realizzare un lavoro che produca frutti”. Leggendo alcune testimonianze e racconti, mons. Lino Belotti ha tratteggiato gli aspetti salienti di un prete “tutto bergamasco”, forte come le rocce delle sue montagne, fedele alla sua missione nel quotidiano fino al martirio. Un prete che ha amato la Chiesa di Bergamo e che è stato, come ha affermato il giorno dei funerali il vescovo Giulio Oggioni, “l’espressione eccellente della missionarietà dei sacerdoti bergamaschi”. Mons. Belotti ha poi auspicato che la causa di beatificazione di don Dordi possa presto giungere a compimento in modo positivo, con il decreto sul martirio del sacerdote bergamasco.

Il sindaco di Porto Viro Giuseppe Geremia Gennari ha ricordato con emozione quando, da bambino, accompagnava don Sandro, stando sulla canna della bicicletta, mentre Fortunato Bonafè, negoziante di biciclette molto conosciuto in città, ha confidato di avere perso il conto delle tante volte che dovette riparare la bici del “don”, sempre in movimento per aiutare i più bisognosi e per tenere i collegamenti con la sua gente. Così Giampaolo Perazzolo, presidente della Cooperativa sociale Don Sandro Dordi, ha parlato della scuola dei mestieri (ora Enaip), diretta e sostenuta con passione da don Sandro, testimone di un desiderio e di un gusto per la vita e per il lavoro che possono trarre fondamento soltanto nella fede certa in Gesù Cristo. Ancora, una sorella delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, ha raccontato alla delegazione bergamasca della generosità di don Sandro che, di ritorno dalla benedizione delle famiglie, svuotava le tasche con le offerte ricevute. Molti sono gli aneddoti ed i bellissimi esempi di fede cristiana che hanno originato la commozione e la gratitudine che ancora oggi traspare nei volti di coloro che sono cresciuti nella grazia di questo incontro.

Massimiliano Beltrame

 

 

da NUOVA SCINTILLA 32 del 2 settembre 2012