Un fiorire di vocazioni?

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Porto Viro. Nuovo sacerdote salesiano: don Massimo

Un fiorire di vocazioni?

Un, due, tre. Questo giugno 2012 rappresenta per la diocesi di Chioggia un motivo di sano orgoglio: ben 3 giovani della sua terra sono diventati sacerdoti. L’11 giugno a Chioggia il vescovo Tessarollo ha ordinato don Matteo Scarpa sacerdote diocesano da Pellestrina; il 16 giugno il vescovo emerito Flavio Roberto Carraro ha conferito il sacramento dell’ordine sacerdotale al frate cappuccino Gianfranco Tinello a Pettorazza Papafava; il 23 giugno a Donada il vescovo Tessarollo ha ordinato sacerdote il salesiano nativo di Contarina (1983) don Massimo Zagato. Un fiorire di vocazioni “selezionate”? Forse, ma certamente un segno di speranza in tempo di crisi anche di vocazioni; segno di speranza da coltivare. La gioia della Comunità

salesiana e della famiglia Zagato si è concretizzata alle 17 con l’ingresso in chiesa del giovane Massimo, emozionato ma capace di grande self control, circondato dal Vescovo, dall’ispettore salesiano don Eugenio Riva e da circa 50 sacerdoti diocesani e provenienti da diverse sedi salesiane (Milano e Torino), suore Figlie di Maria Ausiliatrice e tanti giovani emozionati pure essi. A lato della navata una gigantografia di don Bosco. Don Massimo è passato tra noviziato, post noviziato, tirocinio e studio di teologia alla Crocetta di Torino. Un breve saluto di benvenuto a tutti da parte del parroco di Donada don Renato, conscio che l’evento entra nella storia della “sua” chiesa e pure segno di gioia e speranza. Nella omelia poi il Vescovo ha ricordato a don Massimo: “Cristo è il pastore unico. Indirizzare a Lui le anime significa mostrare ad esse volto e cuore di Dio”; ed ha concluso: “Ora tocca a te, inviato dalla Chiesa, spenderti con gioia e dare una risposta totale e definitiva”.Porto Viro nuovo sacerdote - IMG_2310

Voce sicura di don Massimo nel rispondere “Sì, lo voglio” e “Sì, lo prometto”, agli impegni che il Vescovo gli proponeva. Struggente di seguito il canto delle litanie con don Massimo steso a terra bocconi, segno di totale abbandono all’opera dello Spirito Santo tra gli sguardi dei fedeli curiosi a nascondere un senso di mistero che la liturgia sa velare e svelare. Così come il gesto dei sacerdoti, preceduti dal vescovo, di imporre sul capo dell’ordinando le mani per brevi secondi e che costituisce il momento essenziale di tutto il cerimoniale e senza il quale non viene trasmesso il sacramento. I riti precedenti e seguenti sono stati preparatori e conclusivi come la vestizione degli abiti sacerdotali (aiutato da don Agostino parroco salesiano di Scalon, parrocchia di don Massimo), l’unzione delle mani con il crisma, la consegna del pane e del vino e l’abbraccio di pace. Il tutto impreziosito dalle esecuzioni del coro interparrocchiale di Porto Viro diretto dal m° Massimiliano Beltrame con all’organo il m° Paolo Sottovia.

Al termine della Santa Messa l’affettuoso assalto dei fedeli e degli amici e delle varie delegazioni ed un gesto (beneaugurante?) del vescovo: consegna il pastorale a don Massimo nel tragitto verso la canonica.

E per tutti: un buffet ristoratore per quanti si sono poi recati al centro san Giusto dove si sono rivelati i primi segni della vocazione di don Massimo con l’adesione al gruppo “Amici di Domenico Savio”. (Francesco Ferro e Massimiliano Passadore)

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 26 del 1°luglio 2012