La memoria dell’apparizione

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La memoria dell’apparizione

Sottomarina, parrocchia Beata Maria Vergine della Navicella. La comunità ricorda la sera del 24 giugno 1508

La Chiesa clodiense celebra lunedì 25 giugno la festa dell’apparizione della B.M.V., avvenuta nella tarda sera del 24 giugno 1508, dopo un violento nubifragio, nel lido di Chioggia. Sul luogo dell’apparizione – dove ora sorge la parrocchia santuario della Navicella – venne eretta prima una cappella in legno e, poi, un tempio in muratura, dove si conservarono la miracolosa icona raffigurante la Madre di Dio – apparsa sulla battigia del lido – e lo zocco di legno dove – secondo la tradizione – Maria Ss.ma si era seduta di fronte al veggente Baldassare Zalon. Nei secoli il santuario fu meta di continui pellegrinaggi di fedeli provenienti, oltre che dalla città, anche da altre zone. Nel 1799 il sacro edificio venne adibito a magazzino militare dalle truppe napoleoniche e nel proseguo del tempo totalmente demolito. La venerata icona della

B.M.V. della Navicella e lo zocco di legno migrarono prima nella chiesa di San Francesco fuori le mura – sotto l’episcopato del presule Sceriman – e poi, il 2 febbraio 1801, nell’attigua chiesa di Sant’Antonio, officiata dai frati minori cappuccini, la Ca’ di Dio, dove ora è alloggiata la civica biblioteca “C. Sabbadino”. Successivamente, il 15 novembre 1806, i sacri cimeli vennero definitivamente traslati nella chiesa urbana di San Giacomo ap.lo, dove tuttora si trovano. Annotiamo, infine, che per voto del vescovo clodiense fra’ Giovanni Giacinto Ambrosi O.F.M. cap. espresso il 1° gennaio 1944 – a nome di tutta la cittadinanza, per ottenere dalla Madonna protezione contro i pericoli della seconda guerra mondiale – il santuario venne riedificato sulle antiche fondamenta e consacrato il 25 giugno 1957 dal vescovo clodiense mons. Giovanni Battista Piasentini, affidandolo alle cure pastorali della provincia veneta dell’Ordine dei frati minori cappuccini, mentre ora è affidato al clero secolare. Annotiamo, ancora, che nel Seicento, la solennità liturgica della B.M.V. della Navicella si svolgeva il 24 di luglio, poiché il 24 di giugno si teneva l’antica processione cittadina alla chiesa di san Giovanni il Battista, in ricordo della riconquista veneziana di Chioggia, nel 1380, a conclusione della guerra, tra i genovesi ed i veneziani, passata alla storia come “guerra di Chioggia”. Ricordiamo, infine, che – da tempo immemorabile – la sera del 24 giugno, tutte le campane delle chiese della città suonano a festa, proprio nel ricordo dell’apparizione. (Giorgio Aldrighetti)

Nella foto: La Madonna della Navicella, di Attilio Penzo, Chioggia 1983.

 

 

IL PROGRAMMA DELLA FESTA

Dopo la Festa popolare svoltasi con stand gastronomico, spettacoli e pesca di beneficenza dal 7 al 10 giugno e dal 14 al 17 giugno, la festa della Madonna della Navicella è entrata nel vivo, nella dimensione religiosa, con la testimonianza di Gianna Emanuela Molla mercoledì 20 giugno e il pellegrinaggio da San Giacomo al Santuario della Navicella giovedì 21 giugno. Questo venerdì 22 giugno alle ore 21, al Santuario, si esibirà il Coro della Navicella, mentre sabato 22 giugno alle 21 concerto del Coro Gospel.

La Messa solenne della Festa sarà celebrata lunedì 25 giugno alle ore 21 dal vescovo Adriano Tessarollo.

 

 

L’APPARIZIONE RIVISTA “LIBERAMENTE” IN DIALETTO DA UN ORTOLANO

La Madona de la Navezela

El tempo a gera belo quela matina. Supieva un fresco ventesèlo dal mare; el sole, invesse, a se vedeva metà ne la lìnia de l’orizonte spuntare. La Madona la gera là queta, sentà sora un tronco renao su la riva del mare, co in brasso so Fio Gesù, ancora tuto piagao dai segni spigolosi del legno de la crose. El silensio regneva intornovia, solo el mare a rumegheva a la so maniera. Ela, invesse, la “Signora”, la gera assorta ne la preghiera, perchè l’umanità deventesse pi bona e la contempleva el grandioso mistero de la natura, deserta, solitaria e selvàdega, ma pura. Intanto el sole a se ‘veva alsao da tera s-ciarendo el mondo co la soa luminosa ragiera, invesse la baveta da siroco la ghe gonfieva el velo che l’aveva adosso, come el fioco de ‘na vela, a dir puoco. Passeva per de là un ortolan bontempon, i ghe diseva e i lo ciameva de nome “el Baldissera”, el quale a gera munio del fagoto con drento qualcossa da magnare e un suco de suca baruca pien de aqua da bévare. Ogni dì, sì el tempo gera belo, a se dirigeva, per mare, per andare su l’orto a lavorare e per la riva, dove andivegniva l’onda, a se suneva anche qualche brancà de bivarasse o un pésse, se per caso a ghe passeva arente.

A un sèrto momento a vede in distansa una solitaria figura, intortolà da un velo nero, ma tuto atorno ghe se sprigioneva l’aureola de una splendente luce divina. Meravegiao da l’incontro ghe vien da dighe: “Chi xela, Signora?”. E ela co vose bassa e soave la ghe risponde: “Su’ la Madona” e, largando con delicata man el velo, la ghe fa védare in brasso so Fio Gesù, ancora tuto sgrafao e insanguenao da le spine de le menzogne umane, disendoghe: “Védistu cossa che a patisse ancora, i omeni i xe tanto cativi e ribeli che noi i ga ancora finìo de mételo inciodao sul legno de la crose”. Intanto nel senario marino, un velo de silensio religioso se spandeva su la divina conversassion, per niegare nel soave rumore de le ondesèle che, placidèle, sbrisseva su la deserta riva del mare, fecondae dai liberi versi in quota dei crocai.

Quando la Madona, rivoltasi ancora verso el silvestro “omo de bonaria semplicità”, la ghe sussure, metèndoghe una man su la testa come segno de benedission: “Adesso vai da le autorità e spiègaghe quelo che ti ha visto, che t’ho detao, che la zente se converta e in qualche parte de questa landa de dune sabiose, con un maségno o un capitèlo vegna ricordao ‘sto incontro e, se no i credarà, pasiensa!”. Dopo queste racomandassion, la Signora la xe partia a bordo de ‘na navezela aparsa su la riva del mare con un turbinio de vento miracoloso, lassando l’ortolan solo e meravegiao, dopo avere benedìo el sielo e la tera che l’aveva calpestao. Per questo miracoloso avenimento le autorità sivili e de la ciesa i s’ha dao da fare per costruire un gran santuario arente ai lioghi de l’aparission per onorare la figura de la Madona e del bon Baldissera. (Gianfranco Boscolo Soramio – Sottomarina)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 25 del 24 giugno 2012