Matteo Scarpa sacerdote

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Matteo Scarpa sacerdote

L’ordinazione in cattedrale l’11 giugno, nella solennità dei Patroni della Diocesi

Più di novecento anni fa le reliquie dei giovani martiri Felice e Fortunato giunsero a Chioggia da Malamocco attraverso la Laguna veneta. Dalla stessa laguna, da S. Antonio di Pellestrina, giunge oggi un altro giovane che, dopo gli anni di preparazione in seminario, sarà ordinato presbitero dal vescovo Adriano Tessarollo, lunedì 11 giugno, solennità dei santi Patroni. Desideriamo sottolineare questa bella coincidenza, per cui alle 18 di quel giorno il clero, le persone consacrate e il popolo di Dio si raduneranno in piazzetta Vigo, dove attraccano le motonavi dell’isola di Pellestrina, e da lì si snoderà la tradizionale processione verso la Cattedrale.

Con le reliquie dei Santi nel 1110 passò a Chioggia anche la Sede vescovile. Il percorso richiamerà il cammino di fede compiuto dalla nostra comunità cristiana, testimoniato dai templi che si affacciano sul Corso del Popolo, dai capitelli nelle calli, dagli arazzi che orneranno i balconi. Saranno presenti anche le autorità, i dignitari pontifici, le associazioni civili e i gruppi ecclesiali, segno di comunione e di dialogo nella ricerca del vero bene per la società. Il ricordo della fermezza con cui i

due giovani fratelli vicentini, martirizzati ad Aquileia al tempo di Diocleziano, hanno professato la fede in Cristo, costituisce una denuncia della mediocrità con cui noi cristiani di oggi viviamo il Vangelo. Anche in questo lembo sud orientale della regione veneta, che si stende lungo l’Adriatico all’altezza delle foci dei tre fiumi, Brenta, Adige e Po, sono cresciuti il secolarismo, l’indifferenza, la visione materialista della vita. Diventa perciò emblematico accompagnare il ventiseienne Matteo Scarpa, attorniato dai parenti e dagli amici, sostenuto da tutti i fedeli che in questi anni di formazione e di servizio pastorale hanno imparato ad apprezzarlo per la sua semplicità, serenità e umana simpatia, unite alla preparazione teologica e alla disponibilità al servizio. La circostanza permetterà anche la presenza di tutto il presbiterio: don Matteo, che è entrato a farne parte già con il diaconato, potrà avvertire il calore e la stima di questa nuova famiglia con cui maturerà il significato della sua sequela del Maestro e imparerà a conoscerne i risvolti concreti.

 

Significativo l’accostamento dell’ordinazione sacerdotale con la memoria di due fratelli martiri: solo la disponibilità a vivere il mistero della croce, nella piena sequela di Gesù, interpretando la pienezza della propria vita in termini di oblatività, di obbedienza alla Chiesa, di servizio ai fratelli, giustifica oggi una scelta così impegnativa. Gli applausi che accompagneranno il rito di ordinazione resteranno nella memoria di un cuore disponibile a farsi ferire dalla passione per la nuova evangelizzazione e per la promozione degli autentici valori dell’uomo nella sua interezza.

(don Francesco Zenna)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 23 del 10 giugno 2012