Ripensare la mondialità

Facebooktwitterpinterestmail

Ripensare la mondialità

La proposta delle Caritas del Nordest. Due settimane in Congo

Riuscire a mettere insieme sette giovani disponibili a fare un’esperienza molto particolare nella Repubblica Democratica del Congo l’estate che verrà, potrebbe sembrare poca cosa, specialmente se il bacino d’utenza è il territorio del Nord Est, quello stesso territorio i cui rappresentanti si sono recentemente ritrovati ad Aquileia; ma se rapportati alla tipologia di esperienza che andranno a fare…non è poca cosa. Sette giovani diversissimi tra loro, provenienti da alcune diocesi – uno anche dalla nostra – che si stanno preparando per un mese (quasi) di permanenza in Congo, presso i Centri di Trattamento del trauma da Guerra nei due centri che la Caritas Diocesana di Goma ha in gestione a Rutchuru e Muwezo. La prima giornata di formazione si è svolta domenica 29 aprile presso il Cum di Verona dove sono state descritte le modalità dell’esperienza e le possibili difficoltà logistiche e di ambientazione. Un’esperienza che in senso stretto non si definisce un’esperienza

missionaria, ma più verosimilmente un’esperienza di prossimità e di educazione alla mondialità. Rileggere quindi in primis le radici di un conflitto che ha visto lo scenario di questa regione del Congo (Kindu e Maniema) al centro del fenomeno dell’arruolamento forzato di bambini e bambine per andare in guerra. La zona dove si andrà ad operare a tutti gli effetti è ancora considerata “zona ad alta instabilità”. In questo senso per le Caritas invianti, non solo è importante far fare ad un gruppo di giovani una forte esperienza in loco, ma altresì è ancora più MONDIALITA'2importante ciò che questi giovani potranno “restituire” al momento del loro ritorno. Incontri nelle parrocchie, costruzione di momenti di approfondimento sui temi della giustizia e della pace nelle scuole, percorsi e itinerari di multiculturalità con gli operatori dei Centri di Ascolto nel territorio. Questo è il motivo per il quale le Caritas del Nord Est hanno costituito, ormai da qualche anno, il Gruppo regionale di Educazione alla Mondialità, che ha il compito di raccordare e coordinare le varie esperienze che le Caritas Diocesane attuano nelle rispettive diocesi in ordine alla Mondialità e alla Interculturalità. Tutta la permanenza dei giovani, divisi in due tranche temporali dal 15 giugno al 15 luglio e dal 23 luglio al 19 agosto, sarà incentrata nel lavoro riabilitativo dei bambini soldato reduci da trauma attraverso il metodo del gioco e della relativa socio motricità. Questo metodo, partendo dalle emozioni che ogni gioco genera, ma anche dai conflitti e dalla forte carica simbolica che ogni azione ludica racchiude, tenta di rendere consapevole la persona reduce da trauma, delle proprie potenzialità di recupero e di riabilitazione psicologica che ogni soggetto “ferito” porta con sé. Il prof. Nicola Rovetti è stato l’insegnate che in questi anni ha elaborato questa metodologia che nasce dalla sua esperienza di docente universitario alla Facoltà di Scienze Motorie di Verona e dal suo impegno presso l’Opera don Calabria sMONDIALITA'3ul campo della diversa abilità e delle problematiche comportamentali. È lui che nella seconda parte della prima giornata formativa ha illustrato il senso del giocare, anche con sperimentazioni di gioco, simulazioni di emozioni con il quale il gruppo si è sperimentato. La seconda giornata è prevista per sabato 5 maggio, poi l’11 maggio il prof. Rovetti e Valentina Puntel, che seguirà come logista tutta la permanenza dei gruppi, partiranno per il Congo. Il Prof. Rovetti tornerà a fine maggio, mentre Valentina si fermerà in Congo fino alla chiusura dell’esperienza. L’ultimo incontro si terrà sabato 2 giugno con la definizione dei programmi e delle partenze.                                                   mc

 

 

 

 

 

 

 

 

da NUOVA SCINTILLA 18 del 6 maggio 2012