Chi sei, Gesù?

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Speciale INCONTRA VOCAZIONI

Paolo, religioso salesiano

Chi sei, Gesù?

C’è un vangelo al quale sono particolarmente legato: è la chiamata dei primi discepoli. Certo è facile scrivere una testimonianza vocazionale partendo da un vangelo di chiamata, dove è Gesù che agisce, che si muove, che parla ed è subito talmente attraente che questi poveri pescatori lasciano tutto e lo seguono. La versione di Luca (Lc 5,1-11) ha però una particolarità nella figura di Pietro e negli atteggiamenti di Gesù. Sicuramente più volte Pietro si sarà chiesto chi fosse questo sconosciuto che forse di pesca capiva poco, visto che gli chiede di gettare le reti di giorno dopo che la notte è stata scarsamente produttiva. Certamente gli avrà dato pure fastidio, gli costava fare quello che gli chiedeva. E sicuramente se lo sarà chiesto anche dopo aver visto quella pesca così copiosa…, miracolosa appunto. La prima tentazione davanti ai gesti e alle parole di Gesù è di sentirsi il cuore infiammare ma anche di sentirsi tanto lontani da Lui: Pietro cerca di allontanarlo guardando miseramente alla sua condizione di peccatore, Gesù lo invita ad una vita impegnata nel donarsi agli altri proprio a partire dal suo essere. Il difficile di una risposta vocazionale sta proprio lì, in quel passaggio: non avere paura di Gesù, perché ti chiama a partire dalla tua vita (“ti farò pescatore di uomini”) e dalla tua fragile condizione di fede (i discepoli quante volte chiederanno a Gesù di aumentare la loro fede)… Tu dagli il tuo primo passo, quella seppur piccola fiducia che ti fa scendere dalla barca delle tue sicurezze e ti porta a seguirlo lungo strade incerte, sapendo che è lui che fa strada.

 

Penso sia il percorso vocazionale di tutti, quello di chiedersi chi sia Gesù e di capire perché proprio tu sei chiamato (“Ma non c’era di meglio in giro? Sei proprio disperato se chiami me?”), ma il percorso prosegue dopo aver riconosciuto quanto di grande ha operato nella tua vita se tu hai il coraggio di gettare le reti e di andare al largo (o meglio in profondità). Poi i passi successivi sono più semplici perché c’è quella spinta iniziale di accorgerti che prima di tutto sei stato scelto. Un tempo anch’io pensavo fossero belle parole che facevano tanto colore ed emozione, scritte da chi cercava di farti vedere belle tutte le cose. Invece, è proprio così. La consapevolezza che Gesù passa realmente ogni mattino sulla riva del mare della nostra vita e forse chiede anche a noi di scostarci un po’ per avere un rapporto più immediato con Lui. Chiede anche a noi di gettare le reti: chiede il nostro tempo, la nostra fiducia, l’ascolto della sua Parola, il servizio a favore degli altri. (don Paolo De Cillia)

 

 

da NUOVA SCINTILLA 16 del 22 aprile 2012