Giovani e famiglia: binomio inscindibile

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Speciale INCONTRA – Pastorale giovanile

Giovani e famiglia: binomio inscindibile

Luogo elettivo dove comunicare la fede

Gesù cresceva in età sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini”.Chiamata anche piccola chiesa domestica, la famiglia è la prima e indispensabile comunità educante; per i genitori l’educazione è un dovere primario, soprattutto non devono delegare ad altri questo loro compito. Certamente è difficile essere genitori all’altezza dei ragazzi di oggi, il mondo propone dei modelli e ci sono dei condizionamenti esterni che rendono i giovani sordi agli insegnamenti cristiani. I genitori dimostrano poco polso nel negare ai figli anche desideri assurdi, propongono occasioni con poca convinzione vivendo loro stessi situazioni famigliari delicate: separazioni, divorzi, tradimenti. Le necessità lavorative completano il quadro con orari di lavoro che non permettono di seguire adeguatamente i figli. Certamente è giusto che i ragazzi facciano le loro esperienze per poter maturare, il quadro del mondo d’oggi offre certamentedelle esperienze molto

belle, ma il più delle volte sono negative. Ma non per questo la famiglia deve essere abbandonata a sé stessa, anzi va aiutata in questo ruolo così importante e necessario perché i genitori hanno una ministerialità derivante dal sacramento del matrimonio che chiama l’uomo e la donna ad essere segno dell’amore di Dio, segno che va oltre l’egoismo personale. Certo nemmeno esagerando, mettendo al centro dell’universo i figli, vivendo solo per loro. I figli ci sono donati da Dio, per provare la gioia della paternità e maternità per poter meglio comprendere la genitorialità di Dio, ma vanno soprattutto guidati ad avere uno sguardo che vada oltre le apparenze, ad avere il coraggio di guardarsi dentro realmente per poter essere forti poi in tutte le situazioni della vita. I genitori trovino il tempo per accompagnare e stare a messa con i figli, e come chiedono notizie della scuola si informino su quello che stanno imparando a catechismo, parlandone, aiutandoli a fare propri i principi di fede. Nella parrocchia troviamo le persone e i mezzi che aiutano i genitori a completare l’educazione cristiana dei propri figli e sono i catechisti, che avviano i ragazzi all’iniziazione cristiana; le catechesi per adulti, primo passo per una missione evangelizzatrice; la liturgia: Cristo risorto che si rivela e diventa pane vivo per donare tutto sé stesso ogni giorno. Alcune persone hanno una sensibilità verso la missione: insegnano ad avere uno sguardo d’amore che diventa servizio ai più bisognosi, sia nella propria realtà (poveri, carcerati, ammalati) che nelle missioni all’estero. Senz’altro, il punto di maggior forza rimane l’oratorio che diventa luogo preferenziale per far sì che i ragazzi sperimentino contemporaneamente la vita sociale e quella spirituale, luogo per insegnare tutto ciò, offrendo momenti di aggregazione, sport e giochi. Ma sono pure importanti il servizio dei chierichetti, il coro, altri ambiti dove la chiesa esprime diversità di doni da mettere al servizio dell’assemblea. Nelle parrocchie troviamo la ricchezza dei movimenti, associazioni e gruppi, sono fonte di esperienze diverse ,ma con l’unico fine di un incontro vero e autentico con la Trinità. Famiglia e chiesa devono aggiornarsi sui modi di proporsi ai giovani: linguaggio nuovo, farsi aiutare dalla cultura e dall’arte e tutto ciò che lo Spirito suggerirà a livello diocesano. Ruolo fondamentale ha anche la scuola, considerata come luogo di formazione e di nozioni; ma che nel momento stesso in cui la persona finirà di studiare, si inserirà nel mondo lavorativo e dovrà operare delle scelte morali, se non avrà alla base una formazione cristiana, umanistica e sapienziale non avrà armi per confrontarsi con gli altri. In questo ambito sarà rilevante il ruolo dell’insegnante di religione cattolica. Questione non da poco: ultimamente nelle scuole per voler rispettare le altre religioni o filosofie di vita si sopprimono le proprie libertà, quella di poter esporre il crocifisso, quella di preparare i bimbi più piccoli al Santo Natale ed alla Pasqua. Altre volte sono i genitori stessi che scelgono di non far partecipare i loro ragazzi all’ora di religione in quanto motivano “quando saranno grandi faranno da soli la loro scelta” sottovalutando che fin da piccoli è importante indirizzarli in un cammino di fede: da adulti faranno le scelte giuste solo se i genitori saranno stati di esempio nella loro fede, dalla più piccola scelta alle grandi decisioni.

Patrizia Bonaldo

 

 

da NUOVA SCINTILLA 11 del 18 marzo 2012